02 dicembre 2012 ore 18:21 DEDICATO A DONATELLA: TEMPLE GRANDIN : VI VOGLIO PRESENTARE UNA DONNA CHE DELLA SUA MALATTIA (MALATTIA DI ASPERGER, UNA FORMA ATTENUATA DI AUTISMO)NE HA FATTO UNO STRUMENTO DI RICERCA E DI LAVORO CON GLI ANIMALI. QUANTI DI VOI, A VOLTE, NON PREFERIREBBE UNA MACCHINA CHE LI FACESSE SENTIRE “ABBRACCIATI” PIUTTOSTO CHE SUBIRE LA CONFUSIONE DI SENSAZIONI-EMOZIONI CHE IL CONTATTO FISICO CON UN ALTRO PUO’ COMPORTARE?

 

 

 

chiara: ho sottolineato quello che mi è stato possibile osservare in una persona con tracce di questo disturbo, pur essendo considerato socialmente “normalissimo”. A mio parere, la sua mente è stato in grado di fare uno “splitting” (termine tecnico per dire “scissione” ) perfettamente funzionante e adattativa tra comportamento sociale e personal-familiare. Questa scissione è stata possibile avendo una “parte sana” consistente o importante. “L’altro” comportamento è “segreto”, anche se è quasi impossibile non farlo trasparire ai conviventi.

 

La sindrome di Asperger rientra nello spettro autistico e pertanto non è detto che tutti gli individui presentino lo stesso insieme di sintomi e nella stessa configurazione. Comuni sono le seguenti caratteristiche[:

  1. Esordio nell’infanzia
  2. Limitate relazioni sociali, isolamento
    • Nessuna o poche relazioni durature; relazioni che variano da troppo distanti a troppo intense.
    • Interazioni con i coetanei difficili, goffe o sgraziate.
    • Egocentrismo inusuale, con una mancanza di attenzione verso gli altri e i loro diversi punti di vista; scarsissima empatia o sensibilità al punto di vista degli altri.
    • Mancanza di conoscenza delle convenzioni sociali; predisposizione a infrangere le regole sociali.
  3. Problemi di comunicazione
    • Una voce strana, monotona, magari in un volume insolito.
    • Parlare verso (piuttosto che con) gli altri, con poca preoccupazione circa la loro reazione di risposta
    • Linguaggio buono superficialmente, ma troppo formale/ampolloso/pedante; difficoltà di afferrare un senso diverso oltre quello letterale
    • Anomalie del comportamento comunicativo non verbale; in apparenza impassibile e con poca gestualità;
    • Anomalie dello sguardo e delle espressioni facciali; contatto visivo assente o troppo intenso.
    • Postura e linguaggio del corpo strano, goffo o sgraziato.
  4. Attività particolari
    • Interessi perseguiti con ossessione.
    • Circoscritti interessi che contribuiscono poco per un’aspettativa di vita più ampia, come collezionare fatti e figure di poco valore pratico o sociale.
    • Routine o rituali inusuali; i cambiamenti spesso sono sconvolgenti.
  5. Alcuni sintomi fisici[3]:
    • difficoltà motorie nell’infanzia
    • goffaggine
    • andature bizzarre o anomale, movimenti strani o impacciati
    • anomalie di locomozione, di equilibrio, di destrezza manuale, di scrittura a mano
    • Movimenti rapidi, ritmici e di imitazione.
mepageCatalogo > La macchina degli abbracci
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Temple Grandin, Catherine Johnson

La macchina degli abbracci

Parlare con gli animali
Traduzione di Isabella C. Blum
2007, pp. 430
isbn: 9788845921421
Psicologia / Psicoanalisi / Psichiatria, Etologia
€ 30,00  –15%  € 25,50
RISVOLTO
A diciotto anni Temple Grandin si costruì una macchina per gli abbracci. Aveva visto che le mucche diventavano mansuete dentro la gabbia di contenimento usata dal veterinario per visitarle, e aveva intuito che uno strumento simile avrebbe potuto calmare anche lei. Così, con due assi di compensato che si stringevano dolcemente ai lati di una panca, realizzò lo strano congegno. Che funzionò a meraviglia. E Temple, giovane autistica con molti problemi di relazione, capì di avere una speciale affinità con gli animali. E capì che per essere felice avrebbe dovuto studiarli e stare con loro il più possibile. Quel che non sapeva è che varie altre – e non meno spiazzanti – scoperte avrebbero fatto di lei uno dei più famosi esperti del comportamento animale. Ma che cosa hanno in comune gli individui autistici e gli animali| Rispondono agli stimoli esterni in modo diverso dalla norma, e tuttavia secondo regole precise, con un linguaggio interiore coerente e un’attenzione concentrata su particolari visivi, uditivi e tattili che a noi sfuggono del tutto. Per Temple, incapace di capire i rituali della socialità, un abbraccio non è, ad esempio, che un sovraccarico sensoriale di impulsi contraddittori. Ecco perché deve rifugiarsi dentro una macchina, se vuole provare senza complicazioni quel piacere. Agli animali capita lo stesso con una grande varietà di stimoli, che interpretano secondo i loro codici specifici. Un impermeabile giallo appeso a un cancello per noi non ha alcun significato particolare, ma per una mucca è un segnale, che può scatenare reazioni di panico. Per scoprire questa correlazione inaspettata occorre una mente fuori dal comune, in grado di vedere la realtà dal punto di vista dell’animale. Capire il linguaggio degli animali non è solo un’avventura intellettuale, ma anche un modo concreto per imparare a comunicare con loro: grazie a una donna autistica e al suo affascinante mondo interiore, oggi siamo in grado di farlo.
ALTRE EDIZIONI
» La macchina degli abbracci, 2012, gli Adelphi, € 14,00  –15%  € 11,90

 

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  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Come ti avevo detto per telefono, parecchio tempo fa ho visto il film, che mi è sembrato buono e originale, come del resto l’argomento. Ricordo soprattutto che, vedendo come erano trattate le mucche negli allevamenti, lei crea, in mezzo allo scetticismo generale, dei mezzi concreti e anche semplici per farle stare meglio. Sul linguaggio degli animali e la capacità, da parte degli uomini, di comprenderlo, è anche molto bello ” L’uomo che sussurrava ai cavalli”, che è tratto dal libro omonimo. Lì però l’uomo in questione è ” normale” ( per così dire).

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