Pubblichiamo un’altra poesia del famoso poeta arabo, che passava ore e ore in contemplazione del suo micio, dimenticandosi anche di dargli da mangiare. Il gatto disperato fuggì dal suo distratto contemplatore e alcune leggende dicono che il suo fantasma si aggiri nelle notti senza luna nei vicoli della Medina, maledicendo i poeti:
Oh, il tuo candore!
Oh, i tuoi teneri artigli!
Muoio di desiderio
e non ti incontro mai.
Accarezzo nel sogno
la morbidezza del tuo manto.
Oh, desiderio e rimpianto!
si chiama ” Zucchero ” questo gattino pensieroso.. un po’ triste ..
proposto da : Gattissimi.com
Condividi
Chissà se i gatti pensano in versi? Io penso di sì.