Caricato da REXPOchannel in data 25/giu/2010
Dall’Album “Scemità” di Massimiliano De Menna : Tammurriata ‘e ritt antichi, dodicesimo brano.
Traduzione:
“Tammurriata di detti antichi”
E questa è una lezione di detti antichi, / disse l’amatore sulla discesa, / come un cardellino che non ha voce / senza l’accoglienza di in una gabbia con una sposa / A Napoli ci stà chi lo prende ancora in giro, / il martire di questa Italia unita / che lo sanno tutti è Amatore Scesa.
Il quale, andando al patibolo / disse, “Tiremm’ ‘nnanz’!”. Sono parole straniere / che lui disse per consolare figli e moglie e tutti quanti siamo di Napoli paisà!
E penso che Joacchino (Murat) si arrangiava / Emise una legge ma ne restò impiccato / A causa di Bonparte che ne era geloso / Delle donne di prestigio del famoso amante./ I francesi si inalberano / se qualche altro gallo becca nell’aia / solo il Boerbone ne faceva festa / Feste farina e forca a tutte le ore. / Uhé, la libertà / sì, la fraternità / Qua l’uguaglianza va bene solo nel senso che: spogliati tu e vesti me.
E prima dei Borbone l’alabarda / L’aragonese appoggia ad ogni basso. / E’ cosa che se si sa ma non si dice, / quello l’appoggiva da mattina a sera. / E prima dei spagnoli è robba vecchia / ce ne andiam a Nola vico vico, / fino a questa Magna Grecia che si dice / Megaride di allora popolò. / E adesso, che ne dici di adesso / Mussolino (Ma anche il brigante) non c’è più / e l’america soltanto / va sparando a tutti quanti / qua finisce a fatto nero, nero, nero come a che!
I turchi sono arrivati alla marina. / Chi ha le scarpe rotte le fa riparare; / e’ pure vero che sono mille anni che succede / e la storia del petrolio è solo una scusa. / E poi non ci dimentichiamo dei Cinesi, / o delle donne con un bel didietro. / Entrano magre e poi diventano grasse / e si portano con sé la mamma, la monna e la figlia. / Sì, la globalità, e la cristianità! / Qua il problema è sempre lo stesso, senza un buon wel fare / licenzia a te e assumi me. * E vuoi vedere che ritornano i Borbone / a comandare un esercito di straccioni / con un barbone che canta la messa al popolo in ginocchio o a culo all’insù. / A causa che i comunisti hanno esaurito le scorte per mandarli tutti in Siberia, / che pure era una soluzione, / visto che i ghiacci si stanno squagliando. / Sì questa è la verità, ma è pure una scemenza. / Una ricetta solo è buona se non hai più soldi a Natale accenditi una pipa e vai a dormire.
Sul tetto a mezzanotte / vado a vedere i fuochi: / tic trac, fischi e razzi Sant’Antuòno! Questi sono pazzi! / Adesso una zitella mi annuncia che suo nipote sta preparando / una batteria di fuochi che le è costata quanto un abito da sposa. / Poi, un amico che si chiama Pippo, / mi presenta una signora, / si presenta niente male / ma anche lei si chiama Pippo. / Pippo qua Pippo là / la batteria fa Tra Trà, / fa uno scoppio esagerato / che fa tremare tutto il palazzo. / L’ingegnere che è appostato / subbito indice un assemblea: / per potere sparare più forte ancora bisogna ristrutturare il terrazzo. Io totalmente rintontito / stabilisco fermamente: / è meglio che scendo giù, tanti auguri a tutti quanti! Vai a vedere che però in sogno / la mattina di capodanno / viene Pippo con il cappotto abbinato con il meletto./ Ma a questo cuore una legge gli ho messo per lucchetto: / che se sogna perde la testa / va a finire che scoppia… disse l’amatore sulla discesa: “C’è un detto che mi da ragione: Gioacchino emise la legge e Gioacchino fu impcccato.
Un gioiello scoperto per caso questo tuo blog Chiara Salvini. Un gioiello perché grazie a un complimento brilla di quella luce, il discreto applauso, di cui l’artista ha insaziabile confessato o inconfessato, o inconfessabile appetito. E un gioiello perché – lo sto approfondendo solo ora che l’ho scoperto – dalle poche cose lette ho riconosciuto il gratus terror che ha accompagnato la mia esistenza tesa tra follia e saggezza come la fune di antica memoria che muta i poli estremi rappresentando un globo via via che ci rappresentiamo il mondo così come lo vogliamo o così come è: cenere e dolore in cui l’aquila dall’alto mira al serpente e rimesta i ruoli… il bene e il male nel mortaio nero rosso e sangue. Che dire di più. Rendersi ridicoli è un arte e io ne sono esperto ma la farsa spesso ha il sapore del dramma e la tragedia a sua volta mostra i denti nella sua smorfia d’asino che raglia. ((Scusa Asino)
Ps Keep in touch… ici et /ou sur effebi! Come ti chiedo l’amicizia visto che siete in tante a avere lo stesso nome? O me lo spieghi o me la chiedi tu –
Massimiliano De Menna
