Il monastero di Santa Caterina (in greco antico: Μονὴ τῆς Ἁγίας Αἰκατερίνης e in arabo: دير القدّيسة كاترينا) è un monastero del VI secolo situato in Egitto, nella regione del Sinai, al centro di una valle desertica. Dedicato a santa Caterina d’Alessandria, è il più antico monastero cristiano ancora esistente e sorge alle pendici del monte Horeb dove, secondo la tradizione, Mosè avrebbe parlato con Dio nell’episodio biblico del roveto ardente (3,2-6) e dove egli ricevette i comandamenti.
Nel 2002 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua architettura bizantina, la sua preziosa collezione di icone e per la grande raccolta di antichissimi manoscritti che costituiscono la più vasta e meglio conservata biblioteca di testi antichi bizantini dopo quella della Città del Vaticano. Inoltre, il monastero è considerato un luogo sacro dalle tre maggiori religioni monoteiste: il Cristianesimo, l’Ebraismo e l’Islam.
immagine da La Stampa, link sotto
cappella greco-ortodossa
vista dalla cima del Monte Sinai
Alba sul Monte Sinai
mura del monastero
icona nel Museo del monastero
il Codice Siriaco esposto nel monastero
La più antica icona raffigurante Cristo Pantocratore (V secolo)
Anonimo
San Pietro, VI secolo
Icona della Vergine Maria con angeli e santi (VI secolo)
Anonimo
Icona di santa Caterina d’Alessandria
Orthodox33 – Opera propria
Trasfigurazione (XII secolo)
Sconosciuto
Madonna col bambino (XIII secolo)
Sconosciuto
Icona di San Michele Arcangelo (XIII secolo)
Anonymous Byzantine painter
Crocifissione (XIII secolo)
Sconosciuto
Annunciazione. La porta santa
anonimus
L’imperatore Giovanni VIII Paleologo
Sconosciuto
Manoscritto siriaco (XI secolo)
Sconosciuto –
testo e immagini da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero_di_Santa_Caterina_(Egitto)
L’interno delle mura del monastero di Santa Caterina
LA STAMPA DEL 1 OTTOBRE 2018
Santa Caterina, la culla di tre religioni.
Nel monastero del Sinai dove bruciò il roveto di Mosè
LUIGI GRASSIA
Mura alte dodici metri e spesse due: a vederlo da fuori sembra più una fortezza che un luogo di culto, ma il monastero di Santa Caterina, nella penisola del Sinai, ha dovuto resistere per più di quindici secoli in un luogo isolato e pericoloso, in mezzo a infinite guerre e invasioni e sotto la costante minaccia dei predoni del deserto, quindi quest’oasi di pace è giustificata se ha voluto proteggersi per bene.
Comunque gode di una specialissima raccomandazione: Maometto in persona ha sentenziato che nessuno avrebbe dovuto toccare il monastero, non in nome dell’Islam per lo meno; si conserva persino una lettera autografa del Profeta che intima il divieto. Gli studiosi di carte antiche potrebbero disputare l’autenticità di quel documento, ma il monito è stato preso sul serio per secoli ed è questo che conta.
Mosè e il roveto ardente come raffigurati all’interno del monastero
Nelle fotografie qui sopra due scorci del monastero e un cammello, o dromedario, accovacciato all’esterno, che sembra dire: beh, che cosa volete da me?
Del resto l’evento celebrato dal monastero di Santa Caterina, cioè il primo dialogo fra Dio e Mosè, non riguarda solo il Cristianesimo ma prima ancora l’Ebraismo e in seguito l’Islam, che si considera continuatore di quelle tradizioni: il sito si trova dove Iddio parlò in forma di roveto ardente.
Nell’anno 328 dopo Cristo una prima chiesetta fu realizzata qui per desiderio di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino; dal 527 un altro imperatore, Giustiniano, aggiunse diversi edifici e fece cingere il tutto da mura poderose. Quando subentrarono i musulmani si limitarono a ricavare nel perimetro del monastero una piccola moschea, che però fa mero atto di presenza e in tutti questi secoli non è mai stata aperta al culto.
La chiesetta che è il cuore religioso del monastero di Santa Caterina e l’esterno del sito, con le pendici rocciose che cominciano a svilupparsi subito al di fuori delle mura
COME ARRIVARE E DOVE ALLOGGIARE
Nei pressi del monastero di Santa Caterina si trovano alcune strutture alberghiere economiche adatte al soggiorno dei pellegrini; ma se siete dei semplici viaggiatori e non avete motivi religiosi per una permanenza prolungata, il modo appropriato per visitare questo sito è fare andata e ritorno nell’arco di una giornata da Sharm el-Sheikh, località ben nota agli italiani e ottimamente collegata in aereo con il nostro Paese. Tipicamente si parte in pulmino alle 6 di mattina da Sharm e si rientra nel tardo pomeriggio. C’è anche un’opzione più estesa, che consiste nel partire la sera precedente, attorno alle ore 22, e cimentarsi di notte nell’ascesa del Gebel Moussa, alto 2284 metri, che torreggia sul monastero, per ammirare l’alba da lassù e poi discendere al mattino verso Santa Caterina.
Però al villaggio Domina Coral Bay, il resort storico di Sharm el-Sheikh dove abbiamo alloggiato ci hanno detto che negli ultimi tre anni non è stato mai raggiunto il minimo di 4 richieste per organizzare l’arrampicata (affascinante ma piuttosto faticosa). Invece la visita al monastero è gettonatissima, il sito è fra i più suggestivi del mondo, e non solo per motivi religiosi.
Uno spettacolo con cena nel deserto organizzato dal resort Domina Coral Bay
Per la maggior parte degli italiani la vacanza a Sharm al-Sheikh è esotica ma a costi contenuti, e questo ha una sua logica; tuttavia vale la pena di prendere in considerazione anche l’ipotesi meno economica fra i sette alberghi del Domina Coral Bay, cioè l’hotel Prestige; gli ospiti di questo albergo oltre a fruire di un soggiorno deluxe hanno libero accesso anche a tutte le altre strutture del sito (dai ristoranti alle spiagge), a portata di mano grazie a piccole vetture elettriche. Comunque, sia pure con alcune limitazioni, anche tutti gli altri ospiti del Domina Coral Bay hanno la possibilità di fruire di altre strutture oltre a quelle dello specifico albergo in cui alloggiano, e questo, in un resort così vasto, dà respiro a chi si sentisse ristretto nei confini di un singolo villaggio.
Qui sopra una delle piscine del Domina Coral Bay e due immagini ravvicinate della barriera corallina accessibile da una delle spiagge di questo resort
Che posto incantato! Anche le icone sono molto belle. In una di esse, una Madonna col Bambino, il Bambino sembra cattivello.
che posto incantato e magico……. chissà quanti italiani ospiti a Sharm non hanno visto queste meraviglie