Metto qui il nome di quel critico d’arte di cui ti ho parlato: si chiama Jugis Baltrusaitis e mi aveva affascinato il titolo di un suo libro, “Arte sumerica, arte romanica” edito da Adelphi in Italia. Ti scrivo quello che c’è sul retro della copertina:
” Quando fu ravvisata la sorprendente affinità della scultura romanica con le immagini dell’antica arte mesopotamica, non pochi archeologi e storici si dedicarono con fervore all’esplorazione del nuovo, affascinante territorio di studio. Ma solo il giovane Baltrusaitis doveva individuare, con facoltà rabdomantica, il complesso e occulto reticolo di vie che avevano messo in contatto due mondi così distanti nel tempo e nello spazio. E il saggio in cui condensò i suoi studi, apparso nel 1934, non mancò di produrre un effetto dirompente nel mondo della storia dell’arte, rivelandosi subito, nella sua “prodigiosa rapidità”, un’opera fondamentale”.
E’ sempre bello vedere Parigi!
Metto qui il nome di quel critico d’arte di cui ti ho parlato: si chiama Jugis Baltrusaitis e mi aveva affascinato il titolo di un suo libro, “Arte sumerica, arte romanica” edito da Adelphi in Italia. Ti scrivo quello che c’è sul retro della copertina:
” Quando fu ravvisata la sorprendente affinità della scultura romanica con le immagini dell’antica arte mesopotamica, non pochi archeologi e storici si dedicarono con fervore all’esplorazione del nuovo, affascinante territorio di studio. Ma solo il giovane Baltrusaitis doveva individuare, con facoltà rabdomantica, il complesso e occulto reticolo di vie che avevano messo in contatto due mondi così distanti nel tempo e nello spazio. E il saggio in cui condensò i suoi studi, apparso nel 1934, non mancò di produrre un effetto dirompente nel mondo della storia dell’arte, rivelandosi subito, nella sua “prodigiosa rapidità”, un’opera fondamentale”.