AGNESE RAPICETTA, DEMOCRATICA, 26 GENNAIO 2019 ::: GRETA LA RAGAZZA SVEDESE CHE A DAVOS SCUOTE I GRANDI DEL MONDO

 

 

 

Greta, la ragazza svedese che scuote i grandi del mondo

 

Greta, la ragazza svedese che scuote i grandi del mondo

Focus

L’intervento a Davos segue quello di Katowice: “La nostra casa è in fiamme, risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’umanità abbia mai affrontato”

 

“Occorre agire immediatamente per il clima, come se la vostra casa fosse in fiamme. Non voglio il vostro aiuto, non voglio che siate senza speranza. Voglio che andiate in panico, per sentire la paura che provo ogni giorno. È il momento di essere chiari: risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’umanità abbia mai affrontato”.

Parole e musica di Greta Thumberg, sedicenne svedese che da alcuni mesi è diventata la paladina mondiale della lotta contro i cambiamenti climatici. Le frasi che abbiamo riportato qui sopra sono quelle con cui ha chiuso il suo intervento davanti all’assemblea di Davos, in Svizzera, al World Economic Forum, dove si riuniscono i potenti del mondo. Parole che fanno eco a quelle pronunciate poco più di un mese fa a Katowice, in Polonia, in occasione della Cop24, la conferenza sul clima che, ancora una volta, è terminata con un risultato sotto le aspettative, con i governi nazionali sempre in balia di interessi politici ed economici contingenti ed incapaci di scelte coraggiose e visionarie.

 

“Finché non vi fermerete a focalizzare cosa deve essere fatto – diceva Greta a Katowice – anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale. Noi dobbiamo lasciare i combustibili fossili sotto terra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza e se le soluzioni sono impossibili da trovare in questo sistema significa che dobbiamo cambiarlo. Non siamo venuti qui per pregare i leader a occuparsene. Tanto ci avete ignorato in passato e continuerete a ignorarci. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no”.

Quella di Greta è un’azione silenziosa che nell’arco di pochi mesi ha fatto il giro del mondo. Il suo Skolstrejk för klimatet (che in svedese significa sciopero della scuola per il clima) la porta, ogni venerdì, a rinunciare ad andare in classe con i suoi compagni per recarsi davanti al Parlamento di Stoccolma e far sentire la sua voce. Greta è una ragazza speciale. Affetta dalla sindrome di Aspenger, sta facendo ciò che molti politici ambientalisti (o presunti tali) non riescono a fare da decenni: sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare i più giovani. Tanto che attorno a lei ruota già il movimento transnazionale #FridaysForFuture, che ha avuto una straordinaria eco mediatica, ed ha portato migliaia di studenti liceali in piazza anche in Australia.

“Molte persone dicono che la Svezia sia solo un piccolo Paese e a loro non importa cosa facciamo. Ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente. Ma per fare ciò dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. Avete paura di diventare impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino. Ma non mi importa risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e di un pianeta vivibile. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso”.

“Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi”.

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