” corpo-mente; mente-corpo ” —DUE SCIENZIATI ITALIANO A COLLOQUIO: MAURIZIO FERRARIS, FILOSOFO / E VITTORIO GALLESE, NEUROSCIENZIATO

       Risultati immagini per MENTE-CORPO UN'IMMAGINE?

http://osteopatamosna.it/mente-corpo-un-legame-indissolubile/#comment-30

 

VI PIACE QUESTA IMMAGINE APPENA TROVATA NEL LINK QUI SOPRA- PER DIRE IL LEGAME STRETTISSIMO E RECIPROCO TRA MENTE E CORPO?

 

emanuele derman, blog: http://www.emanuelderman.com/+ facebook e twitter

MONEY, DESIRE, PLEASURE, PAIN | Edge.org (nel link vedete ingrandita la mappa delle emozioni derivata da Spinoza e pubblicata su Edge.org, CHE ABBIAMO MESSO AL FONDO : si ingrandisce solo in inglese)

 

MAURIZIO FERRARIS, FILOSOFO

 

Quella che vediamo è una mappa delle emozioni basata sull’ Etica di Spinoza (1677) pubblicata da Emanuel Derman, analista finanziario sudafricano e professore alla Columbia University di New York sul sito di “Edge”.

Derman osserva a ragione che si tratta di una classificazione estremamente dettagliata e realistica, dunque sotto il profilo della descrizione delle emozioni non molto è cambiato, come del resto ci insegnano secoli di arte e letteratura. Ciò che è cambiato moltissimo è la conoscenza dei meccanismi fisiologici delle emozioni, e il riconoscimento del ruolo positivo che giocano nella formazione della decisione razionale. Ne abbiamo parlato con Vittorio Gallese, dell’ università di Parma, uno dei maggiori neuroscienziati contemporanei, scopritore negli anni Novanta, insieme ad altri ricercatori dell’ Università di Parma coordinati da Giacomo Rizzolatti, dei “neuroni specchio”, forse la scoperta italiana recente più citata nella letteratura internazionale (la ricerca di “mirror neurons” su Google dà più di mezzo milione di risultati).

VITTORIO GALLESE, NEUROSCIENZIATO (PARMA)

La teoria delle emozioni di Spinoza è per molti versi modernissima.

Soprattutto quando afferma che il pensiero è intimamente incarnato nel corpo che lo esprime rappresentadovisi. Spinoza attribuisce al corpo vivo dell’ esperienza un ruolo determinante nella generazione dell’ attività mentale, considerata come l’ idea pensata del corpo, secondo un’ impostazione ripresa oggi da molti neuroscienziati come Antonio Damasio o come il sottoscritto.

Le neuroscienze e la psicologia hanno dimostrato che l’ essenza dell’ intelligenza umana non si comprende escludendo le emozioni. Oggi sappiamo che quando le nostre scelte sono dissociate dalle emozioni e dall’ affettività sono del tutto “irrazionali” e ci rendono asociali. Il mito di una razionalità assoluta svincolata dal corpo delle passioni è definitivamente tramontato, anche se forse molti fanno ancora fatica ad ammetterlo. In più, abbiamo scoperto che le emozioni degli altri le comprendiamo anche perché condividiamo i meccanismi neurali che le sottendono. Il nostro cervello corpo risuona con le emozioni dell’ altro rispecchiandole. Questo è un aspetto fondamentale di ciò che chiamiamo empatia.

MAURIZIO FERRARIS

Tra le molte applicazioni della scoperta dei neuroni specchio una riguarda il cosiddetto “paradosso della finzione”. Non è vero che chi piange leggendo la morte di Hanno Buddenbrook “non piange davvero” perché Hanno non è mai esistito, proprio come le emozioni provocate dalla realtà virtuale sono emozioni del tutto genuine.

 

VITTORIO GALLESE

I neuroni specchio si attivano sia quando agiamo che quando osserviamo agire gli altri. Un simile meccanismo è stato dimostrato anche per le emozioni come il disgusto o la rabbia, e per sensazioni come il tatto o il dolore. Per certi versi comprendere l’ altro significa simularne l’ essere e il fare. La stessa logica si applica alla finzione, sia essa cinematografica, teatrale, narrativa o delle arti visive. Il nostro cervello-corpo simula anche quel tipo di immagini. I neuroni specchio si attivano di più quando l’ azione osservata è realmente eseguita di fronte all’ osservatore da una persona in carne ed ossa. Ma si attivano anche quando la presenza dell’ altro è solo virtuale, apparendo su di un monitor. Credo che sia per questo che la morte di Hanno Buddenbrook può commuoverci come quella di una persona reale. Le emozioni che suscita sono altrettanto “reali”.

Questa secondo me è un’ altra grande scoperta delle neuroscienze:

nel nostro cervello la differenza tra reale e immaginario è molto meno netta di quanto ci appaia sulla base del nostro quotidiano rapporto con la realtà.

Paradossalmente, come dici tu, talvolta la finzione è più emozionante della realtà.

