ORE 23:24 DA REP. DI OGGI—TITO BOERI : L’OCCASIONE PERDUTA —-ANALISI DELLE RIFORME DEL GOVERNO

DA REP. DI OGGI PAG 1 E SG.
Prima
L’ANALISI/1
L’occasione perduta
TITO BOERI
TITO BOERI (1958)   PER CHI HA PIACERE DI CONOSCERLO MEGLIO, NOTA IN FONDO—LO TROVATE ANCHE SUL BLOG: LAVOCE.INFO


TRENTASEI giorni, 22 ore e 20 minuti dopo aver annunciato «dal primo maggio mille euro netti all’anno in più in busta paga a chi ne guadagna meno di 1.500 al mese», il consiglio dei Ministri di Renzi ha varato i provvedimenti che corredano le diapositive della svolta buona proiettate il 12 marzo.
TRE notti insonni dei tecnici e un presidente del Consiglio finalmente per quattro giorni di fila a Palazzo Chigi non sono bastati a far quadrare il cerchio: rispettare gli impegni molto precisi presi con i cittadini dal presidente del Consiglio quel 12 marzo e fare un’operazione razionale di riduzione delle tasse sul lavoro. Alla fine non si è riusciti a fare nessuna delle due cose. La promessa non viene mantenuta perché vengono lasciati fuori gli incapienti, quei quattro milioni di lavoratori che guadagnano meno di 8 mila euro lorde all’anno e che quindi non pagano le tasse. Contrariamente alle ipotesi circolate nei giorni scorsi, non vengono, infatti, contemplati trasferimenti (o riduzioni dei contributi sociali) per i lavoratori più poveri. Quindi non è vero che tutti i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 1500 euro al mese vedranno gonfiarsi le proprie buste paga. Al tempo stesso 80 euro vengono effettivamente erogati in busta paga da maggio a una platea di circa 10 milioni di lavoratori: in questo Renzi è stato di parola.
Al contrario degli sgravi cosmetici cui c‘eravamo abituati, lo sgravio non è impercettibile e porterà di fatto la no-tax area (quella fascia di redditi da lavoro in cui non si paga l’Irpef) ben sopra gli 11 mila euro all’anno. Purtroppo il provvedimento è congegnato in modo tale da stravolgere la struttura dell’Irpef, con aliquote marginali (quanto viene di fatto trattenuto per l’ultimo euro in più guadagnato) che passano da 30 a 80 centesimi per poi tornare attorno ai 30 centesimi. Le aliquote marginali effettive più alte riguardano una fetta tutt’altro che marginale di lavoratori, un milione di persone che hanno redditi da lavoro dipendente tra i 24 mila e i 26 mila euro.
Per queste persone l’incentivo a lavorare meglio o di più sarà molto labile perché tanto l’80 per cento dei guadagni aggiuntivi verrà loro sottratto dal fisco. E anche le modalità di erogazione del bonus sono tutt’altro che lineari (come fa a essere netto? Chi rimborserà il datore di lavoro, l’Inps o il ministero dell’Economia?). Per tutti questi motivi, un bonus così strutturato non potrà che essere provvisorio. Del resto lo stesso Renzi ha parlato di un primo passo e il governo ha rimandato alla legge di stabilità un riordi- no più organico della tassazione sul lavoro.
Le coperture sono per almeno un terzo una tantum . Fra queste, gli 1,8 miliardi prelevati dalle banche che hanno realizzato plusvalenze con l’operazione Banca d’Italia (a rischio contenzioso dato che operano retroattivamente) e i 600 milioni che si ottengono dall’Iva accelerando i rimborsi dei debiti commerciali della pubblica amministrazione. In realtà, in questo caso, ci si limita a spostare entrate dal 2015 al 2014. Un altro terzo del finanziamento dello sgravio (ancor di più nel 2015) viene da tagli ai consumi intermedi, allocati in modo uniforme tra ammini- strazioni centrali, regioni ed enti locali.
Purtroppo di tagli agli acquisti di beni e servizi sono lastricate le strade di molte Finanziarie e vengono regolarmente disattesi. Anche per questo il governo intende utilizzare una clausola di salvaguardia: se non tagliate, intervengo io con tagli ai trasferimenti. Questa decisione di demandare agli enti locali la scelta di cosa e come tagliare è la confessione del fatto che la spending review si limiterà al massimo alle amministrazioni centrali dello Stato. Si noti che il commissario Cottarelli aveva chiesto di accentrare almeno in parte le spese di acquisto di beni e servizi coinvolgendo la Consip. L’unica vera operazione da spending review è quella nel capitolo sobrietà, con il tetto ai compensi nel pubblico impiego e nelle società partecipate e i tagli alle sedi periferiche della Rai. In questi 900 milioni c’è il vero atto di coraggio di questo governo, un segno della sua capacità di andare contro interessi molto ben presidiati ai più alti livelli. C’è anche un gesto simbolico, ma non per questo meno importante, di attenzione nei confronti dei cittadini chiamati per tanti anni a pesanti sacrifici.
Speriamo che una manovra che offre da tutti i punti di vista (disegno degli sgravi e coperture) un grande senso di provvisorietà riesca lo stesso a dare la spinta all’economia di cui abbiamo terribilmente bisogno. Speriamo soprattutto che il nuovo esecutivo abbia imparato la lezione: con maggiore sistematicità si può essere molto più efficaci. Non è questione di voler andare di fretta. Anche pedalando si riesce a pensare.
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NOTA SU TITO BOERI (WIKIPEDIA) — DA MILLE SPUNTI, MAGARI UNO VI INTERESSA
Figlio dell’architetto Cini Boeri e del neurologo Renato Boeri, fratello di Sandro e di Stefano, rispettivamente giornalista ed architetto, si è laureato in economia nel 1983 presso l’Università Bocconi dove attualmente insegna nei corsi Undergraduate[1]. Nel 1990 ha ottenuto il PhD in economia alla New York University. Nell’università milanese è stato il primo professore a introdurre un corso interamente in lingua inglese

