CRP Grieserhof -PRZ Grieserhof Comprensorio Sanitario di Bolzano Trimestrale Anno 3 n. 4 Marzo 2011
Il giornalino Die Zeitschrift ALA6settore del CRP “Grieserhof” che prepara gli utenti prossimi ad un inserimento in un contesto meno protetto LA RIABILITAZIONE NELLA RIABILITAZIONE Desideriamo far par-
ta Ala
lare il dipinto sulla
ALA; Rappresen

parete del corridoio
come per gli
che porta alle sei
uccelli le ali per
stanze singole dei
volare, metafori

primi ospiti che vivo

camente i nostri
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utenti dotati di
rienza. Le persone
una sola ala,
hanno scelto questo
verranno sup

nome come simbolo
portati ed ac

del nuovo percorso
compagnati nel
riabilitativo.
nuovo percorso
6?
6 é il numero che precede il 7 (numero perfetto) quindi
rappresenta l„imperfezione riscontrabile in un contesto
reale dove vivere significa anche sbagliare ed accettare
limiti ed imperfezioni dell.individuo.
6 viene dal verbo essere „sei“ quindi esisti. 6 sono le facce del cubo, tutte uguali e tutte collegate
simboleggiano l„uguaglianza senza discriminazione.
6 sono gli ospiti

dal personale che li aiuterá nella crescita
dell.ala mancan

te rendendoli in grado di spiccare il volo e lasciare la struttura per esplorare nuovi orizzonti.
Pagina 2Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Le prime 6 persone Le prime 6 persone Luca: Sono entusiasta del nuovo percorso, perché sto
iniziando a conoscere gli altri un po. meglio, condivi

diamo la cena, ci confrontiamo. Avere la stanza singola mi fa sentire piú a mio agio.
Mauro:Mi sento piú attivo e dinamico, mi piace confrontarmi con gli altri. Quando torno dal lavoro a differenza di prima che mi mettevo a letto, ora faccio qualcosa, chiacchiero, sono piú indaffarato.
Rita: Sono contenta perché mi sento piú autonoma, mi piace molto cucinare e condividere con gli altri le mie favolose pietanze. In questo momento per esempio mi sto godendo il sole sul mio terrazzino.
Norbert: Ho da fare un po. di piú di prima, la sera ci
cuciniamo noi, facciamo la pulizia della propria stan

za. Vado d.accordo con gli altri, e cerchiamo di aiutarci l„uno con l„altro.
Astrid : Finalmente ho una stanza bellissima tutta per me, trovo molto bello questo gruppo, che giorno dopo giorno diventa sempre piú unito.
Fabio : La nuova esperienza mi piace molto, ho la mia stanza, mi sento piú autonomo e la giornata passa velocemente.

Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 3
Flügel 6

= Bereich des PRZ “Grieserhof” zur Vorbereitung auf eine zukünftige Ein

gliederung in eine weniger geschützte Einrichtung FLÜGEL: braucht es um zu fliegen. Metaphorisch gesehen, könnten wir sagen, dass Personen mit psychischer Krankheit manchmal nur einen funktionstüchtigen Flügel haben. Durch Unterstützung und Begleitung seitens der Pflegepersonen sollte es gelingen, den zweiten Flügel flugfähig zu machen und unsere Einrichtung zu verlassen um neue Horizonte zu entdecken.
6?
6 ist die Zahl vor der 7 (perfekte Zahl), also eine Stufe davor, wo Einschränkungen, Unvollständigkeit und Grenzen der Person die Norm sind. 6 im Italienischen

(sei) kommt vom Verb “sein”, also: du existierst, du bist hier anwesend. 6 sind die Seiten des Würfels, miteinander verbunden, gleichwertig, ohne Diskriminierung. 6 sind die Nutzer des Flügels 6.

Die Zeichnung an der Wand des Korridors des Flügels 6 ist das Symbol für den Rehabilitationsweg der 6 Personen, die eine neue Erfahrung im Grieserhof machen.
Erfahrungsberichte:
Luca: “Ich gehe mit Enthusiasmus den neuen Weg, ich lerne die anderei Weg-
Gefährten etwas besser kennen, wir haben einen Austausch und teilen das Abendessen. Es gefällt mir ein Einzelzimmer zu haben.“
Mauro: ”Ich fühle mich aktiver und dynamischer, es gefällt mir, mich mit den An