In questi casi si parla di “sospensione dell’ incredulità”. Credo ci sia dell’ altro. Credo che di fronte alla finzione artistica, possiamo abbassare le difese e “liberare” le nostre simulazioni. Nella “finzione” artistica la nostra inerenza all’ azione narrata è totalmente libera da coinvolgimenti personali diretti. Siamo liberi di amare, odiare, provare terrore, facendolo da una distanza di sicurezza.

Fruire dell’ arte, in fondo, significa liberarsi del mondo per ritrovarlo più pienamente.

MAURIZIO FERRARIS

Ci sono delle ottime ragioni per sostenere che se piango tagliando le cipolle “non piango davvero”, perché potrei essere allegrissimo. Ma ci sono situazioni più complicate. Per esempio, si può sensatamente sostenere che chi ha paura di una allucinazione ha davvero paura.

E, per esempio, il fremito che si prova quando si è innamorati e quello che si prova quando si fanno le scale di corsa hanno qualcosa in comune?

VITTORIO  GALLESE

L’ allucinazione è effettivamente un caso complicato, perché non è una percezione senza oggetto,

ma una percezione senza oggetto sociale, cioè non condivisa.

Ma è altrettanto reale per chi la prova di una percezione condivisa anche dagli altri.

Questo perché ogni mia azione, percezione, emozione o sensazione lo è sempre per me che la faccio o la provo.

L’ emozione d’ amore e l’ affanno che ci assale dopo avere scalato cinque piani di scale condividono delle modificazioni del nostro corpo. Il respiro si fa più frequente, il cuore batte più forte, la pressione arteriosa sale, ma questo non basta a renderli uguali. È la presenza dell’ altro, reale o anche solo fantasmatica, a segnare la differenza. Le neuroscienze ci aiutano a comprendere meglio di cosa sono fatti gli affanni del cuore e quelli della salita al quinto piano, ma i neuroni non bastano per spiegare cosa sia l’ amore. La difficoltà del dialogo tra neuroscienze e scienze umane talvolta deriva anche da una certa “neurohybris” secondo cui tutto può essere spiegato in termini neuronali. Non è così, ovviamente. Ma ciò non significa che quello che le neuroscienze possono dirci non sia rilevante, tutt’ altro. L’ importante è non confondere i linguaggi di descrizione.

NEUROHYBRIS—HYBRIS (UBRIS) è nella Grecia antica è un orgoglio senza freni che prende l’uomo capace di cose grandi quasi sognando di essere un dio; è severamente punita dagli dei. Si dice anche nello stesso: ” attenzione all’invidia degli dei ” ( il blog)

 

MAURIZIO FERRARIS

A proposito di “neurohybris”, credi possibile (facciamo un esperimento mentale ) che uno scienziato – non saprei dire se saggio o pazzo – riesca a conservare le emozioni ma a liberarle dalla tendenza a soggiacere a illusioni e a mitologie?

VITTORIO GALLESE

Quello scienziato, riuscendoci, temo che avrebbe realizzato qualcosa di molto diverso dall’ essere umano, e non necessariamente migliore.

MAURIZIO FERRARIS

È l’ uomo che non può che soggiacere a miti ed illusioni. Siamo fatti così. Però abbiamo anche la capacità di riconoscere le illusioni e i miti in quanto tali. Basterebbe forse sforzarsi un po’ di più di smascherare le illusioni. Gli strumenti non mancano. Le neuroscienze aggiungono a questo proposito un nuovo e importante livello di descrizione. Sarebbe un esercizio ad esempio utilissimo nell’ Italia di oggi. 

sez.

 DA Edge. org (link sotto): l’autore Derman (sopra) aggiunge per primo della lista: money 

PIACERE DOLORE DESIDERIO: una mappa delle emozioni dall’Etica di Spinoza (1677)

http://www.emanuelderman.com/writing/entry/a-map-of-spinozas-passions

 

Sei in: Archivio > la Repubblica.it > 2010 > 12 > 21 >
TU CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI COSÌ LA SCIENZA CI SPIEGA LA MAPPA DEI SENTIMENTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/12/21/tu-chiamale-se-vuoi-emozioni-cosi-la.html

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8 risposte a ” corpo-mente; mente-corpo ” —DUE SCIENZIATI ITALIANO A COLLOQUIO: MAURIZIO FERRARIS, FILOSOFO / E VITTORIO GALLESE, NEUROSCIENZIATO

  1. ... scrive:

    La discussione tra i due scienziati è interessantissima: quando si viene a conoscere qualcosa di nuovo da persone che se ne occupanoè sempre una festa per il cuore e il cervello.

  2. Giovanna scrive:

    Ma perché Vittorio diventa Antonio?

