Vista aerea di Traù. Sulla destra si intravede l’isola di Bua, dove è presente la parte più vecchia della città, visto che risale all’antica Grecia. L’isola di Bua è collegata al continente grazie a un ponte girevole
Kucharek – Opera propria
Scorcio dell’abitato del comune di Traù presente sull’isola di Bua, la cui origine risale antica Grecia
LBM1948 – Opera propria
Traù (in croato Trogir; in dalmatico Tragur; in latino Tragurium; in greco antico Τραγούριον, Tragurion) è una città della Croazia di 13 260 abitanti (2011) posta sulla costa adriatica della Dalmazia centrale, in parte sulla terraferma ed in parte su due isole, a circa 30 km a ovest da Spalato, nella parte nord-occidentale della baia dei Castelli. Considerata una delle città più belle e meglio conservate dell’intera Dalmazia, è particolarmente ricca di opere architettoniche e artistiche e dal 1997 è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Traù è stata fondata con il nome di Tragurion nel III secolo a.C. dagli antichi Greci della stirpe ellenica dei Dori, provenienti dall’isola Lissa, a sua volta originari di Syrakousai (la moderna Siracusa).
Durante l’epoca romana Tragurium (nome latino di Traù) si trasformò in un importante porto anche grazie alla presenza di cave di marmo di qualità, che si trovavano nelle vicinanze del città.
A partire dal IX secolo Traù iniziò a pagare un tributo al Regno di Croazia e all’Impero bizantino.
Nel 1420 Traù fu annessa alla Repubblica di Venezia, rimanendo nei suoi domini marittimi, chiamati Stato da Mar, per quattro secoli, durante i quali il nome più diffuso con cui fu poi conosciuta la città diventò l’italiano Traù.
Traù, durante il dominio veneziano, diventò poi una delle più importanti città dei Balcani veneziani. Nel 1797, dopo la caduta della Repubblica di Venezia, il trattato di Campoformio, firmato il 17 ottobre dello stesso anno da Napoleone Bonaparte e dall’Arciducato d’Austria, decretò l’annessione dei territori dell’ex repubblica veneta, e con essi Traù, all’Arciducato asburgico per poi entrare a far parte dei domini napoleonici.
Dopo la caduta di Napoleone, con il congresso di Vienna, durato dal 18 settembre 1814 al 9 giugno 1815, la Dalmazia venne annessa all’Impero austriaco come parte del Regno di Dalmazia, territorio sotto il diretto dominio della corona austriaca, rimanendoci fino al termine della prima guerra mondiale (1918).
A partire da quest’ultimo evento iniziò l’esodo di una parte consistente degli italiani e degli italofoni della Dalmazia, tra cui i traurini italiani, verso Zara, Lagosta, che vennero invece annesse al Regno d’Italia, e verso l’Italia stessa.
Il trattato di Rapallo del 1920 assegnò Traù al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi diventato Regno di Jugoslavia, con il nome ufficiale di Trogir.
Il 15 aprile 1941, dopo l’invasione della Jugoslavia, Traù fu occupata dal Regio Esercito italiano, venendo annessa un mese dopo al nuovo Governatorato della Dalmazia – divisione amministrativa del Regno d’Italia – come parte della provincia di Spalato.
Dopo la seconda guerra mondiale Traù entrò a far parte della Repubblica Socialista di Croazia, repubblica costitutiva della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Dalla dissoluzione della Jugoslavia (giugno 1991), Traù fa parte della Croazia indipendente.
Tra le conseguenze, nei censimenti successivi si registrò un limitato aumento del numero dei dalmati italiani presenti a Traù e nel resto della Dalmazia.
SPLIT = SPALATO
Scorcio delle mura e delle torri difensive di Traù, che risalgono all’epoca veneziana
László Szalai (Beyond silence) – Opera propria
L’antico municipio di Traù in un’immagine del 2008
rene boulay
LA TORRE DI SAN NICOLA
CATTEDRALE SAN LORENZO
LA VECCHIA CITTA’ DI TROGIR
Proprio all’estremità occidentale dell’isola di Trogir, questo elegante gazebo è stato costruito dai francesi durante l’occupazione napoleonica della Dalmazia. All’epoca si protendeva in una laguna paludosa e il maresciallo Marmont era solito sedersi nel cerchio di colonne, circondato dall’acqua, e giocare a carte.
CITTA’ VECCHIA
CATTEDRALE DI SAN LORENZO
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