deren zu konfrontieren. Wenn ich von der Arbeit komme mache ich etwas, ich bin beschäftigter und rede mit den Gleichgesinnten, statt im Bett zu liegen, wie vor
kurzem.“
Rita: “Ich bin froh, weil ich mich autonomer fühle, es gefällt mir sehr zu kochen
und mit den Anderei meine Spezialitäten zu teilen. In diesem Moment genieße ich
die Sonne auf meinem Balkon.”
Norbert: “Ich habe mehr zu tun als zuvor, abends kochen wir untereinander und
jeder putzt sein Zimmer selbst. Ich verstehe mich mit den Anderen und wir versu

chen uns gegenseitig zu helfen.“
Astrid : “Endlich habe ich ein Zimmer ganz für mich allein. Ich finde diese Gruppe,
die jeden Tag mehr verbunden ist, schön.“
Fabio : “Diese neue Erfahrung gefällt mir sehr, ich habe ein eigenes Zimmer, ich
fühle mich autonomer und der Tag vergeht schnell.”
Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 4 STORIE DI VITA GIUSEPPINA LASCIA LA SUA TERRA; L„amata Sicilia….. Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 4 STORIE DI VITA GIUSEPPINA LASCIA LA SUA TERRA; L„amata Sicilia….. Sono nata a Palermo, straordinaria cittá siciliana, con paesaggi incantevoli, una cucina invidiabile, alberi di limone che adornano le strade, un profumo unico e intenso, il vocio nei mercati , la brezza del mare e mille altre cose belle. Ma come in
tutte le cose c.è sempre il rovescio della medaglia. Una ragazza siciliana, tra gli anni settanta e ottanta era molto limitata dalla mentalità chiusa, dove l.unico o

biettivo era quello di sposarsi ed il piú in fretta possibile, con chi ,come, dove e perché era relativo e superficiale. Il rapporto con mio padre è stato alquanto difficile e travagliato, fino a quando arrivò il giorno che decisi di scappare da casa, per
cercare e trovare la mia liberta. Sono vent.anni che vivo in Alto Adige, i primi anni sono stati un po. difficili ma col tempo mi sono ambientata. Ho lavorato in diversi
posti, Alpe di Siusi, in Val Gardena in un albergo a 5 stelle. Da circa sei anni lavoro presso il centro di riabilitazione Grieserhof, e mi trovo molto bene come se fossi a casa. Dialogo tranquillamente con tutti, il lavoro mi piace molto. In alcuni momenti di tensione il personale ha saputo aiutarmi. Mi sono molto affezionata a Marco, in quanto è nato un bel rapporto di stima reciproco. Sono molto contenta di lavorare in questo posto, e spero di poterlo fare ancora per parecchio tempo.
L„ESPERIENZA DI AZIZ

Mi chiamo Abdelaziz, per gli amici Aziz, sono nato in Marocco. Dopo gli studi, ho iniziato a lavorare in un negozio di ge

neri alimentari. La mia piú grande passione é stata „il calcio“ dove ho ottenuto anche degli ottimi risultati, ho militato
in serie B marocchina. In seguito ad un incidente ho dovuto abbandonare lo sport in maniera definitiva. Sono sposato ed ho tre figli che adoro. Sono arrivato in Ita

lia grazie ad un„amico che me ne ha parlato benissimo. Nel 2001 ho preso la deci

sione di provare una nuova esperienza in Italia, ho lavorato per cinque anni in un albergo dove ho imparato la lingua. Nel 2007, sono stato assunto da una ditta delle pulizie, ed il pomeriggio lavoro presso il centro di riabilitazione psichiatrica
„Grieserhof“, mi trovo molto bene, ma il mio sogno é quello di ritornare un giorno
con tutta la famiglia in Marocco. Aziz
Pagina 5Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Interferenze Alto Adige del Mercoledí 19 Gennaio 2011 Interferenze Alto Adige del Mercoledí 19 Gennaio 2011 Cercando di dare una configurazione al concetto di malattia mentale, l’immaginario si imbatte facilmente in una iconografia, alquanto stereotipata, da cui emergono rappresentazioni tristi e penose. La visione è quella di un contesto circoscritto ed emarginato; persino temuto, di cui non si parla volentieri. Così, nel silenzio, nascono i mostri; nasce lo stigma o, quantomeno, il pregiudizio e con essi la tendenza ad escludere. Alla sofferenza psichiatrica, spesso non viene riconosciuta la dignità di malattia come tante altre alle quali invece si rivolge aiuto e comprensione. Sofferenza si aggiunge a
sofferenza e, umanamente, il “matto” viene considerato una brutta copia non assimilabile socialmente ai “normali”. La Divisione di Psichiatria del Comprensorio Sanitario di Bolzano ha dunque scelto di
dare voce e di rivendicare la dignità del disagio mentale attraverso una trasmissione radiofonica in
cui concorrono i Servizi Sociali, le Associazioni “Il Nostro Spazio”, “ Amici e Parenti dei malati psichici” ed altri gruppi accomunati nel dispensare arte, musica, esperienze specifiche, tutti intesi nel fa

