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“L’amore è il sentimento più forte di tutti e respinge chi vuole impadronirsene. Il diritto è prepotente.” StefanoRodotà ci parla del suo ultimo libro Diritto d’amore (Laterza 2016) dove viene ricostruita la storia della tensione tra amore e diritto. Quest’ultimo ha tenuto conto del primo solo quando rientrava in alcuni schemi, come ad esempio il matrimonio. Fino al ’75 il marito era considerato il capo della famiglia, ignorando una norma della Costituzione che proclamava la parità tra i coniugi. In questo modo il diritto ha costantemente negato l’autonomia del rapporto amoroso e gli sviluppi in tal senso della società e delle singole persone che la costituiscono. Mentre negli anni Settanta del secolo passato l’Italia aveva fatto grossi passi avanti verso l’accettazione della logica dell’amore – e del libero sviluppo delle relazioni – con il divorzio e con il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, oggi sembra invece regredire verso una cecità che non vuole riconoscere le unioni civili tra persone di sesso differente o dello stesso sesso.