repubblica del 25 febbraio 2019—pag. 16
Trento
Snack no, storie sì il distributore ora sfama la fantasia
GIAMPAOLO VISETTI,
Per chi all’improvviso fosse travolto da un bisogno impellente, è gratis. Basta un gettone e in cinque, dieci minuti al massimo, ci si libera. Capita, quando ci si rilassa in pausa pranzo, oppure quando si sta per salire su un pullman.
Prima, per trovare il posto giusto, si doveva fare un po’ di strada e frugare nelle tasche. Adesso è lì, giorno e notte: nella mensa universitaria di Trento, presto dentro la stazione delle corriere. Gli studenti, o gli impiegati sfiniti dai social, ne hanno approfittato subito. Non ha fatto in tempo ad aprire e già c’era la coda.
Il genio è di tre ragazzi: Guido Laino tiene laboratori di scrittura, Sofia Adami è dottoranda in ateneo, Mirko Zanona all’alba rifornisce le macchinette di caffè e merendine. Per vincere la “Vetrina delle idee” della Fondazione Caritro di Trento hanno collegato i sogni e la vita. Ne è uscito il primo distributore automatico di storie: al posto di bibite e snack, offre brevi racconti inediti di autori mai pubblicati. «Non fanno ingrassare e nemmeno innervosire – dice Laino – però saziano e tengono svegli». Sembra incredibile, ma la “street story” è un successo. Primi due giorni di test: racconti esauriti e macchinette in attesa di rifornimenti. Non sono fotocopie: libretti veri, artistici, ben stampati, carta che si sente, un disegno originale per ogni copia. Per il lancio, 9 testi in 50 copie l’uno e un tema comune, quasi proibito oggi in Italia: la partenza. Si parla di viaggi, di addii e di ritorni, di luoghi lontani, della tentazione sovversiva di andare altrove.
«Nulla di speciale – dicono gli inventori – solo la voglia di fornire un servizio culturale, a portata di tutti e attraverso un innovativo mezzo quotidiano».
Nessuna concorrenza con editori e librai, al contrario: un prima dose di curiosità che, trasformata in dipendenza, spinge verso gli storici spacciatori di intelligenza. Non sarà Natale tutto l’anno: il varo l’ha pagato la fondazione bancaria, per la navigazione servirà il sostegno di chi viaggia. I racconti a gettone, per coprire le spese, costeranno 1 euro. Come un caffè: ma il sapore, con il bicchiere d’acqua, non passa.
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Che bella idea!!!
molto carino
Nell’ambito di iniziative che fanno onore al Paese, c’è l’acquisto da parte di ambientalisti di un pezzo di spiaggia in mano ai privati, che altrimenti sarebbe stata comprata dai grandi fondi arabi e destinata alla speculazione edilizia. Ci troviamo a Chia, sulla estrema punta sud della Sardegna, dove nel Comune di Domus de Maria tutta la costa è proprietà dei privati. Il Gruppo di Intervento Giuridico, una delle associazioni ambientaliste più attive, e non solo in Sardegna, interviene. Il proprietario del terreno non cede alle avances dei fondi arabi e vuole che le dune restino proprietà dei sardi. Pertanto, dopo una battaglia legale, si riesce a sottoscrivere davanti ad un notaio il preliminare, che dovrebbe salvare quel pezzo di terra dalla cementificazione. Ora comincia la sfida decisiva, creare un fondo per dare al proprietario il prezzo accessibile da lui richiesto. Questo modello potrebbe essere utilizzato anche altrove. I cittadini comprano le zone a rischio e le salvano. Così accade ad esempio in Inghilterra dove il National Trust possiede centinaia di gioielli naturalistici e centinaia di chilometri di coste. ( dall’articolo di Ferruccio Sansa, ” Il Fatto”, 19 dicembre 2018, pag. 14).