vorire incontri e rapporti tra Istituzioni e cittadinanza. “Interferenze” -questo il titolo del programma che viene diffuso settimanalmente in collaborazione con Radio Tandem-, consiste in un’ ora densa di incontri, musica, dialoghi, interviste che vanno in onda ogni mercoledì, alle 15 e 30. Un’ ora di informazione e di formazione. E, naturalmente, di svago; in cui vengono filtrati argomenti anche delicati, nel rispetto di ogni singola identità e con l’ intento di valorizzare le cosiddette diversità. Il progetto nasce e si sviluppa a partire dal 10 ottobre 2009 in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. L’ idea che si afferma è quella di non limitare in una sola giornata una tematica così importante ed un fronte operativo così ampio. Ed è così che il 20 ottobre 2010 va in onda la prima trasmissione. Grazie alla disponibilità di Radio Tandem, all’ intervento di molti ospiti ed alla collaborazione di utenti e operatori del Servizio Psichiatrico, oltre che di cittadini volontari, si è aperto così un importante canale di comunicazione; sono stati presentati il servizio Arca di Noé, il progetto Montagnaterapia in collaborazione con il CAI, i progetti Pet Terapy, Sport, Biberclub, La Tartaruga ed altre iniziative del Centro di Salute Mentale. Fino ad oggi sono andate in onda una decina di puntate, sono state create 4 rubriche fisse e trasmessi un centinaio di brani musicali. Ulteriori aspettative: il coinvolgimento di studenti e volontari nel coordinamento settimanale del programma, per i contenuti, gli inviti e la gestione di un sito web, oltre che nella partecipazione ad incontri con personale ed utenti del Servizio Psichiatrico. Motivi in più per creare ascolto e scoprire nuove risorse, superando pregiudizi, luoghi comuni e tabù.
Acura di (S.P.)
Anna e il suo pensiero…
Io mi chiamo Anna Rizzo e sono una paziente della via del Ronco. Da continue delusioni amorose e da stress e mancanza di affetto dalle persone, sono in cura dal 1995 in via del Ronco. Nessuno pensa mai a me, neanche i parenti e gli amici. Vivo da sola con un gatto e mi devo arrangiare da sola. Ma da quando ho conosciuto la Radio Tandem, con il programma Interferenze, Popolare Network,

sento l„adrenalina, sento uscire le mie emozioni, sento la mia parte positiva uscire, e sono circondata
da persone positive. Io auguro a tutti di provare ció che provo quando sono in radio e dico a tutti : PACE!

Anna Rizzo
Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 6
IL MIO SUCCESSO A RADIO TANDEM; CON IL PROGRAMMA
„INTERFERENZE“

Sabrina
A Radio Tandem, con il pro

gramma „interferenze io, Sa-
brina (Francesca), sono la speaker, ossia la voce, la conduttrice. Il mio successo, lo dico e lo ammetto con molto orgoglio e soddisfazione, é in salita, in continuo crescendo. Inizialmente sono partita a condurre il programma radiofonico con Stefania e Raffaella, mentre ora lavoro già da sola. facendo interviste a psichiatri e utenti sul tema del disagio psichico. Oltre alle interviste, a mio giudizio molto interessanti, vengono lette dagli utenti alcune poesie, per meglio dire recitate con enfasi, teatralità, e con tanta musica in sottofondo. Vengono segnalate gli eventi della settimana, ovvero gli spettacoli nelle varie location, (cinema, teatri, servizio psichiatrico Arca di Noé , musei e manifesta

zioni all.„aperto come quelle
sui prati del Talvera a Bolzano.
Questo programma, offre la possibilità a tutti gli ascoltatori di acculturarsi e di avere un aiuto che si rivolge a tutte quelle persone con disagio psichico, per poter cosi essere aiutate ad autoaiutarsi nel gestire il proprio disagio e superarlo,
affrontandolo con serenità. L„idea
di proporre tale programma é nata
con l„intento di combattere lo stigma che le persone “normali” hanno
nei confronti di coloro che soffrono di problematiche psichiche, tanto é vero che oggi non si parla piú di malattia psichica ma di disagio psichico. Sono molto contenta di poter contribuire volontariamente con
„Interferenze“ ed aiutare tutti colo

ro che ne soffrono. Mi piacerebbe essere chiamata in radio da persone con disagio e anche normalmente sane, per sapere la loro opinione riguardo la trasmissione e confrontarmi con loro. Parlare con amici, conoscenti e soprattutto estranei del tema del disagio psichico, di come vincerlo, perché secondo me si puó guarire.

Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 7
PASSATO; PRESENTE E FUTURO Una cittadina mamma… racconta Ripercorrendo la mia esperienza, vorrei fare un salto nel passato di circa
trent„anni. Mia figlia all„etá di 19 anni iniziava a

comportarsi in maniera molto strana e bizzarra, allora decisi di recarmi alla clinica psicosomatica di Innsbruk, dove le diagnosticarono una forma di schizofrenia.
Essendo completamente all.„oscuro di
cosa fosse la malattia mentale, volevo capire, quindi iniziai a documentarmi, a chiedere in giro, e grazie al prezioso aiuto di un bravo medico della clinica mi resi conto piano piano , giorno dopo giorno, del grande mondo della Psichiatria. Ad Innsbruk mia figlia é rimasta in cura 2 volte per 3 mesi, invece a Bolzano ero in contatto con il Centro di Salute Mentale di via Alto Adige. Nel frattempo avevo fatto la conoscenza di altre persone coinvolte come me in queste problematiche. Nel
1989 decidemmo di fondare
l„associazione Parenti e Amici dei Malati Psichici, l„idea nacque spontaneamente per sostenerci l„uno con l„altro.
Aiutarci in alcuni momenti drammatici, ma soprattutto per trovare delle risposte alle nostre domande . Dopo la prematura morte della prima
presidente dell.„associazione, ho preso
il suo posto cercando di coinvolgere il
piú possibile l„assessorato alla sanità con il sociale. L„allora assessore dr
Saurer conscio della precaria situazio

ne che pesava sulla „rete“ psichiatrica, prese a cuore il nostro „grido d„aiuto“.
In quegli anni si parlava molto del famoso psichiatra di Trieste Franco Basaglia che con la sua riforma ha rivoluzionato il modo di curare la malattia
mentale, egli disse „La libertà é terapeutica“ (legge 180, 13/05/1978 Rifor

ma Sanitaria). Negli ultimi 20 anni in Alto Adige vennero poste le basi per una psichiatria moderna con una parte delle strutture necessarie ad essa. Questa realtà non
deve indurci a „Giacere sugli Allori“.
Tutti dobbiamo contribuire, nelle nostre possibilità, a continuare un processo di costruzione valido sia per le condizioni di vita di chi soffre, che dei loro parenti.
Ora, in questo preciso momento c„é un
grave problema da risolvere al piú presto possibile. Riguarda la costruzione in via Fago del nuovo centro di riabilitazione, che doveva essere finito nel
2011, promessa che venne fatta qual

che anno fa. Invece i lavori non sono neanche iniziati, pur sapendo che sia il progetto che il finanziamento sono stati approvati. Tutto il centro di riabilitazione, al momento, si trova in affitto
nell.„edificio“Grieserhof“ a Bolzano/
Gries di proprietà delle suore terziarie. Le suore ora hanno dato lo sfratto perché la struttura deve essere ristrutturata, rimodernizzata. Si sperava di poter fare un solo trasloco per non pesare troppo sulla psiche degli utenti. Ora si puó solo sperare che le suore attendano fino al 2013 e che per quella data la struttura di via Fago sia pronta.
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LA TERAPIA OCCUPAZIONALE

.ALLA SCOPERTA DI UNA PROFESSIONE PREZIOSA MA POCO CONOSCIUTA : TRE TERAPISTE(T.O.) OCCUPAZIONALI RACCONTANO…
Arianna Barbara Valentina
tre terapiste occupazionali (T.O.) di ritorno da Ostia, dopo aver
partecipato ad un corso di formazione specifico per il nostro profilo professionale,organizzato dall’A.I.T.O.(Associazione Italiana di Terapia Occupazionale), sedute al tavolino della carrozza ristorante del treno che sfreccia da Roma verso Bolzano, raccogliamo i racconti dei nostri percorsi, diversi ma che ci hanno portati alla stessa destinazione .Siamo colleghe e amiche con una passione in comune che ci ha portate a scegliere la stessa professione e lo stesso ambito di lavoro: la psichiatria. Iniziamo con le presentazioni: Valentina Ferrigato: T.O. dal 1996,operante in campo psichiatrico dal 1998(reparto di psichi

