ORE 19:49 Non riuscendo a ricostruire da dove siamo partiti, il titolo sarà : ” LIBERAMENTE SEGUENDO PASOLINI…”

 

 

Dioniso o Dionisìo (em grego: Διώνυσος ou Διόνυσος, transl. Diōnisos ou Diónisos) era il dio greco dei cicli vitali, delle feste, del vino, della pazzia,

 

ma soprattutto dell’  INTOSSICAZIONE

 

che fonde il bevitore con la deità.

 


E’ figlio di Zeus e della principessa Semele, fu l’unico dio dell’Olimpo figlio in parte di una mortale: questo lo rende una deità dell’Olimpo atipica.

Leggendo la storia mitica si apprende quanto segue: incinta, la principessa Semele chiese a Zeus di farle dono per il bimbo che portava in seno, della visione di tutto lo splendore del suo amante nascosto : a metà gestazione, Zeus le si rivelò ed ella morì  perché nessun umano l’avrebbe potuto sopportare.

Zeus tolse il bambino dal suo seno, a metà gestazione, lo tenne premuto sul suo fianco ed il bambino fu pronto a nascere. La storia rivela che la partecipazione della povera principessa troppo innamorata, una mortale, fu molto piccola–il bimbo è principalmente figlio del dio potentissimo,  a capo di tutti gli dei che governava con il suo lungo scettro scintillante, cioè Diòniso o Dionìsio,  che tanta parte ebbe all’origine della cultura greca –anche se a noi arrivò  ” censurata “, addirittura dimidiata nei suoi due lati principali: 1.  la luminosità della Legge e dell’istituzione del tribunale, imposta dalla dia Atena,  una Legge che si pose nei fatti “egemone” dell’antica cultura delle Parche, oscura e drammatica  / incomprensibile agli umani nelle sue ragioni / in quanto basata sul “misticismo” (parola moderna) degli oracoli, dei riti di purificazione, sul sacrificio dei figli addirittura (Ifigenia / dal padre Agammenone per propiziarsi  il viaggio fino a Troia.) …insomma su un mondo oscuro dentro di noi e, ancor più evidente, nel mondo primitivo o agli inizi della civiltà—come vediamo chiaro in quella greca (ORESTIADE DI ESCHILO) che ha posto le “fondamenta” di tutta la civiltà occidentale : irrazionale e diritto- PERPETUAMENTE IN DINAMISMO-LOTTA / PER LA SUPREMAZIA.

 

 

 

SCRIVE PASOLINI IN UNA NOTA CHE ACCOMPAGNAVA LA SUA TRADUZIONE DELL’ORESTEA.

 

Tuttavia certi elementi del mondo antico, appena superato, non andranno del tutto  repressi, ignorati: andranno, piuttosto, acquisiti, riassimilati, e naturalmente modificati. In altre parole: l’irrazionale, rappresentato dalle Erinni, non deve essere rimosso (ché poi sarebbe impossibile), ma semplicemente arginato e dominato dalla ragione, passione producente e fertile. Le Maledizioni si trasformano in Benedizioni. L’incertezza esistenziale della società primitiva permane come categoria dell’angoscia esistenziale o della fantasia nella società evoluta.

 

 

 

 

 

Menade

 

 

Siracusa 2008 - Eumenidi

 

 

 

 

La scena in cui Atena istituisce la «prima assemblea democratica della storia» è considerata, ad esempio, «il momento più alto della trilogia»: «nessuna vicenda, nessuna morte, nessuna angoscia delle tragedie dà una commozione più profonda e assoluta di questa pagina». Perciò alla fine la Nota del traduttore sfocia in un’appassionata identificazione con la poesia etica e didattica di Eschilo: «la sua allusività politica era quanto di più suggestivo si potesse dare in un testo classico, per un autore come io vorrei essere».


 

Tornando al mondo attuale e agli “Scritti corsari”… (vedi sotto le foto)

 

 

…in questa attività di polemista e di giornalista Pasolini ha sempre insistito, con estrema passionalità, sul passaggio brusco e innaturale che l’Italia ha vissuto nel dopoguerra da una società agraria a un’industrializzazione selvaggia, che, con la creazione di un Centro consumistico, ha operato un vero e proprio genocidio delle culture locali, dei dialetti, e in generale dell’ «illimitato mondo contadino prenazionale e preindustriale». Un mondo che ha gli stessi tratti del Terzomondo, ed è caratterizzato da una religiosità atavica, ciclica, di fondo pagana, per la quale il cattolicesimo era una sovrapposizione esterna, come lo era il potere nazionale

 

 

 

 

 

 

« Mi chiederai tu, morto disadorno,
d’abbandonare questa disperata
passione di essere nel mondo? »(Pier Paolo PasoliniLe ceneri di Gramsci[)

—una raccolta di poesie pubblicata da Garzanti nel 1957

 

 

“In quest’opera Pasolini è ancora quasi certo della possibilità di una sintesi equilibrata che niente vuol togliere agli elementi da mettere insieme organicamente e cioè gli impulsi…e la razionalità – non quella illuminista-tecnologica …ma quella (chiara) già proposta dal grande Romanticismo tedesco (Goethe e gli altri) ” (dal testo/ sintesi di chiara–di cui alla fine metterò il link per chi vuol seguirlo passo per passo )

