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Nuova forte scossa (5.1) con epicentro nel modenese Crolla la torre di Novi, non si segnalano vittime né feriti

di , e Cronologia articolo3 giugno 2012Commenti (2)

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2012 alle ore 23:01.

Trema ancora la terra d’Emilia: alle 21 e 20 di domenica sera, uno scossone che i sismografi rilevano con epicentro a Novi, in provincia di Modena, per una magnitudo di 5.1 gradi della scala Richter e con una profondità stimata in 9,2 chilometri.

Primo, di certo approssimativo, bilancio del sisma, che si è sentito anche in Veneto, Lombardia, Liguria e Toscana, è il crollo della Torre dell’Orologio del piccolo Comune emiliano. Con le prime luci dell’alba sarà possibile capire qualcosa di più. Crolli dopo la scossa si sono registrati anche a Finale Emilia e a San Possidonio.

Il panico dopo la speranza

Per il momento la sola constatazione possibile è il panico che si è diffuso tra gli emiliani con i nervi già provati da 15 giorni di scosse continue, almeno 4 delle quali oltre il quinto grado di magnitudo. A Campo Veneto e Campo Pascoli, due tendopoli della Protezione Civile a San Felice sul Panaro, le persone sono balzate fuori dalle tende terrorizzate. «Sembra davvero la beffa del destino – racconta Francesco Bianchini, responsabile di Campo Veneto con 30 anni di esperienza nella Protezione Civile – oggi molte delle persone che ospitavamo avevano trovato il coraggio per rientrare nelle loro case, tranquillizzate dal rallentamento delle scosse. Ora sono di nuovo tutte qui, più angosciate e spaventate, se possibile, di prima».

Venti scosse nella serata. Il sisma si sposta a ovest?

La scossa – secondo quanto riportato sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – ha avuto un epicentro più spostato verso ovest rispetto agli eventi precedenti. Sembrerebbero confermate, quindi, le indicazioni dei sismologi che hanno parlato di più faglie interessate e della possibilità che i fenomeni si protraessero a lungo. Nella serata di domenica, dal terremoto di magnitudo 5,1 alle 21,20 in circa 90 minuti si sono susseguite in rapida successione altre 19 scosse a
distanza di 5-10 minuti una dall’altra. Sono state tutte di potenza compresa tra 3,3 – la prima 10 minuti dopo quella più forte – e 2. L’ipocentro di tutte le scosse è stato localizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a bassissima profondita tra 1,4 km e al massimo 26,2 km (più vicina alla superficie è l’origine del sisma, maggiori sono gli effetti a parità di intensità).

Le precauzioni

La scossa è stata avvertita in tutto il Nord Italia e anche a Firenze. Da Padova, il sindaco ha già fatto sapere che domani le scuole saranno regolarmente aperte, mentre resteranno chiuse (ne ha già dato notizia il sindaco) le scuole di Sassuolo. Scuole aperte a Bologna, il sindaco Virginio Merola ne ha dato notizia su Twitter, che anche in questa occasione è stato tempestivo divulgatore di notizie sul terremoto, con l’hashtag #terremoto.

La Torre, simbolo di Novi

«La torre è caduta, ma noi siamo in piedi». Con queste parole il sindaco di Novi, Luisa Turci, fotografa all’Ansa lo spirito della popolazione del paese della Bassa modenese dopo il crollo della Torre dell’orologio, simbolo della località, già gravemente danneggiata dalle precedenti scosse.
«La scossa non ha fatto del male a nessuno sotto il profilo fisico – ha aggiunto – ma ha fatto certamente male alla nostra comunità, perché
la torre era il nostro simbolo. Ora cercheremo di trovarne altri. Ma il vero simbolo sono i bambini, i giovani, il significato di una comunità che
comunque si ritrova unita e va avanti».
«In tre secoli di vita (da una memoria dell’Archivio Comunale di Novi la nostra Torre risulta essere stata edificata nel 1712) – spiegava
tempo addietro il Gruppo storico Novese in un proprio elaborato – la nostra torre è stata testimone delle principali vicende del nostro paese.
Dominando quello che è il foro della nostra comunità, ne ha viste di tutte le sorti e di tutti i colori: soldatesche straniere d’occupazione e carri
armati liberatori, adunate di protesta e di festa, camicie rosse garibaldine e camicie nere, funerali e carnevali, mercati e fiere, palazzi e
scuole nascere e morire… Per la sua posizione centrale, l’elegante sviluppo verticale e le connotazioni storiche la torre dell’orologio è così
assurta a simbolo civico, quasi stemma araldico, della comunità del capoluogo novese».
Questa sera a Novi, come ha fatto sapere il referente dell’ Anpas (l’associazione delle pubbliche assistenze), Giancarlo Arduino, il
campo sfollati ha accolto nuove persone che non erano già ‘accreditatè ma che hanno deciso, spaventate, di rivolgersi agli operatori della
struttura. Molta gente stasera a Novi è fuori casa, parla e si scambia impressioni e timori, c’è stato allarme ma non panico. «Siamo una
comunità fuori casa – rileva il sindaco Turci – ma nella nostra terra».

 

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