FONDAZIONE MUSEI SENESI & STORIE & ARCHEOSTORIE :: ” L’OMBRA DI SAN GIMINIANO ” E LE ALTRE OMBRE

 

FONDAZIONE MUSEI SENESI

16 DICEMBRE 2019

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📖 È l’autunno del 2010 e sulle alture della Torraccia di Chiusi, nel territorio di #SanGimignano, viene fatta un’incredibile scoperta: sul fondo di una fossa, intercettata nel corso di scavi per le condutture fognarie, era adagiata una statua in bronzo di #Offerente, una figura maschile stante con una lunga toga e con una patera ombelicata nella mano destra.

 

 

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👷‍♀️👷‍♂️L’avvio di una serie di indagini archeologiche hanno fatto emergere, in corrispondenza del ritrovamento, una straordinaria area sacra etrusca all’aperto, in uso per almeno cinquecento anni, dal III secolo a.C. fino al II secolo d.C. La statua risultava sepolta vicino ad un altare squadrato in pietra, sul quale cui si compivano riti con offerte religiose alla divinità del luogo.

L’opera, alta più di 64 cm è, al momento, la più elegante e raffinata nel nucleo dei bronzi allungati di età ellenistica finora attestati e richiama, visivamente, la celebre Ombra della Sera di Volterra. La troverete esposta, per la prima volta al pubblico, nel #MuseoArcheologico di San Gimignano nella mostra “Hinthial. L’Ombra di San Gimignano. L’Offerente e i reperti rituali etruschi e romani.”

 

 

 

 

VIDEO, 2.30 — L’ Ombra della Sera – Volterra – Toscana – PUBBLICATO DA ERALDO MERALDI

 

 

 

👉👉 L’Ombra è posta al culmine di un percorso espositivo, il cui titolo richiama il termine etrusco #Hinthial, traducibile allo stesso tempo come “anima” e “sacro”, concepito per accompagnare il visitatore nel paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e romana, in un percorso rituale che richiama la gestualità e le percezioni dell’Offerente.

📌📌 “HINTHIAL. L’OMBRA DI SAN GIMIGNANO. L’offerente e i reperti rituali Etruschi e Romani”

Museo Archeologico San Gimignano

fino al 31 maggio 2020 / ore 11 – 17.30

#museisenesi #TerreDiSiena #FMStories #FMStars #etruschi #archeologia #reperti #scoperte #visitTuscany Comune di San Gimignano San Gimignano Musei

 

 

hinthial

 

 

 

Un corpo maschile esile e allungato sormontato da una testa decisamente piccola. Un leggero movimento verso sinistra nella parte inferiore del corpo. Una mano sorregge una patera ombelicata con visione zenitale, evidenziando la struttura essenziale, e l’altra, aperta, ben disegnata nelle linee interne. Una notevole cura dei particolari, dalla toga virilis, tipica veste rituale riservata ai giovani appena entrati nella maggiore età, i calcei ai piedi che si legano delicatamente sulle caviglie, verso i polpacci, i tratti del volto marcati con la tipica fossetta del mento e infine la capigliatura a ciocche scomposte proiettate verso la parte anteriore del capo.

 

 

 

 

 

 

“Un’opera “colta”… del tipo degli ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale… che risponde a precisi canoni estetici” scrive Laura Maria Michetti nel catalogo pubblicato per l’occasione della mostra edito da Sillabe, Livorno.

 

 

 

 

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STORIE & ARCHEOSTORIE

IL NOTIZIARIO DI STORIA, ARTE E ARCHEOLOGIA A CURA DI PERCEVAL ARCHEOSTORIA (©2010-)

 

APPROFONDIMENTI / L’Ombra di San Gimignano e le altre: confronti e considerazioni sulle statuette votive etrusche

 

 

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San Gimignano Musei – FACEBOOK — LINK SOTTO

 

 

 

APPROFONDIMENTI / L’OMBRA DI SAN GIMIGNANO E LE ALTRE: CONFRONTI E CONSIDERAZIONI SULLE STATUETTE VOTIVE ETRUSCHE

 

 

13/12/2019

 

di Massimiliano Visalberghi Wieselberger (* notizie in fondo )

 

 

 

 

 

La statuetta di San Gimignano al momento del ritrovamento

 

 

La forma allungata colloca il reperto tra le statuette del periodo ellenistico, durante il quale i maestri fonditori volterrani rappresentavano una delle maggiori botteghe attive relativamente a questa tipologia di rappresentazioni votive.

 

 

La statuetta di S. Gimignano vista di profilo

 

 

 

Il monolite squadrato

Il monolite squadrato

 

Nelle vicinanze all’area sono state rivenute, anche, diverse monete, frammenti ceramici, unguentari integri e frammenti di laterizi. L’area sacra, inoltre, sorgeva in prossimità di una sorgente, potrebbe quindi essere ricondotta al culto per una divinità legata all’acqua e alla terra.

