16 agosto 2013 ore 19:02 CHIARA, QUASI 16: mi pare ci parli della disperazione della sua vita e della malattia, quasi inevitabile al contatto con il reale.

 

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Il nostro compito nella vita dovrebbe essere sorridere, per aiutare gli altri a vivere. La vita è terribilmente difficile, e può essere vissuta solo se ci si dedica interamente agli altri. Su questa terra non c’è niente che ci appartiene, niente che c’è dovuto, e se ci riceviamo qualcosa dobbiamo rendere grazie al Signore, ogni momento, perché ha voluto onorarci. Se qualcosa ci viene tolto, e ci è tolto quanto più lo desideriamo, dobbiamo pensare di essere ritornati alla vita normale, quella che fanno tutti. E dobbiamo vivere nella speranza di ritrovarlo un giorno ciò che abbiamo perduto, per sempre. E non dobbiamo piangere sulle miserie del nostro animo, sappiamo che non valiamo niente e se qualche volta riusciamo a compiere qualcosa bene, dobbiamo pensare che è il Signore che ci ha aiutato. Se siamo consapevoli della nostra miseria, e l’accettiamo come una cosa naturale, non ci crucciamo per i nostri difetti, ma preghiamo Dio che ci aiuti a superare le nostre debolezze per aiutare gli altri. Se questa vita è solo un passaggio dobbiamo imporci di essere un buon compagno di viaggio per tutti; e un buon compagno di viaggio non considera neanche se stesso, ma piange e ride con gli altri e sempre sorride per dare loro serenità. Anche noi come persone umane abbiamo bisogno di  ritrovare la nostra serenità; e questa possiamo trovarla presso il Signore soprattutto, e poi nelle cose belle che lui ci ha dato: i fiori, il cielo, gli uccelli, il filo d’erba; e la musica e la poesia.

 

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