Professore ordinario di economia del lavoro, svolge le proprie attività di ricerca presso l’IGIER dell’Università Bocconi. È direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, istituzione volta a promuovere la ricerca nel campo della riforma dei sistemi di welfare e dei mercati del lavoro inEuropa.

È stato consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale, della Commissione europea e del governo italiano, nonché senior economist all’OCSEdal 1987 al 1996. È inoltre research fellow del CEPR, del William Davidson Institute dell’Università del Michigan, del Netspar dell’Università di Tilburg e dell’IZA – Institut zur Zukunft der Arbeit (Istituto per il Futuro del Lavoro) a Bonn. È membro del Consiglio della European Economic Association.

Ha collaborato con il quotidiano La Stampa e dal 1º maggio 2008 collabora con il quotidiano la Repubblica. Con il contributo di altri economisti, tra i quali Pietro Garibaldi, ha fondato i siti lavoce.info (rivista online su cui si confrontano le opinioni sull’economia italiana e internazionale) e Voxeu.org, ed è direttore scientifico delFestival dell’economia di Trento.

Proposte di riforma del mercato del lavoro

Boeri ha sostenuto la necessità di riforma del sistema del mercato del lavoro italiano attraverso l’adozione di diverse misure.

Ha proposto l’introduzione del salario minimo orario e di un contratto unico a tempo indeterminato a tutele progressive per ridurre il precariato e risolvere il dualismo tipico del mercato del lavoro italiano.

Ha perorato inoltre l’opportunità di un diritto automatico e uniforme alle prestazioni sociali, in maniera analoga ai sistemi di tutele previsti degli ordinamenti degli altri Paesi europei occidentali.

« Solo un disoccupato su cinque (anziché quattro su cinque come avviene altrove in Europa) riceve un sussidio di disoccupazione. »
(Tito Boeri e Pietro Garibaldi,

Un nuovo contratto per tutti (pag. 49) [2]

)
« Ci vuole comunque la volontà di fare sul serio. È da anni che si parla di riformare i nostri ammortizzatori sociali. Ma nessun governo, quale che sia il suo colore politico, lo fa. »
(Tito Boeri e Pietro Garibaldi,

Un nuovo contratto per tutti (pag. 107) [2]

)

Le tesi sono presentate in vari libri e sono state esposte in numerose consulenze televisive.

Opere

  • Il muro delle pensioni. Idee dall’Europa per riformare il welfare, con Agar Brugiavini, Il Sole 24 Ore Pirola, 2000. ISBN 978-88-8363-098-9
  • Uno Stato asociale. Perché è fallito il Welfare in ItaliaLaterza2000.
  • The Role of Unions in the Twenty-first CenturyOxford University Press2001.
  • Meno pensioni, più welfareIl Mulino2002.
  • Immigration Policy and the Welfare System, Oxford University Press, 2002.
  • Europa: più grande o più unita?, con Fabrizio Coricelli, Laterza, 2003. ISBN 978-88-420-6986-7
  • Shadow Sorting, NBER Macroeconomics Annual, MIT Press2005.
  • Are Labour Markets in the New Member States Sufficiently Flexible for EMU?, The Journal of Banking and Finance, 2005.
  • Why are Europeans so tough on Migrants?, Economic Policy, 2005.
  • Women at Work, an Economic Perspective, Oxford University Press, 2005.
  • Structural Reforms without Prejudices, Oxford University Press, 2006.
  • Working Hours and Job Sharing in the EU and USA, Oxford University Press, 2007.
  • Un nuovo contratto per tutti, con Pietro Garibaldi, Chiarelettere, 2008. ISBN 978-88-6190-049-3
  • The Economics of Imperfect Labor Markets, con Jan Van Ours, Princeton University Press, 2008. Trad. italiana: Economia del mercati del lavoro imperfetti, EGEA, 2009. ISBN 978-88-238-2114-9
  • Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioniArnoldo Mondadori Editore, 2009. ISBN 978-88-6190-230-5
  • La crisi non è uguale per tuttiRizzoli, 2009. ISBN 978-88-17-03742-6
  • Le riforme a costo zero. Dieci proposte per tornare a crescere, con Pietro Garibaldi, Chiare Lettere, 2011. ISBN 978-88-6190-230-5
  • Parlerò solo di calcio, il Mulino, 2012. ISBN 978-88-15-23948-8

Note

  1. ^TITO MICHELE BOERI – Universita’ Bocconi
  2. ^abScheda del libro sul sito dell’editoreURL consultato il 16-04-2009.

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