caro Massimiliano, onorata di ricevere un tuo commento, così poetico e profondo, anche se alla mia mente limitata non sempre la poesia fornisce le immagini ad una com-prensione o, almeno ad una intuizione. Il tuo è un commento che va riletto. Ho pensato di dirti “grazie” pubblicando una parte della tua commedia “Time out” e la presentazione del tuo primo romanzo “L’eretico”: per pura combinazione, nella mia lunga vita (“lunga” di tante cose) sto passando, come il tuo eroe, “dal bene al male”: cresciuta nella bontà cristiana (scuola primaria), ho dovuto piano piano scoprire la cattiveria, certo! “prima negli altri” (come la pagliuzza e la trave) e poi in me, anche se-devo dire – sono ancora carente in questa scoperta del mio lato d’ombra –credo troppo inibita e’ stata la mia naturale cattiveria, sì dall’insegnamento, ma anche da una lunga pratica nel continuo tentativo di “trasformare la distruttività in costruttività”, processo nel quale si sintetizza, a mio parere, la guarigione-tanta o poca- dalla pazzia. Sono iscritta a Facebook e Twitter, ma non ho mai tempo di andarci: la mia amicizia ce l’hai tutta intera insieme alla mia ammirazione: francamente non sono in condizione, neanche se conoscessi il tuo lavoro approfonditamente, di esprimere un giudizio, ma l’idea che un essere umano si dedichi all’arte, invece che a costruire imperi finanziari, mi dà allegria e speranza, quest’ ultima così “essenziale” in questi tempi bui. Su Facebook sono iscritta con il mio vero nome, che preferisco lasciare nell’ombra qui sul blog perché vivo in una minuscola città, Sanremo, che è più minuscola di testa e di cuore che di abitanti. Non voglio mettermi in pasto alle belve. Spero che il mio “regalo”, se mai tornerai su questo blog, ti sia gradito. Lo trovi alla data 16 novembre, ore 06 e qualcosa, comunque c’è il tuo nome. Un abbraccio, chiara
La sofferenza dell’anima si colora a seconda delle circostanze degli infiniti nomi coi quali la si battezza. Dare un nome al male, nella maggior parte dei casi, è già un lenimento. L’innamorato soffre di meno se sa di essere tale. Così il folle, lo schizofrenico bistra la maschera delle sue fobie e, variopinto, la nomina consegnando al suo carnefice, il medico, la confessione di essere diverso: e lenisce, così, l’anonimato che lo attanaglia in occasione degli eccessi del suo libero arbitrio.
A volte la provenienza varia della pioggia dei colori nella sua mente, mescolandosi troppo, assume la tinta del male o del lutto… del massacro. Il piacere dell’insania senza vergogna è pericolosa – trascuriamo questo tetro regno?
Regola prima: qualsiasi episodio maniacale che si autolimita a fare del male solo a se stessi, ha una sua temporalità… passa: e la vita non fa a tempo a stargli dietro. E persino il bene e il male sfumano – incanutendosi i capelli – nell’insipidità della natura umana… e della Natura stessa nella sua totalità, non meno confusa e illogica di etica e di cannibalismo. Dio, per chi lo ha visto, è l’Aquila e la Lepre, il Prato e il Ruminante.
L’Eretico, come gran parte della mia opera, è artigianalmente ben fatto ma è noiosamente didascalico e conformista.
Time Out è la cronaca di uno stato post mortem inventato e messo in scena al culmine della mia creatività. L’ultimo disperato appello a questa città, e chissà forse a questo mondo, a ritornare al melos, alla cultura. Aurora è romantico e va letto con Wagner in sottofondo. L’ho citato perché te lo consiglio. Così come anche “Il volo del cigno” Ma è difficile capirlo e credo anche trovarlo. Così quanto è pressocché impossibile “Le Pied Bot” quello che io considero il mio capolavoro e che è interamente dedicato alla schizofrenia. Se mi chiedi l’amicizia con il tuo nome vero ti spedisco altro… e non sempre solo di me, ovvio! Comunque a gennaio esce il mio ultimo romanzo Teti che si fa forza profanamente agli dei falsi e bugiardi!
Riepilogando:1) Non è importante essere paranoici, è importante esserlo quanto basta per sopravvivere. 2)Temere e rispettare la Vergogna 3)La sofferenza della psiche altro non è che la cura… aut pati aut mori! 4) Il gratus terror è la paura, lo spavento, il racconto della tragedia altrui che nell’archetipo greco è catartico delle tue ombre del profondo.5) Tammurriata ‘è ritti antichi è un divertissement letterario su un tema di “tamorra”, versione popolare con varianti più raffinate tra le quali la tarantella. La tamorra, per il suoi impatto ritmico è per il popolo dei feroci sanfedisti napoletani l’inno da imbottire delle più oscene insinuazione sui costumi dei nemici (In questo caso i giacobini e i primi republichini, gli invasori insomma, gli anti borbonici) Il testo sta a me quanto “il va pensiero” ai nordisti di mente lucida che sanno che, tutto sommato, per dei razzisti tendenziali, (come si vantano di essere) è imbarazzante recitare sul palcoscenico il popolo dei perseguitati per antonomasia e per saecula saeculorum: gli ebrei. Se il mio stile ti può sembrare quello di uno sputasentenze è perché ancora non ho capito di cosa stiamo parlando. Definisci tu un tema e troverai in me la persona più modesta e disponibile a intavolare piacevoli conversazioni (Quando mi accorgo del valore di chi mi sta di fronte) Ave atque Vale! Massimiliano.
CARO MASSIMILIANO, mi perdonerai, ma vivo correndo ed invece avrò bisogno di un tempo calmo per dialogare con te. Ti dico però una mia sensazione curiosa: qualcosa di profondo nel tuo scritto mi ha…non trovo la parola… e mi sembra sia nato in me un sentimento di affetto per te…non stupirti troppo…addirittura di cullarti un po’ e coccolarti attraverso le parole. Usa questa informazione che ti do sul mio inconscio come vuoi e, naturalmente, fattene quello che ti pare, anche fattene niente! ciao, ti abbraccio chiara
Vuole la tua amicizia su ‘facebook’ e ti chiede come deve fare visto che tante persone hanno il tuo stesso nome. O glielo spieghi come fare oppure chiedi tu a lui la sua amicizia su ‘facebook’.