tria dell’ospedale di Bressanone e dal 2004 al C.R.P. Grieserhof),Barbara Tosetto: T.O. dal 1999 operante nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Bressanone,Arianna Lorenzi: T.O. dal 2008 operante in ambito psichiatrico con ragazzi Essendo tre “esemplari di una specie ancora rara”(T.O. in psichiatria) ci uniamo per farci forza e per farci conoscere e comunicare l’entusiasmo che condividiamo per la nostra professione, nella speranza di veder ampliare il nostro campo d’azione (ad es. presso
S.P.D.C. e C.S.M.), consapevoli di poter offrire, con la molteplicità delle nostre possibilità di trattamento, aiuti concreti a persone che soffrono nella loro quotidianità per disagi che non permettono di agire adeguatamente o come vorrebbero o come potrebbero… L’obiettivo principale della terapia occupazionale è,infatti,quello di potenziare la capacità di azione della persona negli ambiti per lei importanti inerenti l’autonomia,la produttività,il tempo libero,la partecipazione sociale mirando ad un miglioramento della qualità e della soddisfazione di vita individuali. In terapia occupazionale l’azione è contemporaneamente obiettivo e strumento terapeutico e il terapista occupazionale utilizza le attività (a.v.q.attività della vita quotidiana, attività artigianali o creative,attività del tempo libero) come strumento sia diagnostico che di intervento.Ma torniamo a noi che vi racconteremo le nostre storie cercando di rispondere alle tre domande che il redattore Aldo ci ha consegnato per questo articolo:-com’è nata l’idea di fare questo percorso?-ritenete importante l’approccio manuale attraverso i materiali e perchè?-dopo tanti anni di lavoro l’esperienza ha fatto calare l’entusiasmo?
*Valentina:il mio “debutto” in psichiatria risale all’11 gennaio 1998, il giorno in cui, superato un concorso per T.O. presso
l’Azienda Sanitaria Nord, mi venne offerto un posto di lavoro presso l’allora da poco inaugurato reparto psichiatrico dell’Ospedale di Bressanone, dove avrei dovuto dare il via ex-novo al servizio di T.O.. Non esitai ad accettare la sfida!
Da circa un anno ero già in servizio in campo neurologico e mi ritrovavo quindi a lasciare un lavoro conosciuto,sicuro e comodo (abito a Bolzano e lavoravo presso il servizio riabilitativo di via Fago), nonostante lo scetticismo e la disapprovazione della mia scelta di colleghi, parenti,amici,da cui non mi sono lasciata condizionare,perchè una passione mi chiamava, determinando la mia motivazione e l’interesse per il lavoro in psichiatria, nato in me già durante la formazione in T.O. ed in particolare durante i mesi di tirocinio in campo psichiatrico in Austria, presso il Landesnervenkrankenhaus di Rankweil (Vorarlberg) . Vi devo raccontare,però, come ho scoperto e scelto questa professione… Correva l’anno 1992, quando, neo-diplomata in lingue
(tedesco,inglese,francese),mi trasferii a Bruxelles, per con

dividere un’esperienza all’estero con mio padre, che aveva ricevuto un incarico di lavoro triennale presso la Comunità Economica Europea. Vagando per le strade di quella sconosciuta città alla ricerca della “mia strada”, mi lasciavo guidare da quel desiderio che già da bambina esprimevo quando dicevo che da grande mi sarebbe piaciuto lavorare in un ospedale…aiutare gli altri…e fu così che,quando il caso
(…nulla succede per caso!) mi portò davanti ad un antico
edificio dove si leggeva l’insegna “I.S.C.A.M.=Institut Superieur pour les Carrieres Auxiliares de la Medecine”, entrai per chiedere informazioni intenzionata ad accedere ad un corso di fisioterapia. Il direttore dell’Istituto, Monsieur Castelain, dopo avermi ascoltata e osservata attentamente, mi disse: “io vorrei consigliarle di iscriversi al nostro corso di ergoterapia (dal greco “ergain”=agire,essere attivi / ergotherapie è il termine tedesco e francese,corrispondente all’italiano terapia occupazionale e all’inglese occupational therapy) anzichè a quello di fisioterapia!”. Quel momento è stato uno dei più determinanti della mia vita: uno di quei rari e preziosi momenti in cui senti di essere al posto giusto nel momento giusto! Affascinata ed incuriosita dalle informazioni che M.Castelain (lo ricorderò sempre e sarò per sempre grata a quell’uomo alto e magro con capelli e barba rossi) mi diede su questa professione della quale non avevo mai sentito parlare, mi iscrissi e fu così che frequentai a Bruxelles il mio primo anno di formazione in T.O. ,del quale conservo ancora i primi manuali in francese come dei tesori! Fu come un anno di conoscenza e preparazione, perchè, l’anno seguente, avendo scoperto che a Bolzano partiva per la seconda volta un corso triennale di terapia occupazionale organizzato dalla Scuola Provinciale di Sanità (allora non ancora Claudiana), ricominciai da zero e questa volta in tedesco, con tirocini (in neurologia,in pediatria,in geriatria,in ortopedia,in psichiatria) presso cliniche specializzate disperse tra i monti e i paesini di Austria e Germania…Vi assicuro che sono stati tre anni molto impegnativi e che hanno messo a dura prova la nostra pazienza e flessibilità e la nostra motivazione a diventare T.O. in quanto il corso non era ancora ben strutturato. Non avevamo neanche una sede e facevamo il giro della città per fare lezione nelle aule che ci venivano date in prestito in diverse scuole elementari e per quasi tutti i tirocini dovevamo andare all’estero in quanto allora le terapiste occupazionali dell’Alto Adige si potevano contare sulle dita di una mano…
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La Terapia Occupazionale

