MOSTRA AD AQUILEIA : I TESORI DELL’ANTICA PERSIA

 

File:Persia 600ad.jpg

 

 

 

mostra

FRIULI-VENEZIA GIULIA

 

 

 

Ad Aquileia i tesori dell’antica Persia

Ornamento circolare con due leoni, fine V secolo a.C., oro, diam. max 5,5 x 1,5 cm. Kurdistan, Iran occidentale
Ornamento circolare con due leoni, fine V secolo a.C., oro, diam. max 5,5 x 1,5 cm. Kurdistan, Iran occidentale

Una mostra dentro al mistero: “Leoni e Tori, dall’antica Persia ad Aquileia” non è soltanto una collezione di magnifici e preziosi oggetti provenienti da Persepoli e dal Museo archeologico di Teheran, è un viaggio negli interrogativi che ci pone l’antica civiltà persiana. L’esposizione dedicata all’arte achemenide e sassanide con opere di oreficeria dal VIII al VI secolo a.c mette davanti al visitatore simboli e segni che ancora oggi non sappiamo interpretare con certezza. Calici, bracciali, terrecotte, pugnali, sculture, capitelli: sono oggetti che riportano in vari materiali le forme del leone e del toro, il primo simbolo del sole, del giorno e della luce, il secondo della notte e del buio, un riferimento alla lotta tra il bene e il male che evoca, o potrebbe evocare, Zarathustra.
Persepoli esercita un’attrazione travolgente su chiunque nomini l’Iran. Riporta agli Achemenidi, ai grandi imperi di Ciro e Dario, ai racconti di Erodoto, all’epica dei 10mila opliti greci di Senofonte, alla cavalcata di Alessandro Magno che la mise a ferro e fuoco nel 330. a.c. Per raggiungerla si percorre un altopiano di sassi e di rocce, poi una depressione che costeggia a occidente i Monti Zagros, in un paesaggio dai colori mutevoli, rosa, grigio, ocra, coperto dalla polvere dei millenni oggi sollevata da un traffico indiavolato di auto e camion. Si attraversano città e villaggi dove alle periferie sono accampati nelle bidonville i nomadi Qashqai, in gran parte ormai sedentari: lo Shah, in un impeto di malintesa modernità, aveva proibito di allevare cammelli, definiti animali antiquati e retrogradi.
Alla tomba di Ciro il Grande, fondatore della dinastia degli Achemenidi, conquistatore di Babilonia nel 539 ac., liberatore degli ebrei prigionieri, non è rimasto quasi nulla della magnificenza delle rovine di Persepoli, che a ogni passo comunica i fasti imperiali con il palazzo delle cento colonne, le porte di pietra, le mura ciclopiche, i capitelli a forma di toro, leone, aquila, i cavalli dai piedi leonini, un bestiario fantastico di artigli adunchi, fauci spalancate, ali spiegate e, infine, la parata di basalto dei bassorilievi che rappresentano gli “immortali”.

Un impero di pietra, dei sensi e dell’immaginazione, dove la luce del sole è il riflesso visibile agli uomini di Ahura Mazda, il dio più antico di questa parte del mondo, rivelato da Zarathustra, il suo profeta. A Pasargade la tomba di Ciro, alta una dozzina di metri, è sopravvissuta invece solitaria ai saccheggi secolari: un grande sarcofago, completamente bianco in origine, che si raggiunge in mezzo ai campi arati salendo sei gradoni di pietra, intorno ci sono ancora i bassorilievi con figure misteriose e stupefacenti come l’uomo-pesce dalla coda squamata e un angelo con le ali spiegate. La tomba forse non è stata violata grazie alla famosa epigrafe che, dicono, fermò pure la furia conquistatrice di Alessandro Magno: ”Io sono Ciro e conquistai un impero ai persiani, non invidiarmi questa pietra che ricopre il mio corpo”.
Ma anche il Grande Ciro, che insegnò a governare prima sui cuori e poi sulla terra, negli anni Settanta non si salvò dalla sceneggiata della famiglia Palhevi. A mezzogiorno del 12 ottobre 1971 Mohammed Reza, in uniforme imperiale, accompagnato dalla regina Farah e dal principe ereditario Reza, davanti alla tomba del sovrano della dinastia Achemenide, pronunciò la sua piccola frase con la quale voleva entrare da immortale nella storia: “Grande Re dei Re, io, lo Shah-in Shah dell’Iran, ti offro il mio saluto: riposa in pace, noi veglieremo su di te, veglieremo sempre”. Si inaugurarono così i festeggiamenti dei 2.500 anni dell’Impero persiano, una data arbitraria, un anniversario immaginario che doveva segnare l’apogeo del Rei dei Re, il Sole degli Ariani.
Ma il momento magico durò poco: una folata di vento e sabbia travolse le sue parole, lo Shah Mohammed Reza e un seguito folto di teste coronate, principi, presidenti, dovettero chiudere gli occhi e chinare il capo per proteggersi dal turbinio del deserto. Otto anni dopo il suo regno fu spazzato via dalla rivoluzione islamica dell’Imam Khomeini.

Leoni e Tori dall’antica Persia ad Aquileia, dal 25 giugno al 30 settembre 2016 al Museo archeologico nazionale di Aquileia, realizzata dalla Fondazione Aquileia i collaborazione con il Polo museale del Friuli-Venezia Giulia e il National Museum of Iran.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2016-06-24/ad-aquileia-tesori-dell-antica-persia–093514.shtml?uuid=ADq82Li

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

3 risposte a MOSTRA AD AQUILEIA : I TESORI DELL’ANTICA PERSIA

  1. Donatella scrive:

    Che mostre affascinanti! Sarebbe bello andare ad Aquileia anche solo per vedere la città. Speriamo.

  2. Donatella scrive:

    Dolce Chiara ( non posso scrivere Cara Chiara perché non mi piace il suono), ti sono grata per tutto quello che fai e hai fatto per me. Non starei bene con me stessa se non stessi bene con te. Io ho bisogno che tu ci sia per non intristirmi dentro i miei neri abissi, devo vedere la tua luce. Non sono esagerazioni dovute al caldo soffocante di questi giorni, è la pura, sacrosanta realtà ( come diceva una canzone d’antan).

  3. Donatella scrive:

    Alessandro il Grande cedette alle sue terribili ire, distruggendo quasi completamente la capitale della Persia Persepoli. Peccato per questi grandi personaggi, vittime di ire travolgenti, pari alla loro grandezza in altri campi.

Rispondi a Donatella Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *