ore 18:14 GIA’ CHE SIAMO ANDATI SU FACEBOOK DI VAMOS A BAILAR (ART.SG) RIPORTO QUALCHE “PIACEVOLEZZA SUA”—SEMPRE CON GRATITUDINE

 

chiara:  quello che vi porgo, oltre alle piacevolezze, ammesso che qualcosa vi possa piacere, è il ritratto di una ragazza

 

di 30  anni, che vive con i genitori, o forse vive già con il fidanzato, non so, lavora come parrucchiera nel negozio della mamma…è senz’altro una ragazza felice. Che timidamente si affaccia a qualche problema del mondo come la violenza sulle donne.

 

Adesso vi do la buona serata o buona notte perché gli occhi mi fanno troppo male e devo tenerli chiusi…ciao, chiara

 

 

 

 

questa è la sua ultima foto-Immagine…come dire “una individualita’ che si ha piacere di indossare per qualche tempo e poi si smette …e poi chissà salta di nuovo fuori”

Noi del Quaranta, chi piu’ chi meno, sappiamo di questo fenomeno:  anche noi, a seconda delle situazioni, possiamo indossare abiti o, meglio,  “maschere diverse”. Non  a questa velocità. Anche per la nostra immagine e individualità non siamo nati con l’elettronica!

Ma conosco persone, perfettamente normali nel senso ampio (“non fanno male né a se stesse né agli altri”) , cioè il mondo sociale non ha niente da rilevare su di loro—

 

—sul mondo privato di queste persone nessuno ovviamente indaga—-

 

—e chi sa e parla, non è creduto—

 

Dicevo di queste persone–ma oggi sembra che siamo “tutti”—

 

 

che,  secondo il pubblico sono “essere diverso”—forse, meglio, volevo dire che “esistono e brillano nella loro beltà”, se sono davanti ad un pubblico.

 

E pubblico non sono tutti.

 

Anche se poi l’idea di pubblico varia da persona a persona.

 

Direi che la varietà si potrebbe riassumere, o almeno, se siete d’accordo, potremmo concordare insieme che pubblico è per tutti colui o coloro  “che valgono l’investimento di energia che ci dobbiamo mettere”

 

Questo pubblico, lo conosciamo tutti noi, chi piu’ chi meno, è quello che aumenta la nostra  autostima.

Questa è  infatti e letteralmente, “un alimento necessario” per sentirsi vivi e–curiosamente—“se stessi”.

Ci sono appunto persone per le quali, anche se può non essere cosciente, diventa una ragione di vita, o come si dovrebbe dire, “un bisogno primario” come la fame la sete e il sesso.

 

In questa nostra epoca, sono diventate più rare, le persone che  cercano “un’altra persona” perché la amano e si sentono amati, voglio dire che è diventato rara la ricerca di una relazione umana, o anche con un animale,  non perché questo altro diventi il pubblico di un nostro esclusivo palcoscenico, ma se proprio vogliamo insistere sul tema, è un palcoscenico per l’altra persona.

Non mi esprimo neanche bene, me ne accorgo.

Perché in realtà non è neanche così.

 

Il sogno che “tutto sia contemporaneo”, tu e me insieme brillando su un pavimento a specchio, esiste –l’abbiamo secondo me  vissuto tutti nel periodo dell’innamoramento, una fase della vita molto speciale in cui il nostro narcisismo riesce a sognare insieme al narcisismo dell’altro. Potrei dirlo piu’ dettagliatamente, ma credo che sia intuibile.

 

Per questo motivo, ho un’amica molto cara, che chiamerò “Franchina”, che vive innamorata di tutti quelli che incontra purché siano “innamorabili”. Marito e figlio più o meno compresi.

 

E’ un’energia nostra di vita che spandiamo sulle cose e sulle persone mettendone in luce i lati piu’ belli.

 

Se riusciamo a sfuggire alle trappole e agli  autogol dell’idealizzazione, significa che riusciamo a godere dei lati umani e divertenti di qualcuno, però, pur in ombra in quel momento, conosciamo bene il nostro pollastro, in quello che ha di “non amabile” e, a volte, di “non assolutamente amabile”.

Se, a questo punto, cerco quella persona e posso “amarla”, per me e per lui.

Credo che un rapporto così rappresenti il massimo di maturità umana che ci sia consentito in una relazione.

 

Con animali, ho avuto l’esperienza di vivere in un appartamento con 5 gatti: di loro ho avuto l’impressione che volessero essere amati in tanti modi, a partire dall’accudimento elementare, ma senza oltrepassare mai il loro riserbo.

Sui gatti avrei molto da raccontare,  ma preferisco chiudere con l’esperienza che ho, da un anno, con un cane, un piccolo cagnetto, che gli spiritosi per strada chiedono “ma è un topo?”..

Alcuni di voi lo conoscono, per esempio quando Donatella è venuta a trovarmi, non si è scollato un attimo dal suo morbido accogliente “grembo con leggera pancetta”  ….Eravamo sedute vicine e nella scelta Didì non ha mai esitato… : è un essere canino che tradisce con allegria e serenità, forse perché, ancora bimbo, si specchia negli occhi della mamma o nonna, per sapere cosa è bene o non è bene fare.

 

Da parte mia, cioè io Chiara, non ho mai avuto un’esperienza d’amore così bella.