. Comunque nel dicembre del 1996 portai a termine la mia formazione. Il seguito ve l’ho già raccontato… Posso
concludere dicendo che sono pienamente soddisfatta delle scelte che ho fatto e delle esperienze che mi hanno portata fin qui. Anche dopo tanti anni di pratica trovo il mio lavoro sempre stimolante e gratificante, perché ogni giorno raccolgo piccole grandi soddisfazioni vedendo risultati concreti e l’efficacia dei vari metodi di trattamento che mi permettono di accompagnare le persone a scoprire, sperimentare, migliorare le proprie potenzialità e le possibilità di fare, di agire e di essere al di là delle patologie… cercando contemporaneamente di trasmettere quello che il mio stesso percorso mi ha insegnato: non avere paura,avere fiducia nella vita,ascoltare i propri desideri, riconoscere e cogliere le occasioni che si presentano, credere in sè stessi…per poter dare ed esprimere il meglio di sè.* Barbara: ho iniziato il mio percorso per diventare terapista occupazionale in quanto attratta da questa nuova professione che mi avrebbe permesso di lavorare in diversi ambiti mettendo in gioco me stessa…Al termine della mia formazione, avendo svolto i tirocini in diversi ambiti, tra cui la psichiatria dell’ospedale di Bressanone, dove conobbi Valentina (referente di tirocinio e in seguito di tesi di laurea), era già chiaro per me dove avrei voluto lavorare e con quale clientela. Così, a tre mesi dalla laurea, nel marzo del 2000, entrai in servizio proprio dove desideravo, nel reparto di psichiatria di Bressanone dove tuttora sono l’unica terapista occupazionale (in attesa di colleghi!). Il mio interesse per la psichiatria ed il mio entusiasmo per il mio lavoro non sono assolutamente calati da allora, al contrario..perchè per me è una sfida giornaliera dove è richiesta molta fantasia, flessibilità, sensibilità ed empatia. Ritengo l’impiego di attività di estrema importanza, sono la base della nostra professione. Le attività fanno parte della vita di ogni individuo,sono un bisogno primario dell’essere umano. Le attività manuali, attraverso i diversi materiali per l’esecuzione di diverse tecniche artigianali o per l’espressione della creatività in psichiatria permettono di facilitare il contatto con la realtà e con sè stessi e recuperare o mantenere o migliorare funzioni cognitive(ad es. capacità di pianificazione,di concentrazione, di memoria..), fisiche(ad es.postura corretta,motricità fine..), emotive(ad es. motivazione,espressione di emozioni..), sociali (ad es. adattamento ed interazione nel gruppo aperto..). Dopo tutti questi anni di lavoro l’esperienza non ha fatto calare la mia motivazione verso questo ambito ed è un bagaglio prezioso che porto con me e che spero di poter continuare ad arricchire ma anche trasmettere negli anni futuri.*Arianna:premetto che sono veneta e che ho scelto di trasferirmi in Alto Adige proprio per poter lavorare in ambito psichiatrico a causa dell’assenza di terapia occupazionale in psichiatria nel Veneto! Ero al secondo anno del corso di laurea in T.O. dell’Università di Padova (sede a Conegliano Veneto), quando decisi di cercare un luogo dove poter approfondire le mie conoscenze in psichiatria. Così misi piede per la prima volta nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Bressanone il giorno 11 gennaio 2008,quindi esattamente 10 anni dopo l’inaugurazione di Valentina della terapia occupazionale nei reparti, chiuso e aperto.Quel giorno conobbi Barbara
(referente di tirocinio e in seguito di tesi di laurea) e capii che la psichiatria sarebbe stata l’ambito verso il quale
si sarebbe diretta la mia strada come professionista. Da dicembre 2008 lavoro presso la Cooperativa Sociale EOS. Il primo anno presso la Villa Winter a Brunico e, successivamente e tuttora, presso la neo Villa Sommer a Laives. Lavoro con ragazzi adolescenti e,attraverso gli interventi terapeutici, cerco di dare loro fiducia, una maggiore autostima e la consapevolezza dei loro punti di forza, come anche strategie per aggirare quelli deboli…L’approccio manuale con diversi materiali è molto importante ed è il mezzo attraverso il quale possono trovare un modo per esprimere sè stessi, le proprie emozioni,le proprie paure,i propri desideri..per risvegliare la creatività, conoscere le proprie capacità,sviluppare il senso di competenza e il desiderio di trovare un ruolo significativo…iniziare a fare progetti per il futuro…Speriamo di essere riuscite attraverso questi racconti a darvi un’idea della poliedricità e del valore della nostra professione!
Valentina, Barbara e Arianna
Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 10
Katya e il sogno infranto …

