ORE 08:47 “SEGNI DI PAOLO DEL 1948” —-RAGAZZI E’ IL NOSTRO PAOLO FERRARIO,48 CHE CI INVITA A “PARTECIPARE” ALLA SUA AVVENTURA -SECONDO ME TERRIBILE- MOLTO AL DI LA’ DELLE PAROLE—E LO FA PERCHE’-PROPRIO COME CHIARA- PARLARE ED ASCOLTARE PUBBLICANDO AUTORI // SENZA UN DIRETTO FACCIA A FACCIA /// LO AIUTA MOLTO—

 

CHIARA: è una produzione così lunga e- interessantissima ad ogni senso emotivo-intellettuale-morale-societario – che non sono riuscita a percorrerla tutta. Neanche con gli occhi. Mi è sembrata “una cosa estremamente preziosa”, a chi intende questi diari come un dono e non come un’esibizione pubblica del privato–Non a caso, e proprio all’inizio prima di cominciare a leggere, la citazione di Montaigne- personaggio che nessuno “osa” discutere. Ho capito che Paolo  ha avuto un infarto. Che ha bisogno di “incontri e dialoghi”. Che questi virtuali, nello stato in cui Paolo sara’-gli danno amore curiosita’ interesse / una spinta alla vita–senza pagare il peso che, in certe condizioni, l’incontro con persone reali comporta sempre. Il virtuale, l’umano che ci arriva, è cosi’, in un certo senso, “censurato” di tutto quello che puo’ farci male. Ci curiamo con “un assoluto beneficio”, senza la polvere della strada. Credo sia una miniera, questo benedetto uomo – e come vive-ha vissuto – anche di formazione culturale. Mi riprometto di centellinarla e passarvela, ma se qualche volta mi-ci faremo un’abbuffata—so che Paolo comprendera’. Lui stesso non puo’ che avere una curiosita’ —- sopita dalla bellezza e dalla ricerca dell’essere -dall’amore coniugale e dal suo calore—spinta all’eccesso; ma credo la curiosita’  sia un altro nome per quell’ impulso che lo spinge a lottare contro Tanatos (non solo morte, ma inerzia). L’ho visto altre volte, oltre che in me: chi ha tanto lottato e sofferto la vita, ha dentro di se’ un bisogno prepotente di arrivare a quel momento–che io spero ancora di conoscenza e scambio- con un minuscolo vessillo in mano di Eros o Vita. Ciao Paolo. Adesso, con questo “documento”, ci vedremo tutti i giorni!

 

 

 

 

 

Segni di Paolo del 1948

“E’ mia abitudine dire senza paura tutto quello che faccio, senza esitazione”, Michel de Montaigne, 1570

passeggiata alla diga foranea, davanti ai giardini pubblici di COMO

Galleria | Posted on 31 maggio 2014

lettera a M

ciao ***
grazie tantissime per la tua attenzione
sto adattandomi ad uno stile di vita improntato alla lentezza. non mi è facile, perchè ero di una tipologia psicologica diversa
sono farmacodipendente e in attesa di una secondo intervento di angioplastica (fra due o tre mesi)
leggo moltissimo (soprattutto emanuele severino, che è stato importantissimo nei tre giorni di unità coronarica intensiva e michel de montaigne che insegna l’autoriflessione, lui che ha scritto di sè, in tempi tremendi e turbolenti di conflitti culturali, religiosi,  ideologici)
vediamo tutta la serie americana di criminal minds, che soddisfa la mia voglia di legalità e lotta contro il crimine
faccio leggére camminate per como, che scopro, sempre più,  essere davvero una bellissima città anche per un cardiopatico. è perfetta per essere “camminata”. ed è piena di “segreti”, tutti da scoprire
in questa “svolta” evito ogni contatto faccia a faccia. mi mettono troppo sotto tensione, mi esauriscono le forze
investo tutto nella relazione con luciana, che è il mio vero e unico “mandala vivente”
scrivo una specie di diario sull’infarto sul mio blog autobiografico (http://paolodel1948.com). se hai curiosità troverai lì tutta la storia clinica e il carteggi amicali (ed anche questa lettera che ti sto scrivendo, tutelando il tuo diritto di privacy
scrivere sulla rete (i miei blog e facebook) ha su di me un effetto terapeutico. mi consente di prendere contatto con i miei ritmi interni , senza la fatica della relazione interpersonale faccia a faccia che, invece, tende ad abbattermi
questa solitudine interpersonale fa parte della disciplina di autocura che sento corrispondere al bisogno attuale
in questa autocura è compresa la mia rinuncia ai corsi universitari. qui il “lutto” sarà molto doloroso. la mia vocazione vitale è proprio stata quella del formatore. scrivevo girni fa a una vecchia amica (82 anni): non entrare più in un’aula universitaria, sciorinare sul tavolo (davanti agli occhi attoniti di studentesse e studenti) la decina di libri che uso per ogni unità didattica, argomentare sui lucidi proiettati sulla parete, dire cosa voglio dire, dirlo, ripetere quello che ho detto … sono tutti gesti che mi mancheranno
per ora ho dato le dimissioni dalla facoltà di servizio sociale. per scienze pedagogiche  sarà più difficile. perchè creo loro grossi problemi organizzativi. qui vedremo se saranno possibili aggiustamenti
​è molto penalizzato anche il rapporto con il genius loci di coatesa sul lario. però facciamo di tutto per andarci. con lentezza: ma ormai abbiamo piantato la verdura e occorre, perlomeno, bagnare la terra
non so quanto durerà questa mia necessaria concentrazione introspettiva.
forse fino a quando metteranno il secondo stent nella coronaria.
nel frattempo mi troverai sempre alla email e sul blog autobiografico
grazie ancora per la tua affettuosa attenzione
e auguri a te di buoni giorni e buon futuro

 

Inviato su infartoMaurizio R C

Davide Van De Sfroos, GOGA e MAGOGA, video presentato in anteprima alla Accademia Galli di Como

PFerrario1948:

la danza arcaica di Davide Van De Sfroos è di un mese fa. ma è già un “classico” cui si addicono le parole di Italo Calvino: 1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: «Sto rileggendo…» e mai «Sto leggendo…»
2. Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
3. I classici sono libri che esercitano un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
4. D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
5. D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura

Originally posted on Segni di Paolo del 1948:

 

 

Luoghi:

Goga e Magoga è il brano che dà il nome al nuovo album di Davide Van De Sfroos in vendita a partire dal 15 aprile.

“Lunga cavalcata abrasiva e ironica al tempo stesso che attraversa i territori contorti e confusi che noi stessi abbiamo creato. A furia di tira e molla, a furia di fare il bello e il cattivo tempo, eccoci nel caos odierno, tra esasperazione di uso e consumo, pretese inadeguate alla nostra natura stessa, edilizia preoccupante in mostra e rifiuti tremendi nascosti, come se si potessero nascondere le bombe sotto ad un tappeto. Tutti vogliono fare tombola e a furia di mescolare ed estrarre, i numeri sono finiti. I due terrificanti nomi biblici di GOG e MAGOG, si trasformano nel vecchio grottesco detto GOGA E MAGOGA”.
DVDS

Regia: Dario Tognocchi
alla macchina da…

View original 28 altre parole

Inviato su Van de Sfroos Davide

Paul Eluard, tutte le donne felici hanno ritrovato il loro marito …

Tutte le donne felici hanno
Ritrovato il loro marito – egli torna dal sole
Tanto è il calore che porta.
Ride e piano saluta
Prima di dare un bacio alla sua meraviglia

 

tratta da: 110 POESIE PER SOPRAVVIVERE, scelte e presentate da Maurizio Cucchi e illustrate da Guido Scarabottolo, Guanda editore, 2004

Inviato su Eluard PaulinfartoLucianamatrimonio

adattarsi soggettivamente alla condizione oggettiva: autodisciplina per la RABBIA

Per la serie: “adattarsi soggettivamente alla condizione oggettiva”

La dottoressa di base mi diceva che (fra le tante altre avvertenze farmacologiche, dietetiche, comportamentali ) devo badare a

  • Fatica fisica
  • Freddo
  • Rabbia

Probabilmente oggi la rabbia diventa un mio rilevante fattore di rischio: essendo collerico devo ridurre le possibili esposizioni.

