+++ LIMESONLINE.COM — 24 GENNAIO 2022  — FEDERICO PETRONI — UCRAINA

 

 

LIMESONLINE.COM — 24 GENNAIO 2022 

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IL MONDO OGGI 

 

 

La pressione angloamericana sulla Russia, la Germania delude l’Ucraina e altre notizie interessanti

 

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Dettaglio di una carta di Laura Canali.

 

 24/01/2022

La rassegna geopolitica del 24 gennaio.

PRESSIONE ANGLOAMERICANA SULLA RUSSIA

di Federico Petroni

 

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno ordinato il rientro in patria dei familiari dei membri delle rispettive ambasciate a Kiev e suggerito lo stesso per il personale non strettamente necessario. Il governo britannico, con l’assenso americano, ha inoltre divulgato un piano della Russia di installare un governo fantoccio in Ucraina. Infine, il Pentagono ha presentato al presidente Joe Biden opzioni per l’invio di truppe e armamenti (fino a 5 mila militari, con la possibilità di decuplicarli) nei paesi del fianco orientale della Nato.

 

Perché conta: Non sono preparativi di guerra, bensì tentativi di mettere pressione sulla Russia, di dissuadere un’eventuale volontà di saggiare il terreno.

Gli Usa drammatizzano per tre motivi.

Primo, corroborare la loro posizione, finora sin troppo debole e prevedibile (escludere di usare la forza è solitamente un favore all’avversario).

Secondo, avvisare Mosca di avere capacità d’intelligence superiori, che gli permettono di penetrare i suoi segreti.

Terzo, segnalarle che rischia con le sue provocazioni alla frontiera ucraina di avverare lo scenario che vuole evitare, cioè l’ulteriore avvicinamento della Nato ai confini russi.

 

Tutto ciò ovviamente non riduce la possibilità di un conflitto, anzi l’aumenta. I rispettivi schieramenti diventerebbero più vicini, accrescendo dunque il rischio di un incidente o di una incomprensione durante le prossime esercitazioni (in particolare quelle in Bielorussia a febbraio, a ridosso del confine con la Polonia).

 

Tuttavia, queste manovre vengono condotte per inviare specifici messaggi, non possono essere prese come prova che gli Stati Uniti ritengono inevitabile un’invasione russa in Ucraina. Tanto più che i rinforzi americani in Polonia, nei paesi baltici e in Romania sarebbero davvero ben poca cosa rispetto ai 100 mila militari russi (raddoppiabili in poche settimane), ai 35 mila ribelli del Donbas e alle Forze armate bielorusse che già circondano l’Ucraina da tre lati.

 

Niente di quanto emerso nelle ultime ore altera il quadro di un’America che non vuole saperne di intervenire militarmente in Ucraina. Washington è disposta a discutere coi russi soltanto la posizione degli armamenti e la tempistica dell’eventuale adesione di Kiev alla Nato e cerca, nel frattempo, di contenere le conseguenze di questa interlocuzione diretta con Mosca.

 

 

Per approfondire:

Federido Petroni

La «gaffe» di Biden sull’Ucraina (video) —  15 minuti ca

 

 

 

 

L’UCRAINA SPACCA L’EUROPA

 

 di Federico Petroni

 

L’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell dichiara che l’Ue non intende ritirare il personale in Ucraina. Il ministero degli Esteri tedesco smentisce che siano in corso preparativi per rimpatriare i diplomatici della propria ambasciata a Kiev.

Alcuni paesi membri dell’Unione come la Danimarca e la Lituania si esprimono pubblicamente sulle sanzioni che stanno preparando con gli Stati Uniti nel caso la Russia attacchi l’Ucraina, definendole “mai viste prima“.

Infine, la Nato pubblicizza i modesti rinforzi inviati da alcuni membri sul fianco orientale, dalla nave spagnola nel Mar Nero agli aerei danesi e olandesi in Lituania e Bulgaria fino alle truppe francesi in Romania.

 

Perché conta:

La crisi ucraina sta rapidamente diventando un decisivo test del posto di ciascun paese europeo nella sfera d’influenza americana.

Nel nostro continente vanno definendosi blocchi sempre più evidenti fra l’Est avamposto americano (con l’apporto del Nord e dell’Anglosfera) e l’Ovest meno impegnato, quando non proprio totalmente estraneo – quest’ultimo è il caso della Germania.

 

La Repubblica Federale è il paese nettamente più in difficoltà in queste ore, secondo grande osservato speciale di questa crisi dopo la Russia. Il modo in cui i tedeschi stanno reagendo è destinato a lasciare un solco quasi indelebile nelle percezioni degli americani. Il fatto che Berlino e il rappresentante dell’Ue (blocco su cui la Germania influisce grandemente) smentiscano prontamente di voler seguire le mosse anglo-americane la dice lunga sulla totale divergenza con Washington su questo dossier.

A ciò si aggiunge un ulteriore affronto: il divieto all’Estonia di fornire all’Ucraina armamenti importati dalla Germania.

