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Assieme ad alcune irrinunciabili icone dell’universo simbolista, l’esposizione presenta opere che uniscono la suggestione del simbolo e la libertà visionaria e utopistica dell’ideale, facendo compiere al visitatore un percorso teso tra scoperte di un’arte esclusiva e misteriosa e la rappresentazione drammatica e cruda, talvolta sommessa, della follia della guerra.
IL DEMONE DELLA MODERNITÀ mette in scena l’irruzione di una modernità tempestosa, che rinnova i linguaggi dell’arte, infrange gli schemi rigidi della classicità, le tradizionali connessioni e relazioni spazio-temporali, introduce ilmovimento, le sonorità estreme, le contaminazioni tra i generi.
A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei quali Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Paul Klee, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Felicien Rops, Oskar Zwintscher, Sascha Schneider, Mirko Rački, Vlaho Bukovac, Ivan Meštrović, Marc Chagall, Gustav Moreau, Hans Unger, K. Wilhelm Diefenbach e gli italiani Mario De Maria, Guido Cadorin, Bortolo Sacchi, Alberto Martini, tra gli altri.
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, dal Comune di Rovigo e dall’Accademia dei Concordi.
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