Ragion per cui mi sto dando una necessaria disciplina:

  • rinuncio ai talk show televisivi di politica, ma non alla informazione scientifica sulla politica (filosofia, politologia, diritto). Insomma: alla larga dai giornalisti frustrati e “giudizionisti”

  • evitare le discussioni con una certa tipologia di “amici”: quelli giudicanti e afflitti dalla patologia del “giudicazionismo”, dall’alto del loro “ben essere”. Per esempio quelli che dicono: “bella la prima parte di questo film. La seconda no … la seconda non mi piace”; “guardi Criminal Minds? … ma allora sei proprio andato …” (con risolino di compatimento); “questa antologia musicale che hai creato e donato è noiosa, tranne qualche pezzo …”; “se la pensi così sei un poveretto che deve farsi curare … “; “hai votato Monti? ma allora sei diventato di destra”; “voti il Pd di Renzi? … lo sapevo già che eri stronzo …”; “Come sei cambiato: è la malattia … sei malato, poverino”; “chissà se sei in grado di capire cosa succede dentro di te …”  …. e così via

  • soprattutto stare alla larga dagli “ex compagni”. Quelli che , dalla sicurezza delle loro pensioni che sottraggono futuro ai giovani (“se 800 euro vi sembran pochi !”), si sentono “altruisti”, difensori dei diritti dei violenti, desiderosi di andare in piazza a “manifestare”. Quelli che hanno mandato a fondo, dalla follia delle loro teorie estremiste, i tentativi riformisti di Prodi, Veltroni e ora Renzi

Insomma: ridurre al minimo i “rapporti faccia a faccia” un tempo scelti.

Dal momento che ci saranno rapporti faccia a faccia non scelti nelle corsie ospedaliere. Come lo sfruttatore di welfare state che ho conosciuto alla unità di cardiologia

Più che mai ora:  “Verba volant, scripta manent”

Inviato su autoanalisiinfarto

lettera a C.

cara ***
certo la mia malattia e post malattia è diversa dalla tua. per esempio: non c’è il dolore
ma la SITUAZIONE è la stessa: quella di adattarsi soggettivamente alla condizione oggettiva
mi aiuta molto internet, che mi tiene collegato al mondo. ma anche la lettura che è probabilmente il mio karma da quando ero bambino
non entrare più in un’aula universitaria, sciorinare sul tavolo (davanti agli occhi attoniti di studentesse e studenti) la decina di libri che uso per ogni unità didattica, argomentare sui lucidi proiettati sulla parete, dire cosa voglio dire, dirlo, ripetere quello che ho detto … sono tutti gesti che mi mancheranno
per ora ho dato le dimissioni da un corso (quello di ***). per *** sarà più difficile. perchè creo loro grossi problemi organizzativi. qui vedremo se saranno possibili aggiustamenti
sulla eredità che hai lasciato con i *** : è in buone mani (pensa che ho scoperto che***  è stata una mia allieva alla fine degli anni 80 a milano) : la cooperativa sociale ***  è fra le più interessanti e “colte” cooperative che mi è capitato di conoscere.
anche questo è oggettività: le cose cambiano. anche nelle istituzioni: qui la transizione è dalla cultura del volontariato alla cultura della cooperativa (che una cultura del LAVORO, non del tempo gratuito disponibile ai bisogni)
grazie per il tuo messaggio e per la chiaccherata al ritmo di “scripta manent”
ciao
e buone ore

Inviato su Carla Binfarto

lettera a C. e a M.