Vedete, per lui, il mio amore non è mai “eccessivo” né men che meno lo è  il suo per me.

Veramente nessuno al mondo mi ha mai tributato un amore eccessivo!

 

E’ l’esperienza di fare ad un altro una carezza mentre l’altro vi risponde con un suo modo di accarezzarvi che è darvi tante leccatine sulla mano.

Ma è “subito reciproco”.

 

Questo per me, con Didì,  è la vera realizzazione di quello che ho chiamato prima  “sogno contemporaneo”.

 

E’ lui, il mio DIDI’!

“Mio” che poi, come al solito, è “mio di tutti”, e sempre come al solito, con mia felicità.

Pazienza! Mi ero provata ad avere per la prima nella vita, qualcuno da sentire “mio” e basta. Senza dividere. Ed è stato piu’ o meno così nei primi sei mesi in cui, per così dire, lo svezzavo piano dalla mamma cui l’avevano sottratto troppo presto, ed insieme, se si puo’ dire, lo “avvezzavo” alla vita. E’ diventato così straordinariamente bello, nel senso di accettante e affettuoso con tutti, allegro, come si direbbe di un cane, “scodinzolante” anche quando abbaia di eccitazione…

 

A questo punto l’hanno voluto tutti.  A partire dal bipede che striscia i pavimenti.

Avevo tanta paura che “me lo portassero via”, ma non è stato così.

Didì ha molto affetto per il nonno, gli si accoccola vicino e, se non visto, lui, il nonno,  gli fa tante lievi carezzine

Ma, poi torna all’ovile. Quando vuole lui, ma torna.

 

Mai una volta mi ha fatto sentire abbandonata, quello che è il mio cruccio caratteristico e che mi rimarrà. Così come a lui, anche se ha trovato qualcuno  che questo “marchio dell’abbandono” è riuscita a soavizzarglielo.

 

Come si dice? Ci siamo trovati e sposati.

 

 

ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

 

 

vamos a bailar

 

 

che bella sta foto!—6 h fa

 

 

 

chiara: avrei preferito “e il sorriso di chi ne ha cheffate tante, ma una o due le ha superate con orgoglio o felicità o…cosa preferite  voi!

 

 

 

 

 

 

Figata! :)))

 

 

 

Premetto che non è riferito a nessuno perché per mia fortuna ho accanto tutte belle persone,però è un mondo simpatico e semplice x spiegare una cosa brutta! ^^

 

 

Riccardo, ho visto questo e ti ho pensato

 

 

 

 

 

 

Ahahahahahahaha bellissima!!!

Un uomo stufo e stanco di andare al lavoro ogni giorno mentre la moglie stava a casa…
…pregò il Signore:
– Mio Dio, io vado tutti i giorni al lavoro per 8 ore mentre mia moglie sta semplicemente a casa. Vorrei tanto sapere cosa si prova ad invertire i ruoli, perciò ti prego: permetti che il suo corpo si scambi con il mio. Amen!
Dio, nella sua infinita saggezza, accettò la richiesta dell’uomo. La mattina seguente l’uomo si svegliò come donna. Si alzò, preparò la colazione per la famiglia, svegliò I bambini, li vestì per la scuola, li fece mangiare e preparò il loro pranzo, li portò a scuola; tornò a casa ed avviò la lavatrice, andò in tintoria ed in banca per fare un deposito, si fermò alla posta per pagare dei conti correnti, passò dal negozio di alimentari e infine riportò a casa la spesa. A casa pulì la cassetta del gatto e diede da mangiare al cane. Era già l’una del pomeriggio, quindi si sbrigò a fare i letti ed a pulire i bagni ed i pavimenti. Poi corse a scuola a riprendere i figli e sulla strada di casa parlò con loro di quanto era successo a scuola. Preparò per loro una merenda e gli organizzò il pomeriggio, poi cominciò a stirare mentre cercava di guardare un programma che le piaceva alla televisione.
Alle 18:30 cominciò a sbucciare le patate e a lavare l’insalata, a cuocere la carne ed a preparare il sugo per la pasta. Dopo cena, lavò i piatti, pulì la cucina, raccolse il bucato, fece il bagno ai bambini e li mise a letto.
Alle 21, esausto e senza aver finito i suoi impegni giornalieri, andò a letto dove, tentando di non lamentarsi, fece l’amore. La mattina seguente l’uomo si svegliò, saltò giù dal letto e immediatamente rivolse una preghiera al Signore:
– Io Dio, non so proprio cosa pensassi. Era un grave errore l’invidia per mia moglie che può stare a casa tutto il giorno! Ti prego dal profondo del mio cuore, fa tornare tutto come prima!
– Dio, nella sua infinita saggezza, rispose: figlio mio, penso che tu abbia imparato la lezione, e sarò contento di riportare le cose come erano prima. Dovrai solo aspettare nove mesi, però: ieri notte sei rimasto incinta!

 

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1 risposta a ore 18:14 GIA’ CHE SIAMO ANDATI SU FACEBOOK DI VAMOS A BAILAR (ART.SG) RIPORTO QUALCHE “PIACEVOLEZZA SUA”—SEMPRE CON GRATITUDINE

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    Bellissima la favoletta, che rispecchia,sorridendo, una ancora pesante, abbastanza nascosta e accettata ingiustizia verso le donne.

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