Sono nata in Marocco,ho frequentato il liceo. Per tanti anni ho praticato uno sport (Taekwondo) un.arte marziale Coreana. La filosofia del T:ha come fondamento l.etica e la morale, affinché gli uo

mini possano convivere insieme armonicamente. Tae(calciare al volo) Kwon(colpire con il pugno)do
(arte), negli anni ho riscontrato molte soddisfazio

ni, fino a diventare campionessa nazionale juniores. Nel momento in cui dovevo andare alle olimpiadi a Barcellona, é avvenuta la prima delusione, mi hanno lasciato a casa, per portare altre persone che non si erano neanche qualificate, purtroppo nel mio paese alcune cose funzionano cosi……
Nel settembre del 2001, grazie all.aiuto di
mia sorella, sono arrivata in Italia e precisamente a Bolzano per cercare di affermarmi nello sport, ma la sfortuna era
all.„angolo che mi aspettava, un„incidente
con il motorino causò la rottura dei legamenti del ginocchio, condizionando per
sempre il sogno che nutrivo fin da bambina. Sono andata in crisi, in un batter
d.occhio è cambiato tutto. Ma la vita conti

nua, ho reagito, mi sono trovata un lavoro
(nell’ambito delle pulizie). Sono arrivata al
C.R.P. nel 2003. I primi tempi ero molto spaventata, poi piano piano capendo di piú le problematiche psichiatriche ho potuto constatare che non è come la gente pensa, che gli utenti sono pericolosi. Il lavoro mi piace molto, è tranquillo e si respira un.aria di collaborazione, il mio turno è la
mattina. Di sera ho frequentato un corso
per l.assistenza all.anziano, ho preso l.attestato ma non ho potuto completarlo,
per i vari problemi della vita (affitto, figli,
spese ecc). Grazie ad un.infermiera del
Centro di Salute Mentale che mi ha pre

sentato all.equipe, ora assisto per due ore
al giorno un utente, fornendogli sostegno e compagnia.Concludendo affermo con assoluta certezza che anche se non ho potuto realizzare il sogno della mia vita, sono contenta di aver trovato un ambiente, che ha saputo accogliermi.
kATJA

Trimestrale Anno 3 n.4 Marzo 2011 Pagina 11
La pagina di Jone

Quando la televisione non offre particolari attrattive, io spengo l„apparecchio e mi dedico a
vari passatempi piú piacevoli. Uno fra questi é la lettura.
Una pubblicità recita cosi „Un libro é il pane della mente“; e su questo sono pienamente d.accordo. Quando leggi un libro é come se tu ti nutrissi: il cibo riempie lo stomaco, un
libro riempie la testa. Alcune persone pensano che leggere é una perdita di tempo. Bah!!Invece io penso che sia tempo speso bene. Quando leggi storie di sentimenti, di amore o di drammi, ti immedesimi e ti creano una certa emozione. Quando leggi libri di avventura di viaggio puoi creare nella tua mente, con la fantasia, la scenografia che piú ti piace. Si puó scegliere tra manuali di saggistica, di arte, di storia per comprendere un pó di tutto su vari argomenti, oppure si puó scegliere un libro giallo per stare col fiato sospeso fino
all.ultima pagina !
Un libro puó diventare un fenomeno letterario oppure un libro indimenticabile.
Ce n.è per tutti i gusti e allora…
Buona lettura a tutti.. Ciao Jone
INDOVINELLI:
Qual„é la differenza tra uno specchio ed uno
stupido?
2)Sapete cosa fa uno gnomo dal fotografo?
3)Sapete perché il pomodoro non dorme
mai?
4) ha le braccia ma non le mani, ha il collo
ma non la testa .
5)É tuo ma lo adoperano sempre gli altri

