UNA PAROLA AL GIORNO.IT ::: MINIATURA / ESPRESSIONE::: ” IN MINIATURA “

 

 

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Miniatura

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mi-nia-tù-ra

SIGNIFICATO ::: Arte pittorica della decorazione di manoscritti e libri; opera compiuta con tale arte; modellino; nell’espressione ‘in miniatura’, in scala ridotta ma ugualmente nitido, ricco o funzionale

derivato di miniare, uguale in latino, col significato proprio di ‘tingere col minio’, derivato di minius. (MINIO= Minerale, ossido di piombo, di colore rosso, usato per la fabbricazione di vetri a piombo e per la preparazione di smalti e vernici antiruggine.)

A volte abbiamo i concetti fuori asse. Se pensiamo alla miniatura pensiamo a qualcosa di piccolo: addirittura, miniaturizzare significa rimpicciolire. Ma nonostante l’assonanza, ‘miniatura’, ‘miniaturizzare’ e famiglia non hanno a che fare col minimo, col minuto o col minuscolo. Hanno a che fare col minio.

Il minio è un ossido di piombo piuttosto raro in natura, il cui nome è legato al fiume Miño, il maggiore della Galizia, regione spagnola lussureggiante d’acqua, che passando in Portogallo sbocca all’Oceano. Fatto curioso, lungo il corso del Miño non ci sono giacimenti rilevanti di minio. Possiamo dire che il minius latino in origine indicò il cinabro (da cui pure si ricava un pigmento, il vermiglione), e solo poi il minio che conosciamo oggi. Secondo Isidoro di Siviglia addirittura fu il fiume galiziano a prendere il nome del minerale, del pigmento. Ma spesso i riferimenti geografici inerenti ai nomi sono sedimentazioni di secoli di suggestioni, associazioni ripetute, fake news, che finiscono volentieri per immortalare un nesso fantasioso.

Comunque dicevamo che il minio, massiccio, scaglioso, è polverizzabile in un pigmento dal rosso acceso – rosso di piombo, rosso di Saturno – usato già in epoca romana, e che ebbe un uso così prestigioso nell’arte medievale da fare del miniare (cioè del pitturare col minio) metonimia e antonomasia dell’intera pittura ornamentale che a lungo ha impreziosito manoscritti e libri. Ma solo certi generi di questa pittura ornamentale – fine e meticolosapaziente arte certosina – spiccavano (specie agli albori) per le ridotte dimensioni delle sue rappresentazioni: dopotutto, alcune miniature che troviamo in codici antichi sono decisamente grandi. Eppure è la piccolezza il tratto della miniatura che oggi ha prevalso. Così la miniatura diventa, oltre a una peculiare arte pittorica e all’opera di quest’arte, anche il modellino in scala ridotta: ha fatto col Lego una miniatura del Millennium Falcon, per il progetto d’arte costruisco una miniatura del duomo di Orvieto. E nell’espressione ‘in miniatura’ il nitore e la nitidezza dell’arte miniatoria trova un giusto spazio: ciò che è ‘in miniatura’ non perde né dettaglio, né ricchezza, né funzionalità rispetto all’originale o al modello di dimensioni normali.

Meraviglioso come la miniaturizzazione dei dispositivi tecnologici nella corsa alle stelle prenda il suo nome dal tratto preciso, concentrato del pittore che nel silenzio dello scriptorium intinge il pennello nel minio e adorna il manoscritto.

Illustrazione di Celina Elmi.

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