 

 

 

“Il poemetto L’umile Italia, il quinto, apparve nell’aprile del 1954 su “Paragone-Letteratura” e rappresenta la contrapposizione tra la cupa tristezza dell’Agro romano e la limpida luminosità del settentrione. Il Nord, il cui emblema sono le rondini, è puro e umile e il Meridione è “sporco e splendido” ma:

 

È necessità il capire/ e il fare: il credersi volti/ al meglio” cercando di lottare pur soffrendo senza lasciarsi andare alla “rassegnazione-furente marchio/ della servitù e del sesso- / che il greco meridione fa/ decrepito e increato, sporco/ e splendido“.

 

ecc.

 

fino all’ultimo poemetto  La Terra di Lavoro che porta la data 1956 e che era uscito su “Nuovi Argomenti” nel 1957. Il poeta descrive un treno affollato di pendolari, soli,

che hanno per nemici “il padrone”,

ma anche “il compagno che pretende / che lottino in una fede che ormai è negazione / della fede“.

 

23 ottobre 1956 –budapest

 

Risultati immagini per 1956 ungheria

” Gli insorti combattono nelle vie di Budapest contro i carri armati societici—aerei russi mitragliano la popolazione “

 

 

—questa associazione / testo poetico, anno di composizione / rivolta di Ungheria —è esclusivamente del blog.

 

 

Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci, 1957, Garzanti 1993 — si trova su Amazon Libreria Universitaria e altri su Ebay–o compere (e vendite, se avete da vendere) sul computer

 

 

edizione Garzanti 1957

Le ceneri di Gramsci – Edizione 1957


Pilade (1966-70) narra vicende create da Pasolini ispirandosi ai miti greci, ma il testo va interpretato in chiave moderna. I due amici Oreste e Pilade rappresentano il primo il difensore della Ragione (che porta inizialmente a un potere democratico ma in ultima analisi borghese), il secondo la lotta a difesa degli sfruttati (la lotta comunista). Elettra invece fa le parti dell’amore per l’autorità tradizionale (la tirannia). Oreste, per sconfiggere l’esercito di Pilade, si allea strategicamente con Elettra (e si ha quindi l’aberrante totalitarismo nazista, con le sue stragi di corpi). Ma la vittoria finale sarà ancora una volta del “solo” Oreste, con la Nuova Rivoluzione di tutta la città (non solo dei borghesi quindi), che culmina nel benessere generale. Pilade ed Elettra restano soli, disperatamente alleati e sconfitti; Pilade ha comunque, alla fine, maturato la consapevolezza della sua colpa, che è stata quella di desiderare il potere prendendo il posto di Oreste.

…le dichiarazioni stesse di Pasolini su come interpretare quest’opera, sono contraddittorie tra loro, pur essendovi una certezza, che è quella della ferocia di ogni potere, sia di destra che di sinistra.

 

Pilade e Oreste di François Bouchot. Pilade protegge Oreste durante un accesso di pazzia

 

Pilade è un personaggio della mitologia greca. Il padre, Strofio, era Re della Fòcide e la madre, Anassibia, era figlia di Atreo e sorella diAgamennoneMenelao. Pilade crebbe con il cugino Oreste, con cui era legato da un’amicizia profonda. Lo affiancò infatti nella vendetta su Clitennestra ed Egisto per l’uccisione di Agamennone e lo accompagnò nelle successive peregrinazioni in Tauride dalle quali riportarono a casa Ifigenia. Alla fine sposò la cugina Elettra, sorella di Oreste.

 

IFIGENIA IN TAURIDE , è una tragedia di Euripide, 400 a c–circa

Esiste una traduzione di Ettore Romagnoli, con testo a fronte, reperibile su Internet.

 

Ifigenia in Tauride (Iphigenie auf Tauris) è una tragedia di Wolfgang Goethe, pubblicata nel 1787. L’opera riflette tutti i principi della “Schöne Seele“, cioè “l’Anima Bella”, cardine del teatro del classicismo che si ritrova in Schiller.

 

A chiara pare di vedere un filtro attraverso cui è arrivata a noi la cultura greca–e un filtro che è addirittura Wolfgang Goethe e la sua immoralità di genio.

 

Johann Joachim Winckelmann ((Stendal,  Germania, 9 dicembre 1717 – Trieste8 giugno 1768 )

(DE)« Edle Einfalt und stille Größe » (IT)« Nobile semplicità e quieta grandezza »

 

. L’idea principale di Winckelmann era che l’arte classica greca e romana avesse raggiunto la perfezione e che occorresse recuperarne i principi, infatti Winckelmann asserì: ”La sola via per diventare grandi, o se possibile anche inimitabili, è imitare i Greci”

E’ il massimo teorizzatore del NEOCLASSICISMO –“complesso movimento che interessa tutte le arti, diffusosi dalla seconda metà del Settecento alle prime decadi dell’Ottocento–legato all’Illuminismo, principalmente, e  anche al nascente Romanticismo. Caratterizzato dal recupero di forme classiche, come norma e tendenza alla perfezione, alla logica, alla simmetria e alla chiarezza…( il seguito sotto “neoclassicismo” – Treccani online)

