—ZYGMUNT BAUMANN —SULLE TRACCE DELLA POSTDEMOCRAZIA —–UN DIALOGO CON IL SOCIOLOGO CARLO BORDONI—UNA PUBBLICAZIONE EINAUDI

 

 

25 FEBBRAIO 2015

 

 

UN DIALOGO DEL FILOSOFO CON CARLO BORDONI (EINAUDI)

Sulle tracce della postdemocrazia L?ultima scommessa di Bauman

 

Il libro di Zygmunt Bauman e Carlo Bordoni Stato di crisi (Einaudi) merita indubbiamente una particolare attenzione, per una pluralità di motivi diversi. Per la formula, anzitutto. Un «colloquio» fra due studiosi, fra loro in sintonia su molti aspetti, ma anche talora dissonanti, e non su punti di secondaria importanza. Col risultato di immergere il lettore in un dialogo autentico e intellettualmente vivace, proteso all?approfondimento di questioni di grande importanza, senza alcuna concessione alla vuota ritualità del confronto accademico. Notevole è poi la scelta di uno stile improntato ad una limpidezza davvero esemplare. Pur affrontando temi di rilevante complessità, gli autori riescono ad evitare la Scilla del tecnicismo impenetrabile, senza essere risucchiati nella Cariddi delle banalizzazioni giornalistiche.Infine, esercita una forte suggestione anche il disegno complessivo del testo, poiché delinea un percorso che conduce gradualmente dalla lucida presa d?atto di una condizione generalizzata di crisi ? dello Stato, della modernità, della democrazia ? fino alla prospettazione di un «nuovo ordine globale», come suona il titolo del paragrafo conclusivo.A tutto ciò si aggiunga un rilievo, che potrà apparire (e forse può anche essere effettivamente) marginale, ma che tuttavia non può essere taciuto. Il nome di Zygmunt Bauman è diventato famoso, ben al di là dei limiti della comunità scientifica, per l?accostamento alla principale «scoperta» a lui abitualmente attribuita, compendiata nell?aggettivo «liquida», col quale in un fortunato libro uscito in inglese nel 2000 ( Modernità liquida , Laterza) il sociologo polacco alludeva alla società odierna.Come spesso accade (il che non significa che debba obbligatoriamente continuare a verificarsi), quell?espressione, originariamente coniata per indicare le caratteristiche di una società le cui strutture si scompongono e ricompongono rapidamente e in maniera fluida e volatile, si è trasformata in uno slogan orecchiabile, applicabile alle realtà più diverse ? dalla politica alla filosofia, fino allo sport e alla cucina. Con effetti caricaturali, e talora irresistibilmente comici, facilmente immaginabili. E con la conseguenza, molto meno divertente, di inchiodare lo stesso Bauman alla vacua ripetitività di una formuletta. Questo nuovo testo rende giustizia ad uno studioso le cui tesi, come quelle di qualunque altro, sono certamente criticabili e forse in parte inaccettabili, ma che tuttavia non può essere ridotto al raggio angusto di un aggettivo di successo.Ciò detto e doverosamente riconosciuto, si deve anche notare che il libro mantiene solo in parte le impegnative promesse formulate nella prefazione, soprattutto per quanto riguarda la prospettazione di quella che viene definita come «postdemocrazia».Assai puntuale, e immune da ogni indebita sacralizzazione, la decostruzione delle trasformazioni subìte dalla nozione di democrazia, fra Pericle e Alexis de Tocqueville (per indicare «estremi» non solo in senso cronologico). Pienamente condivisibile anche il giudizio complessivo, ricalcato sulla troppo spesso dimenticata affermazione di Jean-Jacques Rousseau (che pure è stato uno dei «padri» della democrazia moderna): «Secondo il preciso significato della parola si può dire che non è mai esistita una democrazia, e non esisterà mai».Dichiarazione ? questa ? che potrebbe essere altresì accompagnata da un autore trascurato da Bauman e Bordoni, vale a dire Platone, il quale rileva che, più che una vera e propria forma di governo, la democrazia è «un supermercato delle costituzioni», in cui sono esposte disordinatamente tutte le forme di governo.Il punto vero, tuttavia, sempre sintomaticamente eluso dai detrattori della democrazia, e non risolto da Bauman e Bordoni, è un altro, e riguarda appunto la delineazione di una possibile alternativa. Restituendo al termine «crisi» ? costantemente ricorrente nel testo ? la sua originaria accezione medica, si potrebbe dire che gli autori sembrano orientati semplicemente a prendere atto del decesso del paziente chiamato democrazia. Una certificazione di morte che potrebbe forse essere evitata, se si applicasse alla nozione di democrazia ciò che un famoso penalista replicò a chi gli faceva notare la totale infondatezza della nozione di pena. E si potrebbe dunque concludere che sì ? è vero ? la democrazia fa acqua da tutte le parti. Ma, almeno finora, in oltre tremila anni di civiltà occidentale, nessuno (neppure Bauman e Bordoni) è riuscito ad inventare nulla di meglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Curi Umberto

Pagina 47
(25 febbraio 2015) – Corriere della Sera

 

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5 risposte a —ZYGMUNT BAUMANN —SULLE TRACCE DELLA POSTDEMOCRAZIA —–UN DIALOGO CON IL SOCIOLOGO CARLO BORDONI—UNA PUBBLICAZIONE EINAUDI

  1. Donatella scrive:

    Sono d’accordo che finora non è stata inventata una formula di governo migliore della democrazia, pur con tutti i suoi difetti, errori, mistificazioni. Bisognerebbe perfezionarla ed arricchirla.

  2. nemo scrive:

    Pare che a migliorarla si stia impegnando il Renzi.

    • Chiara Salvini scrive:

      tre parole in più per i poveri Fracchia? Venerdì arriviamo a Sanremo con i ragazzi che ripartono lunedì, ma noi staremo un po’ “a casa” sperando nel sole. Saluti ai Peynet, sempre belli? L’articolo fa pena, non l’ho rivisto e mi pare che poi non dica niente se non che c’è il libro ecc. Pena averlo messo, pazienza!

  3. nemo scrive:

    Contento del vostro arrivo: Sanremo più ‘lontana’ e più ‘estranea’ senza di voi. Caffettino al ‘milleluci’ o ‘millevoglie’ garantito, anche per consegna ‘cartoncino’ Anpi …. ! Allora, bueno retorno e a presto.

    • Chiara Salvini scrive:

      Hai regalato una nuova collanina di perline azzurre o rosse a M ? Altrimenti il Milleluci resta chiuso–mi hanno detto–Presto vanno tutti in Australia. Comunque andremo ad un bar al sole, ne ho una tale fame! Anzi fame e sete! Un abbraccio a tutti i miei Peynet, grandi e piccoli. Tu dove sei ? …M. lo sa e anche Ch. Baci a Enzo…che ormai è diventato l’uomo su cui puntare nel mio futuro! Anch’io –e da tempo —“ho le valigie pronte” come lui, anche se non così belle e profumate come le sue, ciao belli, sapere che ci siete (finché non ripartirete) mi dà allegria. notte chiara

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