Parco della Maremma
L’abbazia di San Rabano, un tempo conosciuta come monastero di Santa Maria Alborense, si trova all’estremità meridionale del comune di Grosseto, nel cuore del Parco naturale della Maremma, lungo il crinale dei monti dell’Uccellina.
È situata ad una altezza di circa 320 m. s.l.m., in una sella tra poggio Uccellina (347 m. s.l.m.) e poggio Lecci (417 m.s.l.m.), in passato denominata Monte Alborense, a circa 15 km a sud-ovest di Grosseto, non lontano dall’abitato di Alberese.
Il complesso religioso sorse in epoca medievale come monastero benedettino, quasi certamente tra l’XI e il XII secolo, non lontano dal preesistente romitorio dell’Uccellina, situato più a valle. Una volta insediati, i monaci cercarono di rendere produttivi gli aspri terreni circostanti.
Il complesso religioso sorse in epoca medievale come monastero benedettino, quasi certamente tra l’XI e il XII secolo, non lontano dal preesistente romitorio dell’Uccellina, situato più a valle. Una volta insediati, i monaci cercarono di rendere produttivi gli aspri terreni circostanti.
Il complesso fu definitivamente abbandonato nel Cinquecento, a seguito della costruzione della nuova chiesa presso lavilla granducale di Alberese, che divenne la nuova sede dell’ordine nella zona. Da allora il complesso andò incontro ad un lunghissimo ed inesorabile periodo di degrado terminato solo sul finire del secolo scorso, quando ebbero inizio i lavori di restauro conservativo terminati nei primi anni del nuovo millennio.
marina di Alberese
Cala Violina
Parco dell’Uccellina
le volpi ormai sono abituate ai turisti e si avvicinano all’abitato… Ci sono anche i cinghiali…
Parco della Maremma
Parco della Maremma
Parco della Maremma zona mare
parco della Maremma
L’abbazia si presenta a navata unica, con un transetto che unisce le due cappelle laterali, al centro del quale si trova il tiburio a sezione circolare sul quale trovava appoggio l’antica cupola. L’edificio è rimasto privo di copertura sommitale in maniera analoga all’altrettanto rinomata abbazia di San Galgano situata nel territoriosenese.
La facciata principale della chiesa vede, in prossimità della torre campanaria situata alla sinistra, la presenza del portale d’ingresso architravato pregevolmente decorato, chiuso in alto da un arco a tutto sesto che delimita una lunetta; sull’architrave si notano tre croci templari, una posta centralmente e le altre due lateralemente. La parte posteriore dell’edificio religioso termina con tre absidi, di cui quello centrale più ampio, cordonato, a pianta semicircolare, coperto da una cupola e con una monofora romanica che si apre al centro nella parte superiore.
wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_San_Rabano
geographic novel.com / la leggenda di San Rabano
https://www.geographicnovel.com/leggende-di-maremma-il-tesoro-di-san-rabano/
Leggende di Maremma: il tesoro di San Rabano
Tra le tante leggende che la Toscana custodisce ve ne sono alcune molto curiose sulla Maremma, terra di briganti e bracconieri. Una di queste riguarda San Rabano, imponente monastero benedettino d’epoca medievale nascosto nella fitta macchia mediterranea del Parco della Maremma. La storia narra che alcuni frati dell’abbazia venissero decapitati dai pirati venuti dal mare e che i loro fantasmi vagassero nella torre e nei boschi intorno per proteggere un tesoro favoloso.
La leggenda vuole che ogni 100 e più anni, in una notte di temporale, una chioccia d’oro esca dal suo nascondiglio ai piedi della torre e guidi verso il tesoro nascosto chi ha il coraggio di seguirla. Si racconta che un giovane cacciatore, alla ricerca di un riparo dove poter accendere un fuoco, arrivasse a San Rabano in una notte buia e tempestosa.
Mentre camminava sotto la pioggia vide comparire all’improvviso un gatto nero che, in mezzo al sentiero, non voleva saperne di spostarsi. Aveva uno sguardo minaccioso come a dire “Non andare oltre, torna indietro intruso”.
“Vattene in nome di Dio!”, urlò il giovane. E fu così che il gatto, come per magia, sparì dentro il bosco. Ancora pochi passi ed ecco arrivare sul sentiero un frate con la tonaca nera ed uno strano copricapo.
Così com’era apparso il frate scomparve nel nulla ed il cacciatore, sempre più impaurito, si affrettò verso la torre dell’abbazia per accendere il fuoco e mangiare qualcosa. Forse quelle visioni erano solo il frutto della stanchezza e della fame. Era immerso nei suoi pensieri quando un pigolio attirò la sua attenzione, si girò di scatto e…
Fu allora che gli tornò in mente la leggenda del tesoro, che sua nonna gli aveva raccontato. Preso dalla curiosità seguì la chioccia tra gli anfratti delle rocce fino a trovarsi in una grotta piena di oro, diamanti, smeraldi, rubini, monete d’oro e d’argento…Il tesoro esisteva! L’eccitazione del giovane cacciatore durò solo un attimo, poi fu circondato da oscure presenze: c’era il frate, il gatto nero che lo graffiava, la chioccia d’oro che lo beccava, pirati, soldati e fantasmi di altri frati. Tutti lì, nascosti nelle profondità di San Rabano.
Spaventato a morte scappò sgattaiolando tra i pertugi della torre, corse a perdifiato nel bosco finché non arrivò, stravolto, alla porta di casa. Appena entrato sua nonna, al vederlo, lanciò un urlo… aveva i capelli bianchi e gli occhi da vecchio. Proprio come era accaduto al nonno di suo nonno tanti tanti anni prima…
Il Vermentino Spumante San Rabano, prodotto dalla Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, prende il nome da un’antica abbazia sulla costa maremmana. E come l’abbazia, anche questo vino nasce da vigneti che guardano il mare. Un vino a base Vermentino, con una percentuale limitata di Chardonnay, ideale nel periodo estivo (ma non solo)
GIANNA NANNINI: MAREMMA / LAMENTO –CONCERTO PER GLI IMMIGRATI, ROMA, 12 GENNAIO 1994
Sono posti fatati e le leggende fioriscono rigogliose.