ore 15:02 —- NADIA URBINATI /ART. 18/ SINISTRA-DESTRA PD //// —- “IMPRESCINDIBILE-IMPROROGABILE” / SECONDO IL GRANDE NEMO!

 

 

DA REPUBBLICA DI OGGI, p.31

 

L’ARTICOLO 18 CHE DIVIDE LA SINISTRA
NADIA URBINATI


SE IL Pd é riuscito a trovare una qualche unità sui temi della riforma costituzionale, sembra invece molto più diviso sul tema del lavoro; e la decisione della sua direzione nazionale lo conferma. Non vi é di che stupirsi. La Sinistra é nata in occidente insieme al lavoro salariato, per rappresentarne le esigenze e però anche le potenzialità di trasformazione sociale. Emancipare il lavoro dalla servitù non ha significato soltanto tradurlo in un servizio compensato (più o meno equamente), ma anche assegnarne una funzione sociale, farne un sinolo di altri diritti per coloro (la stragrande maggioranza) che non hanno altro potere se non la loro intraprendenza. Il legame della Sinistra con il lavoro non si é affievolito con la sua trasformazione democratica. Si é anzi perfezionato e arricchito. La legislazione sulla sicurezza del lavoro e la previdenza sociale, sull’eguaglianza di considerazione e di non discriminazione per ragioni di genere, di religione o di ideologia politica: a partire dal Secondo dopoguerra, tutti questi ambiti ruotano intorno al lavoro come rapporto sociale e luogo di diritti. Ora sembra che proprio su questo fronte la Sinistra italiana sia internamente divisa.
La discrepanza tra maggioranza e minoranza nel Pd riguarda il modo di dare valore al lavoro. È una differenza di filosofia, se così si può dire. La maggioranza condivide l’approccio neo-liberale e situa il lavoro in una cornice compiutamente privata: questa è la filosofia che sta dietro la proposta di abolire l’articolo 18. La minoranza non condivide l’approccio neo-liberale e pensa di riformare non abolire quell’articolo. Non é la prima volta che un governo tenta di abolire questo articolo, ma è la prima volta che un governo a leadership di centro-sinistra vuole abolirlo. La lotta tra liberisti e non (tra destra e sinistra) è catapultata dentro il Pd.
Si dirà: nella sfera economica vale la libertà di disporre ciascuno della sua proprietà. Ma è vero anche che la nostra costituzione riconosce il diritto di proprietà non come un fatto esclusivamente privato e anarchico (anche perché nessuna proprietà esisterebbe senza il potere dello Stato). A ben guardare, è l’arbitrio che l’articolo 18 vuole limitare, non la libertà economica. Esso è la conseguenza naturale dell’articolo 41 della Costituzione poiché impone una responsabilità di cittadinanza alla sfera degli interessi economici. Si ripete ormai da anni che l’articolo 18 ha comunque poco impatto, operando su aziende medio-grandi mentre l’Italia ha in maggioranza aziende medio-piccole o familiari. Allora perché insistere tanto? Perché, dice chi è per la sua abolizione, lo vogliono i mercati, gli investitori. È una decisione simbolica, un segnale. Ma perché i mercati hanno bisogno di questo tipo di segnale? Molto probabilmente perché pensano che la democrazia debba avere una nuova regia: non la legge (il legislatore, lo stato), ma il mercato. Per questo, essi pensano che una parte importante della sfera sociale debba tornare a essere privata. Il limite della “giusta causa” che l’articolo 18 impone è il vero ostacolo che si vuole rimuovere dunque, quello che segnala la priorità del pubblico sul privato, della legge sul mercato: che impone al datore di lavoro di rendere conto della ragione della sua decisione di licenziare. L’articolo stabilisce che il rapporto di lavoro non è solo un fatto privato, legittimato dal consenso dei contraenti.
Ovviamente non c’è bisogno di considerare questo articolo come un dogma per comprenderne l’importanza (e la sua riformabilità). Il punto nodale sta invece nel cogliere la filosofia che sta dietro la sua specifica formulazione. Essa invita a non considerare il lavoro come un fatto privato. Pone un limite alla libertà di licenziamento nelle aziende private con più di quindici dipendenti: il limite della “giusta causa”. Non toglie la libertà di licenziare, ma la regola affinché essa non sia puro arbitrio, esito di una decisione discrezionale in forza di un’asimmetria di potere. Questo articolo rispecchia il principio fondamentale della democrazia, che è la libertà dal dominio e dall’arbitrio. E ogni riforma proposta dalla sinistra dovrebbe mirare a confermare questo principio di libertà. La minoranza del Pd ritiene che senza l’intervento della legge questo principio non possa essere difeso e aggiunge che allentare le regole non dà alcuna garanzia che l’occupazione venga stimolata. La maggioranza del Pd pensa l’opposto. Il fatto nuovo al quale assistiamo in questi giorni è che la lotta fra queste due prospettive è interna alla Sinistra, celata dietro la lotta generazionale.
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4 risposte a ore 15:02 —- NADIA URBINATI /ART. 18/ SINISTRA-DESTRA PD //// —- “IMPRESCINDIBILE-IMPROROGABILE” / SECONDO IL GRANDE NEMO!

