I deputati cinquestelle in rivolta contro la Lombardi
Pubblicato il 27 marzo 2013
Deputati in rivolta contro la Lombardi: “Vuoi decidere tutto senza ascoltarci”. E in assemblea arriva anche la richiesta di dimissioni
ANNALISA CUZZOCREA
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ROMA — Quando Roberta Lombardi ha preso la parola in aula, lunedì pomeriggio alla Camera, i suoi compagni di partito hanno cominciato ad agitarsi sui banchi. «Non può essere», «Sta leggendo il suo discorso», «Non ha preso in considerazione quello che abbiamo preparato in Rete». Di banco in banco, di voce in voce, il malumore contro la capogruppo è diventato un principio di rivolta. Erano talmente furibondi, i deputati 5 stelle, per il fatto che la loro portavoce non avesse letto l’intervento che avevano concordato insieme, ma quello che aveva preparato il suo «ministaff », che hanno indetto una riunione urgente dopo l’assemblea.
Sono rimasti a Montecitorio fino alle dieci e mezza di sera, a chiedere conto di quel che era accaduto. «Vi rendete conto? – chiede un deputato – Dovevamo parlare di Cipro, della crisi economica peggiore di tutti i tempi, e lei si è presentata con l’equivalente di una brutta tesi di laurea triennale. E poi chi l’ha scritta? I suoi aiutanti? E noi dovremmo farci dettare la linea politica da qualcuno che neanche conosciamo?». Il gruppo della Camera aveva potuto leggere l’intervento alle quattro del pomeriggio, e aveva deciso di emendarlo: «Abbiamo chiesto alle persone che ci aiutano attraverso la Rete, avevamo preparato un discorso decisamente migliore, ma lei è andata dritta per la sua strada. Non se l’è sentita di cambiare».
A sera, davanti a quello che è un vero e proprio processo, Roberta Lombardi cerca di spiegare: «Non avevo capito che volevate cambiassi tutto. È tardi, con tutte le cose che ci sono da fare, vi sembra una priorità? ». Si è sentita rispondere che sì, è una priorità concordare gli interventi. Anche ieri è andata così: Alessandro Di Battista era incaricato di prendere la parola in aula sui marò. Ha preparato il discorso insieme agli altri deputati del Movimento candidati a far parte della commissione Esteri. Lo ha aperto ai miglioramenti della Rete e dei suoi colleghi. Poi lo ha letto, ed è stato premiato dagli applausi, oltre che dai successivi complimenti della presidente della Camera Laura Boldrini.
Roberta Lombardi ha agito diversamente, e per questo – racconta chi c’era – durante la riunione Adriano Zaccagnini si è alzato in piedi e ha chiesto le sue dimissioni. Qualcuno era d’accordo, ma si è deciso di soprassedere, anche se i malumori interni restano, e sono profondi. «Non è capace di lavorare in gruppo. Non sa gestire le persone». Dal Senato, qualcuno la accusa anche di non essere abbastanza preparata: «Basta vedere il discorso sui debiti della pubblica amministrazione, i commenti al video che ha fatto la stanno massacrando».
Nelle immagini postate sul blog di Grillo, Lombardi spiega come la commissione speciale per i debiti con la PA sia una «porcata di fine legislatura», perché parte dei soldi verranno restituiti alle banche e non direttamente alle imprese. Chi la critica spiega come sia un meccanismo obbligato, visto che si tratta di debiti che le imprese hanno già contratto con le banche, e si chiede perché il Movimento voglia bloccare l’unica cosa positiva che la legislatura può fare da subito. Ma i 5 stelle chiedono che partano le commissioni permanenti, criticano l’istituzione di quella speciale. Non aiuta un tweet di Pietro Ichino: «M5S non è monolitico: sull’articolo 18 dello Statuto la capogruppo alla Camera la pensa sostanzialmente
come me».