    • Chiara Salvini scrive:

      scusami, cara Giovanna, mi sembri una bimba giovane, sono io che nel tempo mi ero fissata che si chiamasse Antonio, invece di Vittorio; in occasione di questo articolo, sono andata ovviamente a controllare, credevo di aver corretto il nome a tutti i Gallese, invece a quanto pare no. Provvederò senz’altro, grazie di avermelo detto, ma più importante se ne hai voglia — questo post ha destato un interesse, l’hai letto…Mi sforzo di rendere certe cose più chiare alla lettura con i colori e la grafia e a volte immagini, ma sai, lo faccio ” come sembra bene a me”, più in là uno non va, e avere un’idea di come appare invece all’altro, per me sarebbe una necessità ” vitale “, arriverei a dire. Vedi che tu hai già notato la confusione nella mia testa e hai già collaborato, grazie Giovanna La Bella!

  3. Daniele scrive:

    Articolo interessante ma non sono d’accordo su un punto, o meglio c’è un punto che trovo incompleto. Mi riferisco alla teoria delle emozioni di Spinoza secondo la quale l’intelletto non può essere compreso se si escludono le emozioni e che se facciamo una scelta escludendo gli affetti e le emozioni questa diventa del tutto irrazionale e ci porta ad essere asociali. C’è da aggiungere un particolare, secondo me e anche secondo la psicoanalisi l’intelletto può lavorare liberamente solo in quanto non è soggetto a forti impulsi emotivi, in caso contrario si comporta come uno strumento al servizio della volontà e produce il risultato da essa richiesto. Basti pensare ai giovani innamorati che usano la sopravvalutazione sessuale nei confronti dei partner. Un ragazzo innamorato di una poco di buono non capirà mai e tenderà a difendere il comportamento dalla partner a tutti i costi Con giustificazioni ed argomentazioni del tutto irrazionali, stesso caso di quelle donne massacrate dai mariti le quali trovano una giustificazione alle percosse senza accorgersi dell’errore che stanno commettendo. In questi ad altri casi le emozioni limitano parecchio l’intelletto..

    • Chiara Salvini scrive:

      molto interessante quello che poni. preferirti risponderti quando ho la calma di vita di poter prendere il testo in mano di Spinoza (almeno L’Etica) e leggere cosa scrive lui: come saprai è l’autore che da alcuni decenni ha sostituito il ” modello Cartesio “, che ha il merito di aver —dopo Galileo, personaggio insostituibile- inaugura il periodo in cui si è sviluppata la scienza fino al grande Newton: come sai per Carterio per lui l’uomo è fatto di rette parallele , una i cui sta l’intelletto e l’altra le emozioni insieme a tutto quello che contrasta l’intelletto. Attraverso Galielo che aveva parlato di ” sensate esperienze ” e “necessarie dimostrazioni”, la scienza ha in mano uno strumento ” Attivo” per interrogare la natura e pretendere risposte. Le sensate esperienze esperienze sono esperimenti che partono: Galileo è uomo del Rinascimento, così bene rappresentato dal ” David “, uomo che non ha piu’ voglia di passare il tempo inginocchiato davanti, ma vuole partire per le scoperte del mondo: ha perso le varie paure legate alle tradizioni e si sente forte e coraggioso affrontare il mare, anche con la pioggia e la tempesta. Cartesio ha segnato tutta la nostra vita di uomini e donne in tanti campi: ne cito uno: ci ha permesso di credere che il nostro non contasse nulla, nei suoi bisogni e, in molti casi, grida. In qualche modo si è compattato con la chiesa, almeno conosciuta da me negli anni Cinquanta. POsso sbagliarmi, anche senz’altro, ma credo che si stato Antonio prima con un libro su Cartesio e poi l’altro (dopo la critica, la riproposizione di un altro modello cercando nelle Fiandre un ebreo, scartato dalla sua comunità per eresia, che tutta la vita ha fatto il tagliatore di lenti per mantenersi. pare abbia fatto altro: ne dico solo una ma rivoluzionaria anche oggi. E’ questa : l’intelligenza ” astratta dalle emozioni ” va velocissima alla fine di un problema numerico, o anche ingenieristico; invece ingeneri ed architetti e geometri ed operai, quando c’è di mezzo una situazione fatta di vite, di realtà ( e che realtà!), non potranno ” prendere decisioni”, ancor più se per il bene della gente, se non voglio spendere soldi e lavoro per nulla, se non parlardo con la gente, raccogliere dati (le sensate esperienze di Galileo) ed infine usare accanto all’intelligenza astratta dei progetti, l’intelligenza emotiva, unica che ti mette in diretto contatto con la realtà e , sempre in modo relativo, ti/ vi obbliga a prendere delle effettive decisioni (che poi si fanno!

    • Chiara Salvini scrive:

      nei casi che fai, ora che ho riletto, è da chiedersi se queste persone sono state messe in grado di usare l’intelletto e la intelligenza emotiva.

    • Chiara Salvini scrive:

      IL TUO EMAIL NON SI APRE E SE RIPORTATO COPIANDO IL LINK, NON ESISTE. e’ UN NUOVO SISTEMA DI VENDITA MAGARI LA PROSSIMA VOLTA? GLI EMAIL, COME SAI BENISSIMO, DEVONO ESSERE REALI. VEDRO’ SE TI METTERO’ NEGLI SPAM, C’ERA BISOGNO?

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