LUNANUVOLA’BLOG ::: UNA POESIA DI SELENE G. PHILLIPS ::: LUCE DI TORCIA –traduzione di Maria G. Rienzo

 

 

Luce di torcia

di lunanuvola

Selene

Waaswaaganing, di Selene G. Phillips – in immagine, particolare di una foto di Cultural Survival, settembre 2018 – trad. Maria G. Di Rienzo

un’

aquila si solleva in volo

grilli si accoppiano

cicale friniscono

rami di pino oscillano

del legname galleggia, qualche volta

i

gufi vanno in picchiata

libellule indugiano

ali di farfalle si chiudono

onde lambiscono la riva ancora, ancora

lucciole danzano su una nuvola di mezzanotte

qualche

orso vacilla

tartarughe traballano

linci rosse ringhiano

lupi vagano

un cervo balza e corre

tramonti e albe fanno un giro completo

procioni rubano con i loro occhi da bandito

mentre

ogni cosa scintilla

rospi e rane fanno cra cra

onde gentili levigano pietre di lago

la roccia medicina è giusto sopra il pelo dell’acqua

l’isola delle fragole e betulle si ergono e

spiagge di sabbia si spremono fra le mie dita dei piedi mentre io affondo

nel

brusio

di

casa

Nella traduzione “l’albero” creato dall’Autrice risulta meno perfetto, ma vi assicuro che nell’originale quel che si vede a colpo d’occhio è un pino. Selene Phillips fa parte del popolo nativo americano Ojibwe e vive a Waswaganing, una riserva indiana nel Wisconsin che ha lo stesso nome (inglesizzato) della sua poesia: “luce di torcia” o anche, per estensione, “il luogo in cui si pesca con la luce delle torce”. Lavora come assistente universitaria di Comunicazione e vanta svariati riconoscimenti nei campi del giornalismo, degli studi sui popoli nativi e del teatro. Perché scrive versi l’ha spiegato proprio in versi:

“La poesia è”

Del tutto semplicemente

la poesia è

un esercizio di ascolto

di ciò che non viene detto

lunanuvola | 27 settembre 2018 alle 05:56
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5 risposte a LUNANUVOLA’BLOG ::: UNA POESIA DI SELENE G. PHILLIPS ::: LUCE DI TORCIA –traduzione di Maria G. Rienzo

  1. Donatella scrive:

    Bellissima la definizione di cos’è la poesia.

  2. Domenico Mattia Testa scrive:

    Bella la poesia,dove emerge una notevole abilità descrittiva della natura,fonte inesauribile di ispirazione.Vi si nota l’inquietudine esistenziale,ben esemplificata dalla dissonanza tra il placido vivere del paesaggio esterno ed il senso di solitudine dell’io.Sbrigativa la definizione di poesia che,per non essere prodotto effimero ed autoreferenziale,necessita di solida preparazione,di pluralità di interessi culturali,di ricchezza e densità di esperienze umane.Vale sempre l’antico motto:breve la vita,lungo il corso dell’arte.La poesia vera poi è sempre impegno politico,opera di denuncia sociale,di mai omologazione con il potere,comunque configurato.I poeti vengono oggi poco letti anche perchè mancano la qualità,la profondità,la grande tensione ideale,utopica.Io amo la poesia e credo sia necessaria nel mondo tecnocratico di oggi.Bisogna lavorare molto per farsi leggere; l’improvvisazione non paga,soprattutto nella postmodenità.

  3. Domenico Mattia Testa scrive:

    Ci sono già troppo usignoli…Amo la grande poesia da Eschilo fino a Zanzotto…

    • Chiara Salvini scrive:

      ALLORA MI HAI RISPOSTO…SODDISFATTA NEL MIO PECCATO DI CURIOSITA, ME NE VADO A NANNA, NOTTE BUONA ANCHE PER TE SE SEI ANCORA AL COMPUTER, CIAO, ARRIVEDERCI – chiara

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