grazie per il pensiero, ***

scrivevo poco fa a una amica:
poche notizie di me: mi sto adattando bene alla nuova situazione. sto facendo varie rinunce e altre si prospetteranno
ma scopro fortissime mie capacità di adattamento

la dottoressa di base mi diceva che (fra le tante altre avvertenze) devo badare al freddo, alla fatica e alla rabbia
probabilmente oggi la rabbia è un mio rilevante fattore di rischio.
e essendo collerico devo ridurre le possibili esposizioni.
ragion per cui rinuncio ai talk show di politica (ma non alla informazione scientifica sulla politica), alle discussioni con una certa tipologia di amici e soprattutto di “ex compagni”

e – con tutta probabilità – all’incarico di docenza universitaria per l’anno prossimo.
quest’ultimo mi pesa, mi pesa molto perchè di certo la mia vocazione è quella del docente. Ma fra i 200 studenti all’anno c’è un 20% che inciderebbe (per tracotanza e supponenza grillina) davvero troppo sulle mie coronarie malate. Prima dell’infarto li reggevo. Ora non più.

farmaci, passeggiate per como, letture, web sono gli alleati terapeuti
Il filosofo Michel de Montaigne mi aiuta molto, perchè mi insegna ad osservare senza interpretare (ottimo antidoto alla rabbia)
insomma: buddisticamente le cose sono forse peggio per come le immaginiamo che per come effettivamente accadono. Ma poi le cose accadono

Inviato su Carlo FinfartoMilena C

il centro storico di Como: l’angolo Via Vittani / Via 5 Giornate

Inviato su centro storicoComovia 5 giornate

lettera a P.

cara patrizia
***
….. sperimento in queste settimane quanto conti l’amore coniugale
poche notizie di me: mi sto adattando bene alla nuova situazione. sto facendo varie rinunce e altre si prospetteranno
ma scopro fortissime mie capacità di adattamento
ieri la dottoressa di base mi diceva che (fra le tante altre avvertenze) devo badare al freddo, alla fatica e alla rabbia
probabilmente oggi la rabbia è un mio rilevante fattore di rischio.
e essendo collerico devo ridurre le possibili esposizioni. ragion per cui rinuncio ai talk show di politica (ma non alla informazione scientifica sulla politica), alle discussioni con una certa tipologia di amici e soprattutto di “ex compagni” e – con tutta probabilità – all’incarico di docenza per l’anno prossimo. quest’ultimo mi pesa, mi pesa molto perchè di certo la mia vocazione è quella del docente. Ma fra i 200 studenti all’anno c’è un 20% che inciderebbe  (per tracotanza e supponenza  grillina) davvero troppo sulle mie coronarie malate. Prima dell’infarto li reggevo. Ora non più
farmaci, passeggiate per como, letture, web sono gli alleati terapeuti
Montaigne mi aiuta molto perchè mi insegna ad osservare senza interpretare (ottimo antidoto alla rabbia)
Ma la prospettiva è la Gioia filosofica di cui parla il linguaggio di emanuele severino
insomma: buddisticamente le cose sono forse peggio per come le immaginiamo che per come effettivamente accadono
abbracci e saluti cari a te
e un pensiero per ***

 

Inviato su infartoPatrizia

BERLINGUER DEVE MORIRE. I piani dei servizi segreti dell’est per uccidere il leader del Pci, di Giovanni Fasanella e Corrado Incerti, Sperling & Kupfer, 2014, p. 158

i carteggi fra “compagni” finivano sempre così: “saluti fraterni”.

Questo libro racconta cosa volevano fare i compagni a Enrico Berlinguer.

Qualche nota tratta dal libro:

“in quei giorni il numero due del Pci era Cossutta, amicissimo di bulgari e sovietici. Se  Berlinguer fosse morto ne diventava l’erede. Due anni dopo Berlinguer provvide a estrometterlo dalla segreteria” , pag. 140

 

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Inviato su Berlinguer EnricoPci-Pds-Ds ComoPOLITICA ITALIANA

lettera di E., anche a nome di G.

mi scrive E., anche a nome di G:

la mostra Amore e Psiche, cui si fa riferimento nella lettera:

MANNA950

​grazie, ***

 

per il bellissimo pensiero che hai avuto per il mio “malanno”
come ormai sai ho il culto del RICORDARE e dunque faccio memoria sul mio blog autobiografico del tuo messaggio e della mostra AMORE E PSICHE:
sono passati ormai 16 giorni dall’infarto
mi sembra di stare bene (ma anche quella mattina stavo bene)
e comunque sto adattandomi soggettivamente alla condizione oggettiva
e lo faccio anche appuntando con meticolosità eventi personali (come il tuo scritto) e l’altra mia passione: la Polis
oggi (26 maggio, il giorno dopo le lezioni europee) è un bel giorno: direi quasi terapeutico!|
grazie ancora e affettuosi saluti a te e a ***

