MARIO NAPOLI, ART DIRECTOR DI SATURA GALLERY HA INAUGURATO IERI SABATO 25 —CON PIENO SUCCESSO – LA MOSTRA DI STEFANO GRONDONA

 

 

Un grandissimo ringraziamento a quanti sono intervenuti all’inaugurazione della mostra di Stefano Grondona decretandone un clamoroso successo… Un successo tutto meritato dalla straordinaria potenza artistica e dalla grande genialità di Stefano… Grazie

 

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1 risposta a MARIO NAPOLI, ART DIRECTOR DI SATURA GALLERY HA INAUGURATO IERI SABATO 25 —CON PIENO SUCCESSO – LA MOSTRA DI STEFANO GRONDONA

  1. roberto rododendro scrive:

    Non c’entra niente ma ho trovato questo pezzo d’intervista ad antonio ricci molto interessante e meravigliosamente ironica da sfiorare la crudeltà.
    Eccola, e scusa l’intrusione, Chiara, puoi sempre cassarla:

    rlusconi l’ha costruita, Grillo l’ha fatta, Renzi com’è in tv?

    Renzi ha lanciato questo grande plot della rottamazione, una favola in cui gli orchi e i draghi erano quelli che popolavano la sinistra italiana prima che arrivasse lui. Ora, sta scoprendo che i suo veri nemici sono i suoi compagni di fiaba, quelli che credeva rimanessero sempre fedeli al suo fianco. È una sensazione terribile per un leader come lui. Uno che è arrivato con l’aria del conquistatore, immaginando di avere davanti a sé solo praterie da conquistare. All’improvviso, scopre che non può essere più sicuro di nulla, che non ha le spalle coperte. È un timore che ti cambia la faccia. Che ti deforma il viso e ti sfigura. Lo guardi bene e vedrà che gli si è spenta la luce negli occhi.

    Ne è consapevole?

    Credo di sì. Ai personaggi dello spettacolo succede che gli si spenga dentro qualcosa. Allora cercano in tutti i modi di ravvivarlo. Quasi mai ci riescono. È come se gli toccassero un punto nevralgico del corpo e si disattivasse un interruttore. Per quanto ci provino, non splenderanno più come prima. Compare nella loro espressione un dubbio. Sono i primi a non credere più a quello che fanno. Ecco cosa sta succedendo a Renzi. La tristezza si è impossessata del suo sguardo. È come se camminasse su un terreno fragilissimo. Non è più sicuro di nulla. Si è esposto alla luce nefasta della televisione e ne è uscito accecato. Ha passato mesi e mesi in cui era il solo illuminato dalla luce de riflettori e ha creduto di essere unico. In realtà, era solo. E, ora che l’ha scoperto, è il primo a sentirsi un deficiente per aver creduto alla sua stessa storia. L’idea di un bene comune non esiste, esiste solo un regolamento di conti fra astiose soubrette.

    Avrebbe fatto meglio ad andarsene dopo il referendum?

    Non saprei. Quel che so è che nello spettacolo, dunque anche nello spettacolo della politica, tutti muoiono per suicidio o, al massimo, come nel caso di Renzi, per fratricidio. Nessuno viene mai viene ucciso dal nemico. Quelle sono cose che succedono solo nei fantasy. Guardi cosa accade alla gente a cui consegniamo i tapiri: alcuni si comportano in maniera così assurda che quella diventa l’onta più infamante della loro vita.

    A volte succede, come nel caso Weinstein e delle varie molestie, che le onte ritornino dal passato.

    Mi son fatto l’idea che l’unica liberazione delle donne sia la morte del maschio. Le vedove, quando muore il marito, rinascono. Senza l’uomo al loro fianco, tornano a respirare. (*)

    Teme per la sua vita?

    Ho elaborato una teoria che mi toglie il pensiero: mi sono convinto di essere morto da tempo.

    (I proventi del libro “Me Tapiro. Antonio Ricci intercettato da Luigi Galella” saranno devoluti al Gruppo Abele di Don Ciotti)

    (*) perfettamente d’accordo. Ormai da tempo immemorabile, da quando alcune mattine di seguito, in Trastevere, mentre facevo colazione al bar, mi godevo la scena di alcune “evidenti vedove” che passavano la mattinata con le amiche e il loro cappuccino e le loro chiacchiere: impossibili coi mariti al fianco o solo sapere che le aspettavano a casa :-).

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