Alcuni quadri di Edward Hopper ( New York, 1882 – 1967 ) da wikipedia + Ilaria Festa, Edward Hopper, l’artista che è riuscito a catturare l’isolamento dell’uomo — METROPOLITAN MAGAZINE.IT— 22 LUGLIO 2021

 

 

 

Edward Hopper nel 1937

Harris & Ewing, photographer – Library of Congress

 

 

 

 

Hopper a Parigi nel 1907

Uknown

 

 

 

 

Saltillo Mansion (acquerello del 1943)

New York restaurant (Ristorante newyorkese) – 1922

Casa lungo la ferrovia (House by the railroad) 1925

Room in New York (Stanza a New York) – 1932

East wind over Weehawken (Vento dell’Est su Weehawken) – 1934- Whitney Museum

 

 

 

 

 

New York movie (Cinema a New York) – 1939

Gas (Benzina) – 1940

 

 

 

 

 

I nottambuli (Nighthawks) 1942

 

 

 

 

 

 

High noon (Mezzogiorno) – 1949

 

 

 

 

 

 

Copertina di The Morse Dry Dock Dial, 1919

 

Edward Hopper’s prizewinning World War I patriotic poster “Smash The Hun”, reproduced here (without accompanying caption) on the front cover of the February 1919 edition of The Dry Dock Dial, the internal house organ of Brooklyn, New York’s Morse Dry Dock and Repair Company, where Hopper worked as an illustrator.

 

 

 

 

METROPOLITAN MAGAZINE.IT— 22 LUGLIO 2021

https://metropolitanmagazine.it/edward-hopper-lartista-che-e-riuscito-a-catturare-lisolamento-delluomo/

 

 

Edward Hopper, l’artista che è riuscito a catturare l’isolamento dell’uomo

Ilaria Festa

22 Luglio 2021

 

 

 

 

 

Nato a NyackNew York, nel 1882, frequenta la School of Art di New York, per poi partire per un viaggio in Europa con i primi soldi guadagnati grazie al suo lavoro di incisore. Hopper è considerato il massimo esponente del realismo americano. Le sue opere raccontano l’America dell’epoca, non lo fanno attraverso lo sfarzo dei grattacieli o dei monumenti ma ritraendo la vita quotidiana: dai distributori di benzina alle strade silenziose, illuminate da lampioni e luci al neon.

È il 1923 quando conosce l’artista Josephine Nivison che da quel momento in poi sarà la modella per tutti i soggetti femminili da lui ritratti. I due si sposano un anno dopo ma il loro sarà un rapporto burrascoso.  Nel 1924, Hopper ottiene finalmente il meritato successo con una mostra alla Rehn Gallery che mette d’accordo pubblico e critica. Da questo momento al sua carriera è in discesa. Esce lentamente di scena alla fine degli anni Cinquanta, con la nascita dell’espressionismo astratto. Muore nel 1967.

 

 

La solitudine dell’isolamento

 

Nella maggioranza dei suoi quadri si nota una ripetizione degli stessi soggetti: scenari urbani desolati, case isolate vicino a una ferrovia o affacciate sul mare, distributori di benzina deserti, scorci notturni di città, interni di alberghi o di bar. Il soggetto preferito da questo grande artista, che trascorre gran parte della sua vita a New York, è la solitudine.

Esseri umani incapaci di comunicare e chiusi dentro grandi spazi vuoti. Consumano il loro pasto in solitudine o rivolgono lo sguardo. Le scene, immobili e realizzate con colori vivaci e brillanti, ma volutamente prive di calore, suscitano una sensazione di inquietudine e di disagio. Ogni relazione umana appare impossibile, sebbene si respiri un’aria di attesa.

Hopper sembra proprio che abbia dipinto delle scene tratte da un momento qualsiasi del periodo di lockdown. Attuale la raffigurazione del disagio ed attuale la sensazione di solitudine, piena di incertezza.

 

 

 

Hopper, Mattina di sole. 1952_photocredit:dueminutidiarte

Hopper, Mattina di sole. 1952_photocredit:dueminutidiarte

 

 

Morning sun (Sole di mattina), è un dipinto che Hopper produce nel 1952. La ragazza si trova sul suo letto, dopo essersi svegliata presumibilmente da pochissimo, e scruta quello che si trova fuori nel mondo grazie alla sua finestra. Dalla stessa finestra, entra anche un timido sole che riesce a mescolare colori caldi e freddi. Ben poco riesce a scorgersi fuori dalla finestra se non l’ultimo piano di un edificio. Nessun altro elemento giunge a rendere più dettagliata questa scena.

 

La donna, ritratto della moglie Jo, è seduta sul letto ed ha lo sguardo fisso su una finestra spalancata. Ancora una volta uno scambio fitto di rimandi tra interno ed esterno. In un’altra occasione Hopper affermò: “Forse non sono molto umano. Tutto quello che volevo fare era dipingere la luce del sole sul lato di una casa“. In realtà anche in questo dipinto, Hopper ha saputo raccontare con grande abilità l’essere umano in un momento di sospensione dallo spazio e dal tempo, in una dimensione quasi eterna. I suoi dipinti suggeriscono qualcosa della vita interiore dei suoi soggetti e aprono la strada all’Espressionismo astratto.

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