 

Inviato su Elisabetta CGiorgio Cinfarto

Elezioni europee 25 maggio 2014: i risultati in Italia e in Lombardia

Inviato su elezioni europee

mi scrive Leonardo il 15 maggio 2014

trovo questa lettera di Leonardo, spedita per posta il 15 maggio e trovata da me nella cassetta delle lettere di Coatesa sul Lario, domenica 24 maggio:

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Inviato su infartoLeonardo M

Dedicato a me da Les yeux dans les yeux

Originally posted on Les yeux dans les yeux:

Vorrei dedicare questa vecchia ballata irlandese ad un amico che si sta riprendendo da un momento difficile. Gli auguro che possa apprezzare, dal suo piccolo regno su un lago incantato, la lentezza con la quale dovrà convivere per un breve periodo. Questa ballata viene di solito eseguita ad un ritmo più veloce. La versione di questo video, registrata nell’atmosfera informale di un pub, è invece molto più intima e dolce. Più adatta al motivo della dedica.  

Buon futuro.

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Inviato su infarto

lettera di Luciana a S.

ciao caro *** e grazie per il tuo messaggio.
In effetti mentre cliccavo sul tuo indirizzo e-mail mi chiedevo se fosse ancora valido.
Nel mondo virtuale molte cose cambiano frequentemente, dando l’opportunità (non sto parlando del tuo caso) di assumere diverse identità, se non diverse vite.
E poi c’è l’incognita del perchè a volte blog, siti, e altre forme improvvisamente restino muti, facendosi domandare se, per esempio, un blog può morire o se può restare eterno perchè invece è morto chi lo governava.
Forse anche questo è il motivo per cui paolo affida al suo affezionato www i suoi pensieri. Ricordo più volte la sua frase scritta a gente lontana: “quando non leggerete più aggiornamenti, vorrà dire che è successo qualcosa” e, scherzosamente  a me, “se ti muoio non sai usare nemmeno il computer per avvertire chi mi segue”.
Poi invece le cose accadono così, come descrivi anche tu nel  tuo racconto che al tempo mi aveva colpito (pensavo fosse molto più remoto del 2013, come la percezione del tempo può essere alterata in ceti momenti!).
A distanza di due settimane posso dire che tutto è successo così repentinamente che quasi faccio fatica a ritrovare paolo accanto a me come infartuato. Non che ce ne siamo dimenticati, ovviamente. L’adattamento di paolo ai suoi nuovi ritmi non è così complesso: pur essendo i suoi maggiori rischi il sesso, l’età e la familiarità, tutto il resto era sorprendentemente regolare: pressione, colesterolo LDL, peso fisico, niente fumo, niente alcool e alimentazione abbastanza regolata visto che io soffro di stomaco. Quindi nessuna rinuncia al riguardo.
Certo il guaio per lui più grosso è la rinuncia ai suoi lavori di manutenzione del giardino. Come ben dici su un commento su FB, ha fatto l’esatto contrario di quanto raccomandato in questi casi, per non parlare di che cosa aveva combinato nelle settimane precedenti a proposito di vangature, spostamento massi, filtraggio terra.
Ma anche in questo caso cardiologi e medici assicurano che non sono stati quegli sforzi a determinare l’accaduto, ne hanno solo rappresentato la ciliegina sulla torta.
Semplicemente, mi vien da dire, la vitalità, l’entusiasmo, l’ottimismo di Paolo sono così forti da avere permesso al suo cuore di sopravvivere anche con l”1% che gli restava a disposizione.
Che dirti? Nonostante tutto, mercoledì, a distanza di quattro giorni dalla dimissione, ha voluto ripercorrere il fatidico sentiero e, arrivato al giardino, si è fatto tutti i vari piani per verificare, fotografare, parlare con il suo genius loci.  A deboli tentativi di contenimento ha replicato che se fosse morto in quel momento, sarebbe comunque finito nella Gioia annunciata dal suo filosofo prediletto Severino !!
Io che invece sto dal lato opposto, da brava tartaruga che vive all’insegna della lentezza, tento comunque di capire e di adattarmi all’attimo per attimo. Sicuramente starò meglio quando avrà messo a posto anche le altre due coronarie.
Come descrivi nella tua esperienza, resta la seccatura dei farmaci a vita e, probabilmente per la sua situazione più complessa, anche monitoraggi più frequenti, che però, giustamente, diventano un’opportunità e una garanzia.
Voilà, anch’io mi faccio prendere sempre la mano …
Sperando di raggiungere in fretta lo stato che, insieme a te, tutti i cardiopatici assicurano di recuperare, ti ringrazio ancora tantissimo per le tue parole e ti mando mille auguri in attesa di leggere i tuoi futuri pensieri sul blog.
Un abbraccione
Luciana