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    Io credo che quello che sta accadendo, oltre a ciò che afferma l’Urbinati e che in gran parte condivido, sia un grosso conflitto tra destra e sinistra a livello mondiale, intendendo per destra quelli che vogliono
    che ci sia sempre meno Stato e che esista comunque una moltitudine di persone, la maggioranza, che possano ricattare e che sia loro “schiava”. Per inculcare questa ideologia hanno a loro disposizione i media, oltre al ricatto del lavoro e quindi della sopravvivenza. Tutto ciò è stato facilitato dalla globalizzazione, dove montagne di soldi e quindi di potere si possono spostare con estrema facilità e in tempo reale. “Se non accetti il mio salario, mi trasferisco da un’altra parte”, ” Se tu Italia non abolisci l’articolo 18 e togli qualsiasi potere ai sindacati, non vedrai nessun investimento, ecc.ecc. La storia del lavoro che non c’è perché i lavoratori chiedono troppo è una favoletta, come quella che racconta che in passato i cittadini hanno speso e dilapidato troppo, per cui adesso dobbiamo riparare alle gozzoviglie precedenti. Le colpe dei padri ricadono sui figli! Nessuno però ferma la Fiat, che dopo avere ricevuto sussidi su sussidi dalle tasche dei cittadini, se ne va dall’Italia senza pagare dazio e il nostro (!) premier va ad omaggiare Marchionne , il quale dice apertamente che lui dell’andamento dell’Italia se ne è sempre strafregato. Ce ne eravamo accorti anche noi da un bel pezzo! Dall’altra parte c’è un’opposizione molto debole, che ha in gran parte inglobato il pensiero del padrone ( sì, i padroni sono sopravvissuti a tutti i cambiamenti perché hanno come unico obiettivo il loro profitto). Inoltre è indebolita dalle condizioni oggettive dell’economia e quando la gente è alle prese con difficoltà economiche difficilmente pensa alla politica perché deve pensare a sopravvivere, si chiude sempre di più in se stessa e nei suoi problemi ( reali) di sopravvivenza , dimenticandosi della propria forza ( è il 99% della popolazione mondiale). Inoltre è sempre stato più indebolito lo strumento indispensabile per fare qualcosa ,il partito, ( contatto con le persone che conoscono e vivono i problemi quotidianamente, presa di conoscenza reale, lavoro di informazione su ciò che avviene in Parlamento e nelle alte sfere, proposte politiche che siano discusse non in una cerchia piccolissima di eletti, ma che provengano dalla base):

    • Chiara Salvini scrive:

      cara Donatella, davvero un bel pezzo, difficile farlo di così ampio respiro (mondiale) senza cadere in errori grossi. Grazie, spero che qualcuno, oltre a leggerlo, lo apprezzi. Del mio sproloquio, tutto quello che c’è da leggere, se uno vuole, è sottolineato. Ragazzi, questo è un advertissment o avviso! Anch’io direi che la cosa che hai toccato con più acume o acutezza, è proprio la mancanza dei partiti, ciascuno con le proprie organizzazioni che naturalmente si aggancino-rispecchino con la realtà di una provincia e così via…e portino i bisogni verso l’alto fino al governo. Concordemente è dal ’94, ufficialmente 20 anni, che a questa struttura sono stati sostituiti i partiti che chiamo “di opinione” nel senso che chi aderisce va a votare e basta e il lieder…di B. si sa dire tutto, il suo è stato il partito di proprietà personale del lieder; del PD io ricordo che Bersani da segretario ha cercato di dire qualcosa su un nuovo partito (che poi era un ritorno ad un modo vecchio di organizzare gli iscritti), ma poi da bravo intellettuale-filosofo si è perso più a chiarire il suo pensiero —quello che dico non è neanche vero: i giovani che sono passati o alla Camera o al Senato si devono a lui, credo che lui stesso li abbia acculturati, oltre che scelti; veramente è per me “un partito che non si sa e che se vai a cercare le cause del perché Bersani si sia messo in testa di non fare la classica campagna elettorale, facendo comunque cose utile, al sud, ma molto circoscritte…sarebbe come chiedersi perché Veltroni ha optato per “la campagna del gentiluomo”…Il risultato è che sei sempre con delle mosche in mano (mio dio, si dice?).. Forse tagliando lo stretto legame con il sindacato, la famosa cinghia che darei volentieri in testa a costoro, siamo rimasti in mano ai soliti sfigati laureati, di una certa classe sociale, voglio dire piccola borghesia, che stando secoli in Parlamento e in un partito /taglio grosso// pagati comunque e in vari ambiti…Il crollo dell’URSS per tanti di noi ha voluto dire “non c’è più niente da fare”–ci hanno provato e si è visto…poi, “la mafia russa!”…Quell’inglese di Pisa, Ginsborg, si chiama Paul, nella sua bellissima “Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi”, Einaudi, (arriva agli anni Ottanta, mi pare, o qualcosa in più), nel capitolo sul PCI dice-attraverso fatti- ma non è detto-si sa– che la direzione consisteva al massimo in due persone, ossia il segretario si consultava una volta o l’altra con un compagno, oppure le decisioni le prendeva anche da solo (nella campagna elettorale Bersani andava da Errani..!), per dire che non solo non c’è mai stato il famoso centralismo democratico, né c’è mai stato nel Partito maoista cinese che però lo spiegava così bene! anche nel Bignami o libretto rosso, oltre che negli scritti di Mao, tuttora validissimi: tu leggevi e sentivi il tuo cuore volare alto…sì è proprio questo che voglio…imparare con la gente—e poi—e poi (canta Mina)—ma anche il centralismo burocratico c’era senz’altro organizzativamente ed era già un miracolo! Ma i funzionari che ho conosciuto qui in zona, avevano fatto la scuola quadri, tutta su bigini e così parlavano alla gente…Era un modo per non restare disoccupati. Non tutti certo erano così, ma chi saliva erano sempre quelli più proni ad una certa mozione già stabilita…Tu, cara DO, il PCI l’hai conosciuto mille volte meglio di me, io non ne so neanche parlarne, ma mi sembrava importante ripetere il filo che uno storico che sembra serio come Ginsborg sembrava ritrovare tra un oggi e l’allora. Il succo è che la gente non è mai stata consultata né contava alcunché // Nella DC sarà stato uguale o peggio e ci sarà stata un’involuzione tra De Gasperi e gli altri? / o era già chiaro per tutti che la massa va guidata, anche educata, ma il diritto di parlare…?Quello che capisco io, nella mia minutezza di persona “errante” è che uno il diritto se lo prende! ciao, la tua amatissima (da te!!!) chiaretta

  2. nemo scrive:

    Grazie, cara Chiara. (Ma non sei a MI ? ). Concordo con Donatella sul ‘vuoto’ creatosi con lo ‘squagliamento’ dei partiti e, pertanto, sulla mancanza di una concreta ‘prassi’ democratica .

    • Chiara Salvini scrive:

      lunedì ho la visita dal chirurgo che spero di convincere a farmi la cataratta perché letteralmente – da mesi-non posso più leggere i giornali fuori i titoli…Al computer mi giro perché ricopio e ingrandisco. Parto sabato. Mi porto il portatile. quando puoi, MS un articolo…le tue scelte sono sempre molto apprezzate da tutto il blog! Ne hai per così dire una—un po’ lontana—direzione politica! Scherzo e non scherzo. “Beato te”! che non hai più da sognar d’oro la sera! chiara
      Come finirà la rivolta di Hong Kong? Secondo me è gente seria, per ora tutti gli studenti, che avranno opinioni diverse, lasciano che alla guida stiano i moderati—ecc. ecc. —Finirà nel sangue, anche se chiedono, come è nella loro Costituzione, di poter votare loro candidati nel 2017! Pechino non puo’ permettersi la democrazia neanche di un’isola che avrà pure uno statuto speciale. Tutti hanno visto Cameron sulle barricate azzittirsi di botto in botto. Soprattutto oggi che mi sembra impegnata in una manovra economica (più o meno dall’inizio della crisi) che è quella di aumentare i consumi—una specie di manovra roosveltiana. Intervenite per favore, ma chi sa tutto è MG ! La nostra MG! così silente…Sapete cosa fa? Invece di ciarbottare come fa chiara, lei studia nel senso del sulserio…addio, miei beni, addio per sempre, tutti presi dalle tasse! Senza scherzi, ciao

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