AUTORITRATTI DI ANTONIN ARTAUD
Antonin Artaud –
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Courtesy Bibliothèque Nationale de France and Cabinet, London
foto :
https://www.the-tls.co.uk/articles/rage-idealism-pain-and-momentum/
La straordinaria opera grafica di Artaud è una delle zone del suo lavoro più citate che realmente conosciute o seriamente studiate.
Dal ‘39 – lo confessa lui stesso – Artaud non scrisse più senza disegnare. E’ chiaro, quindi, che il lavoro grafico degli ultimi dieci anni di vita va considerato in maniera molto diversa rispetto a quanto egli aveva fatto in precedenza (già dal 1918 comincia a disegnare, durante uno dei ricorrenti ricoveri in clinica). Fin dai primi anni di internamento (1937-‘39), il disegno diventa uno degli strumenti essenziali della sua ricerca e della sua attività di autodifesa e di ricostruzione, in un legame con la scrittura che verrà facendosi sempre più stretto e nel quadro delle attività del 2° Teatro della Crudeltà, con al centro la “curazione crudele” e il “rifacimento corporeo”.
Dal maggio ’46 fino alla morte, nel marzo del ’48, è caratterizzata dalla prevalente produzione di Ritratti e Autoritratti.
“io, Antonin Artaud, nato a Marsiglia il 4 settembre 1896, cinquant’anni, autore di cinque o sei libri di poesie, attore di cinema e regista… ho perso ogni potere di disporre della mia vita, del mio corpo, internato d’ufficio e costretto in manicomio per 9 anni, oggetto nelle mani dell’autorità, e sottomesso a leggi crudeli ed alienanti che mi resero irrimediabilmente altro per sempre”.
“tutto ciò che nell’ordine delle cose scritte abbandona l’ambito della percezione ordinata e chiara; tutto ciò che tende a creare un capovolgimento delle apparenze, a introdurre un dubbio riguardo la posizione delle immagini dello spirito le une in rapporto alle altre”.
” tutto ciò che provoca la confusione senza distruggere la forza del pensiero che si manifesta; tutto ciò che capovolge i rapporti delle cose conferendo al pensiero sconvolto un aspetto ancora maggiore di verità e violenza; tutto questo offre una via di accesso alla morte, ci mette in rapporto con stati più affinati dello spirito in seno ai quali la morte si esprime. La morte non può aver luogo, in quanto essa si è già verificata nel momento stesso della nascita.”
” Ho subito 51 elettrochoc, durante uno dei quali sono stato dichiarato clinicamente morto e poi risuscitato e rigettato nel terrore del trattamento psicoanalitico… Dal più profondo della mia vita io continuo a fuggire la psicanalisi, la fuggirò sempre come fuggirò qualunque tentativo per imprigionare la mia coscienza in precetti o formule, in una organizzazione verbale qualsiasi.”
” Io rinnego
il battesimo,
la patria,
la scienza,
la parola,
la letteratura,
i riti,
la liturgia,
le esperienze,
la pedagogia,
l’insegnamento,
la legge,
le leggi,
la testimonianza,
la salvezza.
Io non credo al valore della salvezza.”
Antonin Artaud, Cahiers de Rodez, Maldoror Press, Patrick Santus
A Madame Artaud, Rodez 3 dicembre 1943
Mia carissima mamma,
mi hanno COMMOSSO i 300 grammi di pane
che mi avete mandato.
Ma ciò mi ha addolorato e imbarazzato.
Perché nella vostra situazione
non si può mandare qualcosa a qualcuno.
E IO NON VOGLIO RICEVERE ASSOLUTAMENTE
PIU’ NIENTE DA VOI.
Perché voi non potete più farlo.
E non è più vostro dovere.
E per me sarebbe PECCATO accettarlo…
Vi abbraccio di tutto cuore
CAHIERS DE RODEZ
IMMAGINI SOPRA DA :
CARMINE MANGONE.COM- 25 OTTOBRE 2020
Antonin Artaud, frammenti dai “Cahiers de Rodez” – 3
TESTO DA :
NOTA :
CAHIERS DE RODEZ– Dal 1943 al 1946 fu internato a Rodez nella clinica del dott. Ferdière, sperimentatore dell'”arte terapia” ma anche sostenitore dell’utilità della terapia elettroconvulsivante.
Nella primavera del 1946 Artaud lasciò Rodez e fu accolto a Ivry, nella clinica del dr. Delmas, che gli permise libertà di movimenti, così che poteva recarsi quasi quotidianamente a Parigi e mantenere i contatti con le persone a cui era legato.
da : https://it.wikipedia.org/wiki/Antonin_Artaud
Gli autoritratti affondano in questa tragedia e in questa assoluta solitudine.