Inviato su infartoStefano

ElleKappa. la preparazione dei grillini: hanno imparato a dire vaffanculo in 27 lingue

Immagine | Posted on 24 maggio 2014

a 14 giorni dall’infarto: il sogno della porta chiusa e delle strade intasate di traffico

Inviato su infartoSogni e Reverie di Paolo

Elezioni europee del 25 maggio 2014: PD partito democratico. Preferenze a: Alessia Mosca e Mercedes Bresso

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Il voto di preferenza a Alessia Mosca e Mercedes Bresso

Per non dare neppure un frammento del mio diritto di voto a sergio cofferati, che ha insultato il giuslavorista Marco Biagi, poi assassinato dalle brigate rosse

 

Un solo segno sul simbolo

Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda, con la matita, un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta.

 

Al massimo tre preferenze

Ciascun elettore può anche esprimere voti di preferenza. Il voto di preferenza deve essere espresso esclusivamente per candidati compresi nella lista votata. È possibile esprimere fino a un massimo di tre voti di preferenza per candidati di una lista. Nel caso di tre preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza preferenza

Inviato su elezioni europee

lettera di G.S.

Caro Prof. Paolo,

stamane essendo a casa mi è venuta l’ispirazione di fare il punto sul percorso di queste due ultime settimane.

Sabato 10 u.s. la Dott.sa Luciana, tramite facebook,  trasmette agli affiliati della rete che lei si è permesso di non stare bene, è una cosa seria e della quale ora siamo tutti al corrente.

Nei giorni a seguire viene trasmesso il percorso di guerra lampo  (blitz/krieg), la corrispondente di guerra Luciana si distingue come Oriana Fallaci.

Sabato scorso il combattente viene trasferito nelle retrovie e trasmette una relazione molto dettagliata, non trascurando le varie emozioni o strizze che dir si voglia.

Domani, sabato 24/05, verrà tagliato il traguardo di “2 settimane 2” di quanto accaduto: non siamo ancora in pace ma sulla buona strada.

Mi permetto di dare un suggerimento, non per esperienza personale ma per sentito dire, stia tranquillo e sereno, al massimo dia una spazzolata ai mici,

scriva sempre perché sarebbe come un nirvana, ma non imbracci la falce o la zappa,  l’orto può attendere.

Un abbraccio a lei e a sua moglie Luciana (grazie per l’immagine anni ’80).

Inviato su Giuseppe Sinfarto

Shakespeare, SONNETT 116. Ricordato da M.G.A.



Traduzione SONETTO 116 
Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;
Amore non e' Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a
svanire quando l'altro s'allontana.Oh no! Amore e' un faro sempre
fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;e' la stella-guida
di ogni sperduta barca,il cui valore e' sconosciuto, benche' nota la
distanza.Amore non e' soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore
o settimane,ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo e' errore  e mi sara' provato,Io non ho mai scritto,
e nessuno ha mai amato. 

testo del sonetto 116
Let me not to the marriage of true minds Admit impediments.
Love is not love Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove: O no! it is an
ever-fixed mark That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,Whose worth's unknown,
although his height be taken.Love's not Time's fool,
though rosy lips and cheeks Within his bending sickle's
compass come:Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom. If this be error
and upon me proved,I never writ, nor no man ever loved.

