elif shafak
Bergoglio ha parlato di dialogo tra fedi diverse.
“Io non sono una persona religiosa, però, sì, è vero, ho molto a cuore la spiritualità e il misticismo. Mi piacciono le persone che coltivano entrambi, la fede e il dubbio, perché non ci può essere fede senza dubbio e nemmeno dubbio senza fede, come ha detto il poeta Khalil Gibran. Credo che oggi, noi scrittori e intellettuali, non possiamo sminuire la spiritualità. Ma dobbiamo anche criticare apertamente l’intolleranza religiosa”.
Per arrivare a cosa?
“Per trovare una strada e mescolare l’umanesimo, la spiritualità e il pluralismo, la democrazia secolare. Questa è la nostra sfida più grande. E penso che il Papa di questo bisogno sia del tutto conscio. È un bene che sia un uomo aperto al dialogo interculturale. Mi auguro che sia persino più audace nelle sue dichiarazioni sui diritti dei gay e delle donne. Nel mondo islamico ci sono molte voci progressiste, ma non vengono ascoltate. Dobbiamo parlare più forte. In caso contrario il silenzio sarà riempito dalle voci degli estremisti”.
Altro tema caro al Papa è la difesa delle minoranze. Per esempio, il cristianesimo è nato e si è sviluppato proprio in Asia Minore. Ma oggi in Turchia la minoranza cristiana è quasi scomparsa. Sacerdoti cattolici come don Andrea Santoro e monsignor Luigi Padovese sono stati uccisi. Com’è la situazione adesso?
“Non è facile vivere da minoranza in Turchia. Non lo è mai stato, ma oggi è ancora più dura. Ci sono un sacco di discriminazioni. E anche problemi sulla legislazione. Erdogan ha fatto un discorso, in diretta tv. Ha detto: “Mi hanno dato del georgiano. Ma possono dirmi anche cose peggiori. Possono chiamarmi un armeno! “.
E cosa è successo?
“Non si è nemmeno scusato. Il governo turco è focalizzato sulle persone che lo votano. Ma il marchio di fabbrica della democrazia non è come viene trattata la maggioranza, ma la minoranza! E in Turchia le minoranze non sono trattate bene “.
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