REPUBBLICA DEL 27 APRILE 2021
Grillo, inchiesta privata sulla vita della ragazza che accusa il figlio
27 APRILE 2021
Il comico vuole una perizia. Divisi i legali dei 4 giovani coinvolti nel presunto stupro
DI PAOLO BERIZZI E GIUSEPPE FILETTO
Beppe Grillo a Milano avrebbe chiesto “indagini conoscitive” su Silvia, la 19enne studentessa italo-svedese appassionata di kite surf che ha denunciato di essere stata violentata, la notte del 17 luglio 2019, a Porto Cervo, da Ciro Grillo, figlio del leader M5S e dai suoi tre amici e compagni di vacanza.
Inoltre, il Guru ha incaricato un medico legale di fare una perizia sulla ragazza.
La notizia — per come si sta sviluppando, anche mediaticamente, la vicenda del presunto stupro subito dalla ragazza — rischia di avere l’effetto di un secchio di benzina su un fuoco già acceso.
Inevitabile dopo il video choc con cui il gran capo Cinquestelle ha difeso il figlio e i suoi amici dall’accusa di avere abusato sessualmente di Silvia.
Ed ora lo è ancora di più con il mandato a un professionista, l’outsider Marco Salvi, noto per essersi occupato del serial killer Donato Bilancia e dell’omicidio di Carlo Giuliani durante il G8.
A Salvi, attraverso i filmati e le foto, il compito di definire quanto Silvia quella notte fosse ubriaca o capace di intendere e di volere.
Inoltre, c’è l’intento di ricostruire la personalità ed i comportamenti di quella che appare sin qui la vittima di una brutta storia iniziata male e finita peggio. Una vicenda che rischia di aprire un nuovo scontro, con riverberi anche politici.
Mentre la Procura di Tempio Pausania sta decidendo se chiedere il rinvio a giudizio per Ciro, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria — o solo per qualcuno di loro — la seconda notizia arriva dal fronte dei legali che difendono i quattro ragazzi genovesi.
Dietro un’immagine apparentemente granitica — con gli avvocati che ufficialmente si allineano sullo stesso asse — inizierebbero ad aprirsi in realtà le prime crepe.
«Quando saranno chiarite alcune cose, qualcuno si toglierà il sassolino dalla scarpa», aveva detto uno dei sei avvocati che difendono i 4 giovani, quando ha visto il video (non concordato) sul blog di Beppe.
E ieri lo ha ripetuto, dopo aver ascoltato su «Non è l’Arena» di Massimo Giletti le dichiarazioni di Lauria. «Sì, abbiamo fatto sesso tutti e quattro con la ragazza». È la prima confessione. E, comunque la si voglia incasellare, l’effetto è quello dell’ennesimo detonatore: una miccia nuova che riaccende una brutta storia. Di quel festino sul quale si sono posate le lenti dei magistrati Lauria ha offerto la sua versione difensiva prima in tv — chiedendo di tutelare il suo nome — e poi in chiaro su un giornale.
«Nel video si vede che la ragazza comunque sta benissimo e che noi non costringiamo niente», ha raccontato il giovane. La sua tesi è che Silvia «ha bevuto la vodka per sfida, perché noi non riuscivamo a berla. E poi è andata a dire che l’ho presa per la gola, ho fatto…». Insomma: un tentativo, per nulla velato, di far passare la vittima per una che ha fatto quel che voleva. Senza costrizioni.
In pratica: una narrazione in scia con il video di Beppe Grillo.
Anche se Lauria condanna il filmato del Garante dei 5 Stelle: «Secondo me non andava fatto…». Una scelta — quella di uscire allo scoperto dopo mesi di silenzio — che mostra come il fronte compatto della difesa, finora trincerato dietro «i processi non si fanno sui media ma in tribunale», si stia sgretolando
La mossa di Lauria (difeso da Paolo Costa) non sarebbe un colpo di testa. Tutt’altro. Le sue dichiarazioni scavano un solco profondo. Tra un prima e un dopo che la ragazza italo-svedese “fosse costretta a bere vodka”, alle nove del mattino.
Il sesso di gruppo sarebbe stato consumato solo dopo. Vi avrebbero partecipato Ciro, Capitta e Lauria. Il quarto indagato, Corsiglia (figlio di un noto cardiologo), invece, con Silvia avrebbe avuto un rapporto consenziente e di coppia, durante la notte. «Poi — ha dichiarato — sono andato a dormire, di quello che è successo dopo non so nulla».
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Un po’ di silenzio, da parte di tutti, non farebbe male.