«Questo libro-manifesto porta in sé la forza di un testamento e la forza visionaria di un inizio. Nel drammatico amalgama tra fine individuale e inizio collettivo, Samir Kassir condensa il suo percorso di avvicinamento a una nuova Rinascita araba, che difenda la modernità e che rilegga la cultura araba contemporanea con spirito critico rinnovato. Il testamento, che ridisegna l’immagine dell’intellettuale, definendolo una coscienza libera da tutti i vincoli che non siano l’impegno per la libertà e la difesa della verità cosí come l’intellettuale se la rappresenta. E l’inizio, che ha coniato grandi modelli che ci chiedono di essere oltrepassati e perfezionati, perché devono essere portati a maturazione da un lavoro storico-culturale che si metta all’opera per rompere il cerchio dell’infelicità araba. È per questo che il lettore sente di essere davanti a un grido che chiede libertà e democrazia. A lanciarlo è un giornalista che vive gli eventi. A fargli assumere forma è uno storico che elabora la memoria. E in questa fusione si afferma l’unicità di Samir Kassir».
Elias Khuri
“L’impotenza, innegabilmente, è oggi la cifra dell’infelicità araba. Impotenza a essere ciò che si ritiene di dover essere. Impotenza ad agire per affermare la propria volontà di esistere, se non altro come possibilità, di fronte all’altro che ti nega, ti disprezza e, adesso, nuovamente ti domina. Impotenza a reprimere la sensazione di essere ormai un’entità trascurabile sullo scacchiere planetario quando è in casa tua che si gioca la partita; un sentimento, per la verità, irreprimibile da quando la guerra in Iraq ha riportato l’occupazione straniera in terra araba. E, come contraccolpo, ha trasformato l’epoca delle indipendenze in una parentesi”, Samir Kassir “L’infelicità araba”, Einaudi, 2006
QUESTA A NOI PARE UNA FRASE, CHE CON PICCOLE MODIFICAZIONI, POTREBBE ADATTARSI A QUELLO CHE SI VEDE INTORNO A NOI:
” L’INFELICITA’ DELLE DONNE”.
- Come ha fatto a prendere una decisione così importante di tagliarsi i capelli, dopo anni anni che li ha custoditi così lunghi?
- Da qualcosa bisogna pur partire per fare una rivoluzione nella propria vita…
- Allora questo è solo l’inizio?
- Ha detto bene (manda un’occhiata al marito che rimane di schiena e non si gira neanche un goccio)—” questo è solo l’inizio!”
- Le sorrido complice, lei mi sorride di rimando allo stesso modo. In quell’attimo, noi due, eravamo “insieme”.