 

 

RAGAZZI MIEI SANTI BELLI DI VENERDI’ / CHE DOMANI VI ASPETTA LA GIORNATA ASSAI PESANTE NELLA PREPARAZIONE REGALO E PROGRAMMA / DEGLI INNAMORATI

 

UNA FESTA ANCHE PER CHI NON LO E’ PIU’ O NON LO E’ ANCORA -SPERO LA STESSA PERSONA…

 

ADESSO CI FERMIAMO QUI. IL NOSTRO VIAGGIO PER NOI -MA SOLO IN VOSTRA COMPAGNIA – E’ STATO BELLO –BELLO,  DUE VOLTE PER TANTE SCOPERTE.

 

IN TANTI PASSI DELL’EVOLUZIONE DI PASOLINI CI POSSIAMO RITROVARE TANTI “DRAMMI” NOSTRI A CUI “NON AVEVAMO PAROLA” –E’ questo che fa il poeta: lui ha le parole anche per noi e, se fosse mai possibile parlando di Pasolini, per noi come per tutti-tutti. Quale civiltà potremo vivere!

 

Ma vi devo il link dell’articolo, ma vorrei mettere la finale che vi farà un CIAAAAN

( accento sulla ” a ” con forza ) spaventoso–

Siete pronti a cadere in verticale, anche perché “in orizzontale” sarebbe nuovo, ù

NELL’ABISSO!

 

 

 

QUESTA FOTO BELLA PER FARCI PERDONARE DI AVER PERSO IL TESTO CHE PIU’ O MENO “SEGUITAVAMO”:   NIENTE CIAAN / NIENTE ABISSO

 

UN FINALE COME PIACE ALLA DO : FELICE SI’, MA DOLCE AMARO PER NOI.

 

 

NOTINA:

“PARCHE E’ NOME LATINO, IN GRECO “ERINNI”

CHE PIU’ O MENO PACIFICATE DA ATENA NELL’ORESTEA DIVENTANO

“EUMENIDI”.

 

 

ecco ritrovato il link:

 

http://www.pasolini.net/cinema_appunti-orestiade_teatro03.htm

 

 

ed ecco l’abisso finale che, poi, come posizione “morale” di fronte alla realtà, è totalmente sottoscritta da chiara, che non pensa di essere l’unica. Anche se capisco che vivere in un tale pessimismo radicale, uno può avere delle difficoltà.

 

 

Le opere successive mostrano un incrinarsi della fiducia ideologica; il Pilade – un’immaginaria continuazione dell’Orestea, la cui prima stesura risale al 1966 – rappresenta il fallimento di una rivoluzione guidata dal protagonista (personaggio con tratti autobiografici), ispirata appunto dalla sintesi tra il mondo arcaico della civiltà contadina e il mondo moderno della città democratica; e termina perciò con una plateale bestemmia contro la ragione e contro ogni dio.


Gli Appunti per un’Orestiade africana del 1969, splendido film progettuale a metà fra documentario e finzione, testimonia un interesse appassionato per i paesi africani e per le loro giovani democrazie, in cui Pasolini ricercava il modello culturale della sintesi, ma anche quest’ultima alternativa finì per svanire: l’Africa risultò ben presto divorata dalla modernizzazione. Forse non è un caso che Pasolini non abbia mai girato un’Orestea, e che l’ultima opera ispirata dal mito greco sia stata invece

 

la Medea, dove il conflitto tra le due culture non è risolto, e appare anzi tragicamente ineluttabile, come il grido di Medea nel finale «Niente è più possibile, ormai».


L’utopia di una società che assimili, sublimi e trasformi l’elemento arcaico, splendidamente espressa dalla metamorfosi delle Erinni in Eumenidi (= benevoli), sembrava dunque sempre più lontana; dopo l’ultimo mito affrontato nella

Trilogia della vita, il Medioevo popolare,

l’incompiuto Petrolio

e l’ultimo film, Salò e le 120 giornate di Sodoma, esprimeranno un orrore radicale per il potere politico tout court e per ogni forma di vita sociale.

 

 

ecco anche l’autore:

 

Teatro

Siracusa 2008
L’Orestea secondo Pasolini: l’utopia di una sintesi
di Massimo Fusillo


Rielaborazione da M. Fusillo, La Grecia secondo Pasolini. Mito e cinema, Roma, Carocci, 2007

 

 

 

 

qui ragazzi, nel link, o voi che sarete tutti in giro il venerdì sera, e sabato riposerete fino all’imbrunire…e domenica poi del tutto…

ma se ci foste…

potreste  sapere tutto sull’autore:

 

se apriste, rimarreste “basiti” dai titoli pubblicazioni cattedre anche estere e prestigiose…

 


http://www.mucchieditore.it/index.php?option=com_content&view=article&id=183%3Afusillo-massimo&catid=17%3Aautori&Itemid=25&lang=it

 

 

per forza chiara si diceva seguendolo…non è male questo autore!

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