 

Gruppo di balsamari (III secolo a.C.)

Gruppo di balsamari (III secolo a.C.)

L’area di scavo vista da sud-est con il monolite squadrato in primo piano e i livelli combusti

 

 

A poche centinaia di metri della Torraccia di Chiusi, nel Comune di San Gimignano, luogo della preziosa scoperta, si trovano i resti della villa di Aiano, di epoca tardoantica, tra il IV e il V secolo a.C., un perimetro quindi già archeologicamente conosciuto.

 

 

Dettaglio della testa e busto superiore

 

 

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DETTAGLIO

 

 

 

 

Dal 2010, anno del ritrovamento della statuetta dell’Offerente, alla Torraccia situata presso una sorgente nella valle del fiume Fosci, gli scavi effettuati hanno riportato alla luce un monolite litico squadrato, materiale combusto ricco di cenere e legni carbonizzati e un deposito votivo composto da numerosi materiali come piccoli balsamari collegati alle pratiche votive, monete, resti di corredo fittile, tegole e una splendida fibula a navicella decorata, forse, fra tutti, l’elemento più antico. Il meraviglioso “Offerente” si trovava adagiato in modo rituale in posizione prona lungo il blocco litico con la testa deposta verso ovest. Essi dimostrano una continua frequentazione dall’età arcaica fino al Medioevo.

L’Ombra appartiene al tipo dei bronzetti di produzione seriale, allungati di età ellenistica, che richiama, visivamente, la celebre Ombra della Sera di Volterra. Si presume che la Torraccia di Chiusi fosse uno dei santuari di confine ovvero l’ingresso al territorio di Velathri/Volterra. La “chiusa” nascosta nel toponimo allude al percorso stradale che diventerà, successivamente, la via Francigena e attraversa l’area sacra; le “fauci” celate nel nome del torrente Fosci.

 

 

 

 

 

 

 

 

Intanto Hinthial continua a stupire attraverso il restauro e le indagini stratigrafiche che consentono di identificare la composizione e la struttura delle leghe, e cercare di cogliere le differenze riconducibili alla tecnica di realizzazione o le possibili differenze conseguenti a interventi di restauro in tempi successivi alla sua realizzazione. Ma la curiosità sul suo passato rimane. Chi, quando e per chi sia stata realizzata l’opera. E sulle genti che almeno per cinque secoli hanno visitato il luogo sacro dove l’Ombra ha trovato rifugio.

 

 

 

 

 

La forma allungata colloca il reperto tra le statuette del periodo ellenistico, durante il quale i maestri fonditori volterrani rappresentavano una delle maggiori botteghe attive relativamente a questa tipologia di rappresentazioni votive.

Ciò pare ben testimoniato dai bronzetti conservati dal Museo Etrusco di Villa Giulia (Roma) e principalmente provenienti dall’antica Velathri, l’odierna Volterra.

 

 

Statuette allungate etrusche al Museo Etrusco di Villa Giulia, Roma

Si tratta di statuette che trovano un confronto stilistico con il ritrovamento dell’Ombra di S. Gimignano nei pressi di un’ara litica, un luogo di culto dunque. Questo dettaglio la accomuna anche ad altri ritrovamenti di forma simile. Basti pensare alla cosiddetta “Afrodite” di Nemi, sud di Roma: una statuetta che mostra una figura femminile allungata, ritrovata nei pressi dell’antico santuario dedicato alla dea Diana e datata alla metà del IV secolo a.C.

 

 

 

 

 

La cosiddetta “Afrodite di Nemi”, dal santuario di Diana, Nemi, ora al Museo Louvre, Parigi.

 

 

 

 

Un altro confronto possibile è con la statuetta proveniente dalla stipe votiva di Magione, loc. Caligiana (PG), databile al III secolo a.C.

 

 

 

Offerente in bronzo, Magione, Caligiana, III-II secolo a.C

 

 

 

 

 

Lo stile dell’”Ombra”.

Il termine “ombra” sembra dovere la paternità al Vate, il poeta e scrittore Gabriele d’Annunzio, il quale rimase affascinato e turbato dalla figura allungata ritrovata a Volterra e rappresentante un giovane offerente (la statuetta è ora esposta nel locale Museo Guarnacci). La caratteristica principale di questa tipologia di statuette risiede nella figura e nelle proporzioni: arti e busto risultano allungati, in una distorsione che ha affascinato autori ed artisti ammaliati dalla sua “modernità” stilistica . L’unica parte ad essere proporzionata in sé risulta la testa, ovvero la parte del corpo che definisce attraverso, l’espressività del viso, la caratterizzazione e l’identità dell’individuo.

