MAURO BIANI, 24 LUGLIO 2020
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CARLINHO UTOPIA
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Silvestro Montanaro | biografia
“ Il vero giornalista entra nei palazzi del potere solo quando deve e sempre a testa alta. Rappresenta infatti la voglia di conoscenza critica della gente. Da quei palazzi quindi non accettera’ mai ordini o facili verita’. L’unico padrone di un giornalista infatti e’ il racconto veritiero e critico della realta’ ed il suo unico e vero editore sono i lettori ed i telespettatori”
Silvestro Montanaro è nato il 26 marzo 1954 a Sora (Frosinone).
Ha iniziato la sua carriera giornalistica come corrispondente di Paese Sera e poi dell’Unità. In seguito ha lavorato per la Voce della Campania firmando delicatissime inchieste sui rapporti tra mafia, camorra, poteri politici ed economici. Dalle sue inchieste, tante delle prove che portarono all’assoluzione di Enzo Tortora Nel 1989 firma dossier sull’immigrazione clandestina e fa da addetto stampa alla prima associazione di immigrati.
Nello stesso anno entra a far parte del gruppo fondante della trasmissione televisiva Samarcanda. Lavora con Michele Santoro anche a Il Rosso e il Nero e Tempo Reale, diventandone co-autore nell’ultima fase.
Nel frattempo pubblica tre libri-inchiesta, di cui uno con Baldini e Castoldi adottato come libro di testo in numerose scuole, sul Mozambico e i suoi bambini nel dopoguerra. Successivamente pubblica Mister & Lady Poggiolini, racconto inchiesta sulla malasanita ed un altro libro sul rinvio a giudizio per mafia di Giulio Andreotti.
Silvestro Montanaro cura il progetto Sciuscià, ne realizza alcuni episodi, e diventa poi l’autore di Drug Stories, programma di inchieste sul mondo della droga su scala internazionale.
Alla fine di questa esperienza, nel 1998, edita il primo speciale televisivo in Europa sul debito estero dei paesi del Sud del mondo e realizza documentari fra i quali “Col cuore coperto di neve”, girato in Brasile sui temi del lavoro e della prostituzione minorile e “E poi ho incontrato Madid” sull’ultima delle terribili “carestie”, e soprattutto sulle sue vere ragioni, che hanno afflitto il sud del Sudan.
Dal 1999 è autore del programma “C’era una volta” in onda su Rai Tre. Nel 2002 è il conduttore della trasmissione “Dagli Appennini alle Ande“, prima ed ultima esperienza di racconto popolare dei grandi temi della geopolitica.
I suoi documentari hanno girato il mondo e accompagnato numerose campagne di verita’ e di difesa dei diritti umani. Ed hanno ricevuto sia in Italia che in tutto il mondo i piu’ prestigiosi riconoscimenti.
“Col cuore coperto di neve” di Silvestro Montanaro (1998) – 55.58 minuti
Il lavoro minorile e’ una tragedia che interessa centinaia di milioni di bambini ad ogni angolo del mondo. E per molti, troppi di loro, l’alternativa, in assenza di nuove politiche, e’ la fame o il vendere i propri corpi. Come accade, purtroppo, a tanti ragazzini e ragazzine nel nordest del Brasile.
pubblicato da ” Carlinho Utopia “
INTERVISTA DI ” MANI TESE ” A SILVESTRO MONTANARO
…
Chi sono gli orchi moderni?
Montanaro: “I moderni orchi sono persone apparentemente normalissime. Il vicino di casa, il collega di lavoro, il bottegaio, uno zio, un fratello o un marito. Mai confesserebbero di essere dei pedofili, ma tranquillamente vanno nei “paradisi” sessuali a basso costo presenti nei Caraibi, in Sudamerica e nel Sudest Asiatico e consumano “carne fresca”, ragazzine. Ora possono farlo anche senza viaggiare vista la crescente presenza sulle strade italiane di minorenni trafficate. Poi…tornano a casa…”
Cosa si può fare secondo te per porre rimedio alla piaga dello sfruttamento sessuale?
Montanaro: “Innanzitutto occorre una grande battaglia culturale. E non solo nelle scuole. Va sconfitta l’idea della normalità dell’uso a pagamento dei corpi delle donne. Va contestata l’idea che la prostituzione, soprattutto quella minorile, sia libera scelta. E nello stesso tempo occorre rafforzare le pene per chi si rende protagonista di questi crimini non solo in Italia ma anche all’estero”.
Come Mani Tese, nel 2016 abbiamo lanciato una campagna contro le schiavitù moderne (I Exist) promuovendo progetti di cooperazione in India, Bangladesh e Cambogia. La Cambogia, in particolare, è un posto che ben conosci: com’è ora la situazione in quel Paese?
Montanaro: “La Cambogia è un paese bellissimo ed insieme profondamente disgraziato. La guerra civile, il genocidio dei khmer rossi, un governo dispotico…Questo Paese si dibatte tra la ricchezza di pochissimi e la miseria totale della gran parte della popolazione. E’ grazie a questa miseria che la Cambogia si è trasformata nella principale meta delle reti pedofile e del turismo sessuale. Molte battaglie sono state fatte, molte ancora restano da fare. Se prima il fenomeno era a cielo aperto, ora è sommerso, ma purtroppo resiste”.
Di tutte le storie che hai scritto, quale ricordi con maggior dolore?
Montanaro: “Tutte le storie che ho raccolto mi hanno segnato e non potrebbe essere altrimenti. Come si può dimenticare ragazzine di dodici o tredici anni segnate, per la vita, dall’orrore. Angeli dalle ali spezzate. Il dolore di Alessandra, rumena, trafficata in Italia a 14 anni e costretta ad ogni schifo, a vedere assassinare la sua compagna di sventure e sbranare dai cani, per punizione, un’altra ragazzina che aveva tentato di scappare”.
Come si sopravvive all’orrore vissuto con i propri occhi?
Montanaro: “Dico sempre a me stesso che ho il cuore a pezzi, ma non l’ho perso, non voglio perderlo. Non posso concedermi di star tranquillo o dimenticare. Non posso permettermi di piangere. Innanzitutto dobbiamo pensare a salvare questa parte di nostre figlie e figli massacrata nei mercati mondiali del sesso. Ogni anno centinaia di migliaia di nuove creature entrano in questo inferno”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Montanaro: “Tanti, forse troppi. Intanto un nuovo libro. Su Thomas Sankara, il giovanissimo presidente del poverissimo Burkina Faso, assassinato trenta anni fa per quello che pensava e faceva. La politica come servizio ai popoli e povera. La possibilità per l’Africa di farcela da sola se si spezzano le catene del nuovo colonialismo. Il diritto di tutti noi alla felicità reso possibile dagli enormi progressi della scienza e della tecnologia ma incatenato da pochi interessi che sull’infelicità hanno costruito il loro potere e la loro fortuna”.
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