6)Cos’é che non si muove, eppure va
ovunque
7)Se le unisci dividono.
8) tutti gli animali della foresta sono a una riunione. Una capra ed una mucca devo

no attraversare il fiume abitato dai coccodrilli. Come fanno? SOLUZIONI PAG 12
CRP Grieserhof -PRZ Grieserhof Comprensorio Sanitario di Bolzano
INDOVINELLI (SOLUZIONI):
Ufficio Stampa: Comprensorio Sanitario di Bolzano 1) LO SPECCHIO RIFLETTE; LO STUPIDO NO! Supervisione: Coord. Paola Pomarolli 2) ASPETTA LO SVILUPPO! Redazione: Aldo Di Napoli e Marco Ulizzi 3) PERCHÉ PENSA ALL„INSALATA RUSSA Disegni: Marco Ulizzi 4) LA CAMICIA Un ringraziamento particolare per la collaborazione: 5) IL COGNOME alla sig.ra Lisa Broggio, alla sig.ra Petra Bacher per le traduzioni 6) LA STRADA ea 7) LE FORBICI tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di 8) PASSANO TRANQUILLAMENTE PERCHÉ TUTTI GLI questo giornalino. ANIMALI SONO ALLA RIUNIONE; QUINDI ANCHE I
Sede di lavoro/Arbeitssitz: COCCODRILLI:
CRP Grieserhof
Via Cologna 1
39100 Bolzano
Tel.: 0471/283447 Fax.:0471/283730 e-mail:marco.ulizzi@asbz.it
cataldo.dinapoli@asbz.it crp.grieserhof@asbz.it

E´possibile una guarigione dalla malattia mentale grave?
Recovery è un termine inglese difficilmente traducibile in italiano. Significa «guarire», «riprendersi», ripristinare una condizione di appartenenza a se stessi che è in contrasto con un semplice essere «paziente» come comunemente si è inteso fino ad ora: l´attendere passivamente che qualcuno, dall’esterno, dispensi per noi la salute e la guarigione. Negli ultimi anni, assumendo come proprio il concetto di recovery, la psichiatria lascia alla persona maggiore potere e possibilità di sfidare la propria disabilità, aiutandolo a ricostruire
un progetto di vita all.interno di un contesto sociale di sua scelta e di cui è parte attiva. Lo
aiuta cioé ad essere ancora di piu´protagonista delle proprie scelte e della propria esistenza.
La guarigione è un viaggio, afferma Ron Coleman. Un viaggio che non può essere intrapreso da soli né tanto meno, con qualcuno che decida il percorso al posto nostro, tracciandone le mappe e i passaggi obbligati. La guarigione è un costrutto assolutamente personale che però implica la presenza degli altri: la loro testimonianza, la loro comprensione, la loro professionalità ed una analoga esperienza del dolore. Ecco quindi come l´esperienza e l´aiuto degli “ex-viaggiatori”, le associazioni di utenti e i famigliari degli stessi diviene parte attiva ed integrante dei percorsi di guarigione dalla malattia mentale grave e della ricerca scientifica, assieme al mondo scientifico e professionale. Attraverso il concetto di recovery, si realizza concretamente il trialogo collaborativo tra famiglia,utente e servizi.
Questi e molti altri ancora, i temi affrontati nella Conferenza Internazionale sul Recovery che si terrá il 5 e 6 maggio 2011 a Bolzano nella splendida cornice dell´EURAC e che
ha come destinatari professionisti della salute mentale, studenti, famiglie e i diretti interessati al disagio psichico. I numerosi relatori che interverranno provengono da vari paesi euro

pei e statunitensi. Alcuni di questi sono i grandi “guru” della riabilitazione psichiatrica e dello
studio del recovery, altri, meno famosi ma altrettanto interessanti, porteranno dei contributi
innovativi sempre nell.´ottica del lavoro interattivo e della condivisione tra le parti coinvolte.
Maggiori informazioni e dettagli per il programma e l´iscrizione sul sito: http:// convention.eurac.edu/recovery.

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