 

I tedeschi probabilmente sono anche i responsabili dei tentennamenti europei sulle sanzioni proposte dagli Stati Uniti, peraltro davvero pesanti perché sarebbero il calco di quelle adoperate contro la cinese Huawei per impedire la vendita di qualunque prodotto con microchip contenente tecnologia americana. Dopo l’imbarazzo su Nord Stream 2, che il cancelliere Olaf Scholz continua a non voler bloccare, sarebbe un altro duro colpo per i rapporti commerciali Germania-Russia. Quasi certamente pensato negli Stati Uniti con il secondario intento di indebolire l’economia di un satellite ribelle.

 

Per approfondire:

 

I tabù tedeschi non reggeranno più  — 

15-11-2021

Il mito della ‘potenza civile’ ha fatto il suo tempo. Berlino deve promuovere un deterrente europeo in ambito atlantico per tutelare sé stessa e l’Ue da Mosca in caso di guerra Usa-Cina. Il (non) dibattito sul nucleare. Dai giovani un segnale di speranza.

di Maximilian Terhalle

 

 

 

 

IL CAPO DELLA MARINA TEDESCA

di Luca Steinmann

 

Il vice ammiraglio Kay-Achim Schönbach, capo della Marina militare tedesca, si è dimesso.

 

Durante un convegno in India, probabilmente ignaro di essere filmato, aveva sostenuto che “l’Ucraina non riuscirà mai a recuperare la Crimea” e che “va dato il rispetto che merita” al presidente russo, Vladimir Putin. Inoltre, Schönbach si è definito un “radicale cristiano” e ha sottolineato le comuni radici religiose tra Germania e Russia, con cui bisognerebbe cooperare in funzione anti-cinese.

Le dimissioni sono state annunciate dopo le proteste di Kiev e dopo un colloquio tra  lo stesso Schönbach e l’Ispettore generale della Bundeswehr, la massima carica militare che coordina le Forze armate e l’intelligence.

 

 

Perché conta: Le posizioni di Schönbach esprimono un sentimento diffuso in ampie parti del mondo militare, degli apparati di Stato e della politica tedesca che ritengono la Russia un partner con cui collaborare sul piano commerciale, economico e in parte strategico.

 

Tali posizioni difficilmente trovano spazio nella retorica ufficiale, sempre impregnata di post-storicismo e di esportazione dei diritti umani. Si possono invece osservare nell’azione pratica degli esecutivi tedeschi quando devono prendere decisioni strategiche in merito al Cremlino.

La ministra degli Esteri Annalena Baerbock sta assumendo toni pragmatici ed equilibrati rispetto alla Russia.

In occasione del suo incontro negli Stati Uniti con Anthony Blinken ha più volte ripetuto che la Germania è a favore del dialogo e si concepisce come strumento dell’Occidente per rapportarsi con Mosca.

Atteggiamenti che ricordano più quelli di Angela Merkel che il massimalismo antirusso assunto dal suo partito (i Verdi) in campagna elettorale. Allora Robert Habeck, cosegretario dei Verdi e attualmente vicecancelliere e ministro dell’Economia e della protezione climatica, parlava della necessità di rifornire di armi l’Ucraina, cosa che Berlino oggi si rifiuta di fare.

La rimozione di Schönbach mette inoltre in evidenza lo scontro all’interno degli apparati di Stato. Durante gli ultimi anni tutti i vertici dell’intelligence sono stati rimossi perché valutati non conformi alle posizioni della cancelleria.

Prima è toccato al presidente della Bundesnachrichtendienst (il servizio segreto estero) Gerhard Schindler, poi a quello del Bundesamt fuer Verfassungsschutz (il servizio segreto interno) Hans-Georg Maassen, infine a Christof Gramm, presidente del servizio segreto militare.

 

Esistono settori delle burocrazie che non apprezzano il post-storicismo incarnato prima da Angela Merkel e ora da Scholz e Baerbock. Pensano che in un mondo di nazioni i tedeschi non possano essere l’unico popolo senza nazione e senza una chiara strategia geopolitica. Quest’ultima, ai loro occhi, dovrebbe includere una forte collaborazione con la Russia, riscoprendo alcune massime geopolitiche postulate da Karl Haushofer, Otto von Bismarck e Carl Schmitt. Schönbach può probabilmente essere ascritto a questa corrente.

 

Per approfondire:

 

Senza strategia la potenza è un guscio vuoto

2/01/2019

 

 

 

NEL LINK DI LIMES ONLINE, A QUESTO PUNTO SEGUE :

APRI QUI

LA CINA NELLE ACQUE E NEI CIELI DI TAIWAN

di Giorgio Cuscito

 

NON LO PUBBLICHIAMO PER ADESSO PERCHE’ SIAMO INTERESSATI ALL’UCRAINA..

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1 risposta a +++ LIMESONLINE.COM — 24 GENNAIO 2022  — FEDERICO PETRONI — UCRAINA

  1. ueue scrive:

    L’Europa potrebbe avere una grande funzione nell’allentare le tensioni tra i grandi “imperi”.

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