27 luglio 2013 ore 01:01 GIOVANNI ALLEVI // BEETHOVEN // LA MUSICA CLASSICA E “QUEL RITMO COSI’ VICINO ALLA SENSIBILITA’ DEI GIOVANI”

GIOVANNI ALLEVI

Giovanni Allevi

Condiviso pubblicamente  –  26/lug/2013

BEETHOVEN E’ UN MITO MA NON DOBBIAMO RINUNCIARE AL NOSTRO TEMPO (Roma, 26 lug.- Adnkronos) 

“Beethoven continua ad essere un grandissimo esempio, un mito da cui partire, dal quale però bisogna trovare il coraggio di prendere le distanze perché è nostro dovere creare e sognare una nuova musica che racconti il nostro tempo”. Giovanni Allevi interviene cosìinterpellato dall’Adnkronos sulla bufera scatenata dopo il suo intervento al Giffoni Film Festival. “Non ho detto quella frase nei termini riportati. Non mi permetterei mai di dirlo, musicalmente è un non-senso: anche un metronomo che batte a vuoto sta esprimendo un ritmo, figuriamoci Beethoven…”. Aggiunge il compositore: ”la frase riportata, sintetizza in maniera brusca e ad effetto, probabilmente per fini giornalistici, un discorso molto più articolato, che interessa il concetto evoluzionistico della storia della musica”.

Allevi, infatti, stava tenendo un incontro con i ragazzi del Festival proprio sulla musica. “Dai Beatles ad oggi il ritmo è un elemento costitutivo della contemporaneità, quel ritmo che è alla base della musica che oggi ascoltano i giovani e che per forza di cose nella tradizione classica non era ancora presente. Questo non è altro che vedere la realtà delle cose” ha affermato l’artista.

“Non accetto il modo in cui quella frase mi è stata attribuita, ma sostengo le ragioni da cui ha avuto origine nell’ambito di una discussione molto più ampia di fronte a più di 1.000 ragazzi giurati del Giffoni – ha spiegato l’artista accolto nell’occasione da una standing ovation – capisco che questo discorso vada a ridimensionare il passato e a risollevare il presente, ma questo deve fare il compositore e l’artista. Trovo entusiasmante poter comporre oggi una musica sulle stesse forme della classicità, che contenga quel ritmo così vicino alla sensibilità dei giovani. E’ questo il mio concetto di musica classica contemporanea. Il mio essere ribelle è sempre costruttivo, ed oggi non è il momento di distruggere ma di ricostruire”, conclude il compositore.

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