Inviato su infartoLucianaMaria Giovannamatrimonio

lettera di S. a Luciana

Carissima Luciana,

Come giustamente ricordi, di ‘questioni di cuore’ ne so qualcosa.
Anche Paolo adesso è purtroppo entrato a far parte del poco ambito
club degli infartuati. Da quanto leggo su facebook mi sembra di capire
che il problema è stato affrontato con piglio deciso e voglia di
tornare al più presto alla sua vita di sempre, e questo è un ottimo
segno, a patto che segua il buon senso e le indicazioni dei medici.
Naturalmente dovrà dotarsi di santa pazienza perché l’attesa delle
ulteriori angioplastiche dovrà essere riempita con uno stile di vita
più tranquillo, ma di questo avrete certamente parlato con i medici.
Il sentirsi bene, anche sotto stretto controllo e in cura con i
classici farmaci post-infarto, non deve illuderci che d’un tratto
tutto quanto è tornato come prima. Non ancora, almeno, quindi è
necessaria una certa prudenza. Poi, una volta sistemate anche le altre
coronarie, tutto tornerà pian piano alla normalità. Resterà solo il
fastidio dei medicinali da continuare ad assumere per tutta la vita.
Il lato positivo di tutto questo sarà che – paradossalmente – tra
farmaci e controlli – Paolo sarà più ‘al sicuro’ di tanti altri
coetanei (o anche più giovani) che controllati non lo sono affatto e
continuano a vivere inconsapevolmente con una bomba in tasca.

La mia esperienza al riguardo è stata forse abbastanza simile a quella
di Paolo, ma probabilmente più leggera. Mi sono svegliato una mattina
come se avessi un elefante seduto sul torace e una stranissima
sensazione alla mascella. Nessun forte dolore, solo il respiro più
corto del solito. Da buon volontario della locale *** ho
subito riconosciuto i sintomi che tante volte mi erano stati descritti
da qualche paziente in ambulanza, ho fatto una doccia (da perfetto
idiota), mi sono vestito, ho aperto cancello e porta di casa per non
far trovare ostacoli ai soccorritori e alla fine ho chiamato il 118.
L’esperienza ha dato origine ad un post a cui sono molto affezionato
Fortunatamente la mia occlusione riguardava una coronaria marginale e
durante l’angioplastica non è stato ritenuto necessario l’impianto di
alcuno stent. Cinque giorni di ospedale e poi a casa, pieno di
medicine e di istruzioni per l’uso. Ricordo che sono tornato in
ufficio dopo poco più di un mese di riposo.

Per un po’ questo episodio mi ha abbastanza condizionato. Si diventa
più attenti ai segnali del proprio corpo, ai piccoli dolori. Eppure
non mi sento di etichettare quella vicenda come un episodio del tutto
negativo. Anzi. Non fraintendermi:  è certamente preferibile non
provarlo, questo è chiaro, ma visto che è accaduto tanto vale cercare
in esso quel poco di buono che c’è. Qualcosa cambia, o così almeno è
stato per me. Si è più attenti ai dettagli, forse, si cerca di
utilizzare meglio il proprio tempo, di viverlo fino in fondo, senza
sprecarlo troppo. Si ‘sceglie’ cercando di individuare il superfluo
per concentrarci su quello che conta veramente, su ciò che è
essenziale. Si vede la vita da una angolazione leggermente diversa, si
scorgono lati di essa che avevamo sotto gli occhi ma che non ci
sembravano così importanti. Ma soprattutto non si da più per scontato
il nostro diritto a vivere, ci accorgiamo di essere fragili e grati a
chi si è prodigato per noi in quei momenti. Tutte cose che già
sapevamo prima, che ci erano già chiare ma che tendevamo a dimenticare
assorbiti dalla routine di tutti i giorni, distratti dai riflessi di
tanti specchi che rimandano immagini che crediamo reali e invece sono
solo false necessità, bisogni superflui. Alla fine tutto sembra più
chiaro e anche la maggior lentezza, alla quale per un poco siamo
costretti, ci permette di esplorare un territorio nuovo, così come un
paesaggio o una melodia vengono apprezzati maggiormente se il passo è meno veloce.

