nota: per quello che sento parlare in giro da gente come noi, dall’edicola soprattutto, ormai da un mese, quello che è passato della sentenza è che Berlusconi è stato condannato “per evasione fiscale”, “delitto” per il quale in Italia, purtroppo, si ha la massima comprensione e simpatia. Se si riflette alle sue conseguenze sulla gente, invece, dovrebbe farci orrore perché tutto quello che non pagano gente che puo’ pagare, magari senza il minimo sacrificio se non dell’avidità, deve poi essere pagato dagli altri cittadini, in particolare dalle buste-paga e dalle pensioni cui…”il nero” non è mai stato concesso!
(Ansa)
Silvio Berlusconi fu «ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo». Lo scrive la Corte di cassazione nella motivazioni della sentenza sui diritti Tv Mediaset decisa lo scorso 1° agosto, confermando in pratica la condanna inflitta in II° grado dai giudici della Corte d’appello di Milano. In particolare, è «pacifica e diretta riferibilità a Berlusconi della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto».
Tale sistema, secondo i giudici della Suprema Corte «ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate da fiduciarie di Berlusconi». Corretta quindi la valutazione dei giudici di merito, che hanno provato l’esistenza di «un gioco di specchio sistematico che rifletteva una serie di passaggi privi di giustificazione commerciale e ad ogni passaggio la lievitazione dei costi era, a dir poco, imponente»
Per i giudici, Berlusconi «conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato, mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti da lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale».
Oltre a Berlusconi, la sentenza interessa anche il mediatore Frank Agrama e i manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. Nel loro caso, confermate le condanne rispettivamente a 3 anni, 1 anno e 2 mesi, e 3 anni e 8 mesi, con 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Per i giudici, i coimputati sono stati «mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui». Da qui, la falsità della tesi difensiva che voleva l’ex premier troppo occupato dagli affari di Governo per poter seguire personalmente le vicende aziendali: «la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizione di garanzia nella società non è dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità
Le ragioni che hanno indotto la Corte a confermare i quattro anni per frode fiscale (di cui tre condonati) all’ex premier sono firmate dall’intero collegio della sezione feriale penale della Cassazione, e non solo dal presidente (Antonio Esposito) e dal relatore (Amedeo Franco), come avviene abitualmente. In calce alle motivazioni compaioni quindi anche le firme di Claudio D’Isa, Ercole Aprile, e Giuseppe De Marzo.
Quanto alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, fissata in 5 anni dai giudici del merito, la Cassazione aveva deciso di rinviare la sentenza di II grado ad altra sezione della Corte d’appello perché ridetermini la pena.