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Nelle operazioni militari contro il regime di Bashar Assad sembrano configurarsi due elementi che sembrano escludere un ruolo anche marginale dell’Italia. Se i raid saranno limitati nel tempo e relegati all’impiego di missili lanciati da navi e velivoli verranno coinvolti solo mezzi anglo-americani e forse francesi basati in mare o nei Paesi limitrofi alla Siria (Turchia, Giordania e Cipro). In linea teorica il limitato impiego di velivoli consentirebbe a britannici e statunitensi addirittura di fare a meno di basi avanzate effettuando voli senza scalo ma con molti rifornimenti in volo.
In ogni caso i Paesi arabi e la Turchia, in prima fila nel chiedere la testa di Bashar Assad e nel sostenere la necessità di un intervento militare internazionale, sono ben disponibili a mettere a disposizione basi che vengono già da anni normalmente utilizzate dai jet statunitensi.
Le uniche basi coinvolte potrebbero essere a Cipro e a Creta
Secondo indiscrezioni, le uniche basi europee coinvolte potrebbero essere quella britannica di Akrotiri (a Cipro) e quella statunitense di Suda Bay, a Creta. Delle basi italiane quindi non c’è nessun bisogno anche perché Brindisi, Gioia del Colle e Trapani, gli aeroporti italiani più vicini alla Siria, distano da Damasco quasi 2 mila chilometri.
Del resto, almeno per ora, non è previsto alcun coinvolgimento della Nato (che con un comunicato ha fatto sapere giorni fa di “monitorare attentamente la situazione in Siria) e l’Italia non ha quindi nessun vincolo di sostegno militare nei confronti degli alleati che verranno coinvolti nel conflitto in Siria ma nell’ambito di una “coalition of the willing”(“coalizione dei volenterosi”). Anche le due basi aeree statunitensi in Italia, Sigonella dell’Us Navy e Aviano dell’Usaf, sono troppo lontane dall’area operativa per venire coinvolte direttamente nelle operazioni anche se è possibile che i due aeroporti vengano utilizzati come scalo logistico da velivoli e droni in volo verso l’area mediorientale.
Bentornata sul blog!!! Mi mancava molto.
Non c’entra niente, ma ti volevo segnalare, come ti ho già detto per telefono, questo libro appena pubblicato: “Trotula”, a cura di Paola Presciuttini, Meridiano Zero editore, 2013. Trotula De Ruggiero è stata un medico italiano dell’XI secolo. Di lei si dice che fu la prima ginecologa della storia, nel senso che gettò le basi perché la ginecologia, praticata fin dall’antichità da donne in base solo all’esperienza, diventasse una branca della medicina moderna. Frequentò la famosa Scuola Salernitana e non fu l’unica donna ammessa alle prestigiose aule: si hanno testimonianze di altre Mulieres Salernitanae, ma Trotula è senz’altro la più famosa, quella di cui è rimasta una traccia. E’ interessante, nel libro, anche la descrizione della città di Salerno nell’alto Medio Evo: all’inizio del Millennio vi si traducevano i testi dei filosofi greci e latini e la conoscenza era in mano ai laici. Una donna parlava delle altre donne, delle malattie che le colpiscono e del piacere femminile, dava consigli su come rendere meno doloroso il parto, ma anche su come e quando farsi il bagno e cosa magiare per mantenersi in salute. Il trattato più importante attribuito a Trotula fu il ” De passionibus mulierum ante in e post partum” edito a stampa solo nel 1544 a Strasburgo, nel quale si sottolineava l’importanza dell’igiene durante il parto e la necessità di suturare chirurgicamente le eventuali lesioni perineali: due pratiche che salveranno la vita a molte donne. Trotula si occupò anche di cosmesi nel ” De ornamentu mulierum”, il primo trattato di cosmesi per le donne nella storia. Non vi si parla di superstizioni o pratiche religiose, ma di erbe. Trotula nomina 96 piante in grado di eliminare l’alitosi, tingere i capelli, ridurre le rughe e i gonfiori, curare le malattie della pelle.
Tutte queste notizie le ho tratte da un articolo di Cristiana Pulcinelli, “Unità” del 29 agosto 2013, pag.20.