Ho parlato al plurale, come se queste riflessioni appartenessero a
tutti coloro che attraversano simili esperienze. In realtà questo è
ciò che è successo a me ed ogni esperienza è diversa. Paolo
naturalmente reagirà a suo modo, ognuno trova la sua strada per
convivere con i tempi immediatamente successivi a questa esperienza.
Poi, col tempo, tutto torna normale. Resterà un ricordo scandito dai
farmaci e dai controlli annuali, la vita e il lavoro riprenderanno il
sopravvento anche se qualcosa, in qualche angolo della nostra anima, è
certamente cambiato.

Un carissimo saluto ad entrambi.

Inviato su infartoStefano

Emanuele Severino parla della LEGNA e la CENERE (nella tavernetta di Coatesa sul Lario)

Inviato su infartoSeverino Emanuele

M. B. mi suggerisce: Mozart, Ridente è la calma

 

 

Ridente la calma nell’alma si desti

Né resti più segno di sdegno e timor

Tu vieni, frattanto, a stringer mio bene

Le dolce catene sí grate al mio cor

Ridente la calma nell’alma si desti

Né resti un segno di sdegno e timor

Inviato su infartoMario B

lettera di L. sul DIRITTO AL VOTO

Caro Paolo,
Comunque tranquillo,voterò e mi impegno al meglio.
Uno dei pochi ma ritengo importanti insegnamenti che mi ha lasciato mio padre scomparso lo scorso Ottobre, è stato quello di non avermi mai consigliato per chi votare (escludendo l’estrema destra da lui patita), ma di votare.
Sarà anche retorico ma mi ha sempre ricordato del tempo da lui vissuto in gioventù, in cui questa libertà non era data in modo sostanziale e del prezzo che le generazioni che ci hanno preceduto hanno dovuto/voluto pagare per conquistarci questo diritto/dovere oggi così disprezzato, molto anche dalle nuove generazioni.
Sarà anche un concetto da vecchio babbione,ma è uno dei pochi che mi è molto chiaro e di cui sono convinto.
Meglio poche idee ma chiare.
Mi accontento.
a presto
***

Inviato su Luca N

Oggi visita al giardino di Amaltea, mercoledì 21 maggio 2014

Originally posted on Segni di Paolo del 1948:

Questa mattina, mercoledì 21 maggio 2014, visita al giardino di Amaltea, con tutte le cautele:

piccoli passi e frequenti fermate.

Per ricordare l’evento:

 

 

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Inviato su Coatesa sul Lario – coatesa.cominfarto

Oggi visita al giardino di Amaltea, mercoledì 21 maggio 2014

Questa mattina, mercoledì 21 maggio 2014, visita al giardino di Amaltea, con tutte le cautele:

piccoli passi e frequenti fermate.

Per ricordare l’evento:

 

 

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Michael Jacob, SULLA PANCHINA, ad Amaltea, 21 maggio 2014

Inviato su Coatesainfarto

lettera a A

grazie, ***
per l’intenso tuo feedback
ho pensato spesso in questi giorni alla dura vita delle malattie improntate alla cronicità
la mia è stata una mazzata improvvisa che, per ora, non ha intaccato in profondità tutte le componenti delle “abilità”
anche la risonanza magnetica è un solo evento di un’ora.
ben più duri sono stati i tuoi 40 giorni
se emanuele severino è stato il migliore compagno delle prime notti di terapia intensiva (con la sua tematizzazione di noi umani dell’occidente che ci affidiamo alla potenza della tecnica), quello più adatto alla fase del riaggiustamento è michel de montaigne
senti cosa diceva:
“Nelle iniziative che implicano me solo ed in cui sono completamente libero, se dico quanto mi ripropongo di fare mi sembra di prescriverlo a me stesso, e mi pare che metterne a conoscenza altri equivalga a imporlo a me stesso”
montaigne è il filosofo “giusto” per il tempo presente: insegna ad osservarsi senza interpretare: solo osservarsi
ed è per questo che trasferisco la mia vicenda privata sulla Polis delle reti web:
è un potente esercizio dell’io<%
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