 

 

 

La famosa “Ombra della Sera” da Volterra, Museo Guarnacci

 

 

 

Statuette allungate non sono in realtà un tema sconosciuto nella penisola italica, ma sono attestate anche presso altre culture. Già durante il periodo del I Ferro  si possono ritrovare figure in piombo, bronzo o lamina, anche di metallo prezioso, che denotano un corpo allungato. A titolo di esempio citiamo quelle in lamina d’argento da Montefortino d’Arcevia (Marche) attribuite alla cultura Picena.

 

 

 

Figure in lamina (picene). A sinistra: da Montefortino d’Arcevia, bronzo; a destra: da Monte Giove, argento.

 

 

I ritrovamenti sono numerosi e sono avvenuti principalmente presso luoghi di culto.  Le statuette allungate rappresentano infatti solitamente figure con ruoli legati all’ambito cultuale o religioso –  oranti, sacerdoti e aruspici,  offerenti – di sesso sia maschile che femminile. Tali ruoli sono ben riconoscibili da precisi attributi: la posizione e la gestualità delle mani, il copricapo a “tholia” per i sacerdoti, la patera o phiale per gli offerenti.

 

 

 

Bronzetto di orante etrusco, Parigi, Musée du Louvre

 

 

 

 

 

Dettaglio di bronzetto allungato con contenitore. Il copricapo a tholia lo identifica plausibilmente come un sacerdote

 

 

 

 

In alcuni casi è difficile stabilire se si tratti di rappresentazioni di comuni mortali oppure di divinità. Un esempio è costituito dalla figura femminile, conservata al Museo Etrusco di Villa Giulia, rappresentata con un’anguilla in mano, che trova confronto con l’iconografia di alcune divinità legate all’immagine anguiforme, specialmente femminili, ma che potrebbe anche rappresentare una offerente che reca in dono un’anguilla.

 

 

Dettaglio di offerente con corpo allungato e anguilla nella mano. III secolo a.C Museo nazionale etrusco di Villa Giulia

 

 

 

Proprio la citata statuetta con l’anguilla risulta, tra le varie figure allungate esistenti, una tra le più affini all’Ombra di San Gimignano: per  dettagli, espressività, stile, ma soprattutto per la resa particolarmente delineata dei tratti somatici del volto, sebbene il bronzetto maschile presenti una caratterizzazione ancora più definita. 

 

 

 

Confronto stilistico tra il bronzetto di offerente al Museo di Villa Giulia (sinistra) e l’Ombra di San Gimignano (destra)

 

 

 

Risulta purtroppo assai difficile comprendere l’esatto significato della scelta iconografica del corpo allungato.  Forse esso aveva una funzione simbolica legata al mondo dell’Aldilà, invocando una suggestiva similitudine tra la fine della vita e il tramonto: così come le ombre, alla luce radente del sole calante, si fanno più lunghe e sottili, anche l’uomo al termine della sua vita appare via via evanescente, come se si avvicinasse al mondo dei defunti.

 

 

Ombra dal Museo di Cleveland, Stati Uniti, 300 a.C circa.

 

Il corpo allungato potrebbe però anche alludere alla coscienza storica e culturale degli Etruschi. Come noto dai “Libri fatales”, essi avevano profetizzato la durata complessiva della propria civiltà  in dieci saecula: forse sentivano che il terminus stesse giungendo, e con esso la loro esistenza si faceva sempre più esigua e sottile. Come un’ ombra appunto.

 

 

NEL LINK SEGUE UNA RICCA BIBLIOGRAFIA

APPROFONDIMENTI / L’Ombra di San Gimignano e le altre: confronti e considerazioni sulle statuette votive etrusche

 

 

 

 

 

(*)  Massimiliano Visalberghi Wieselberger è un archeologo e disegnatore archeologico che ha collaborato in scavi con varie Soprintendenze e Università.  Svolge per conto della UISP il ruolo di tecnico educatore culturale ed archeologico  tenendo laboratori, lezioni didattiche e conferenze sulle tipologie di archi tra Oriente e d Occidente, dalla Preistoria al Medioevo.  E’ consulente archeologico per alcune Associazioni di rievocazione e/o archeologia sperimentale. per cui prepara e sostiene didattiche collaborative, in nome della cooperazione culturale.

Pubblica su Academia.edu e per la rivista online Antrocom: Journal of Anthropology. Da quasi 10 anni è attivo nella divulgazione culturale su Facebook con lo pseudonimo “Max Berger” attraverso la diffusione di articoli, album fotografici con materiali archeologici e link di libri a tema storico-archeologico e antropologico.  Il suo motto è “Mai abbastanza”.

53037 San Gimignano SI, Italia
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1 risposta a FONDAZIONE MUSEI SENESI & STORIE & ARCHEOSTORIE :: ” L’OMBRA DI SAN GIMINIANO ” E LE ALTRE OMBRE

  1. ueue scrive:

    C’è un’ assurda somiglianza tra le torri di San Gimignano e le statuette dal corpo allungato: forse vogliono entrambe alludere alla voglia di toccare il cielo con un dito.

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