ANSA.IT –16 AGOSTO 2021 :: Scoperta la molecola che aiuterebbe nella lotta all’obesità. A individuarla uno studio statunitense condotto sui topi + NOTA sul palmitato

 

 

ANSA.IT –16 AGOSTO 2021

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Scoperta la molecola che aiuterebbe nella lotta all’obesità.

A individuarla uno studio statunitense condotto sui topi

 

 

 

(ANSA) – ROMA, 16 AGO – Il motore energetico delle cellule, il mitocondrio, può incrementare l’obesità indotta dall’alimentazione. Ora grazie a una nuova scoperta, c’è un approccio farmacologico che potrebbe mirare proprio a questo aspetto.

E’ quanto emerge da uno studio realizzato dall’Università della California a Irvine e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Embo Molecular Medicine.    Il consumo di una dieta ricca di grassi può portare all’obesità e a disordini metabolici come diabete e fegato grasso. Il palmitato, un grasso presente nella dieta occidentale, innesca la disfunzione metabolica causando un’eccessiva fissione dei mitocondri all’interno delle cellule. Questa condizione compromette la loro funzione, minando il metabolismo e aumentando i sottoprodotti tossici associati all’insulino-resistenza in alcuni tessuti.    Lo studio condotto in laboratorio dai ricercatori statunitensi è stato in grado di rimodellare i mitocondri usando una piccola molecola. Secondo Aimee Edinger, autore senior del lavoro, si è invertito il processo che portava verso l’obesità correggendo la malattia metabolica nonostante le cavie usate nella sperimentazione continuassero ad avere un pessimo regime alimentare. Al centro della nuova terapia potrebbe esserci in futuro Sh-bc-893, una molecola che previene la disfunzione dei mitocondri nel fegato, nel cervello e nel tessuto adiposo bianco. Potrebbe, dunque, essere un trattamento promettente per la gestione dell’obesità. (ANSA).

 

NOTA

PALMITATO– In chimica organica, sale o estere dell’acido palmitico ( TRECCANI)

L’acido palmitico (acido esadecanoico) è uno degli acidi grassi saturi più comuni negli animali e nelle piante.

Secondo uno studio del 2009, determinerebbe nell’ipotalamo una resistenza alla produzione di insulina e leptina, responsabili del senso di sazietà.

Secondo un altro studio del 2015, l’acido palmitico determinerebbe un’aumentata espressione di p53 e conseguentemente un incremento dell’espressione della proteina p665hc nelle cellule beta pancreatiche, associata ad una maggiore generazione di radicali dell’ossigeno e un accrescimento dell’apoptosi delle cellule beta. ( WIKIPEDIA )

 

Sapevamo che una dieta troppo ricca di grassi può portare all’insorgenza di patologie alimentari anche gravi, ma da oggi ne abbiamo la certezza, poiché i ricercatori hanno scoperto una proteina che traduce in danni irreversibili l’abitudine di eseguire pasti troppo ricchi di grassi. Si tratta della p66Shcuna proteina che aumenta in modo esponenziale ogni volta che consumiamo pasti di questo genere e che lavora in modo altamente pericoloso sugli organi interni, portando alla comparsa di patologie gravissime come il diabete.

La proteina svolge principalmente la sua azione problematica a livello del pancreas e delle isole pancreatiche, dove va a distruggere le preziose cellule chiamate beta pancreatiche che si occupano di produrre l’insulina. Il risultato è un indebolimento degli organi vitali, il che conduce all’insorgenza del diabete.

La scoperta è giunta dall’Università di Bari che ha lavorato in stretta collaborazione con l’Università di Pisa e di Padova, centri di ricerca affiliati con la Società italiana di diabetologia. Gli studi hanno soprattutto considerato il palmitato, un acido grasso che si trova in grandi quantità nell’olio di palma e che è anche presente nel burro e nei formaggi in quantità decisamente minore.

Sappiamo bene quanto l’olio di palma sia sotto accusa, perché considerato come potenzialmente tumorale. Si tratta di un grasso a bassissimo costo e di bassissima qualità, che viene impiegato dall’industria alimentare per rendere più morbide e appetitose le merendine e gli snack da forno.

I ricercatori hanno quindi scelto di valutare gli effetti del palmitato in relazione alla proteina p66Shc e si sono concentrati sulle zone del pancreas eseguendo esperimenti sui roditori e anche su soggetti umani volontari obesi, con problemi di salute gravi.

Il palmitato rappresenta il principale acido grasso presente nel sangue, che raggiunge livelli molto alti nei soggetti obesi o con forti problemi di sovrappeso. La scelta di analizzare questa proteina e la sua correlazione con il consumo di acidi grassi si è rivelata quindi simbolica dell’effetto di questi alimenti sulla salute umana.

La proteina p66Shc, aumentata dal consumo di questi alimenti, genera infatti una forte azione infiammate e ossidante del sistema digerente, con conseguente annientamento delle cellule sane e conseguente insorgenza delle patologie. Ne è prova il fatto che nei roditori privi del gene che produce la p66Shc è presente una maggiore longevità.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Diabetologia e ha quindi dimostrato che il consumo di palmitato provoca un selettivo aumento della proteina p66Shc, con conseguente possibilità di insorgenza del diabete e di patologie croniche a esso collegate.

Attenzione anche alle diete ‘fai da te’ troppo restrittive, che possono alterare le proteine presenti nell’organismo e quindi portare a complicate disfunzioni. La regola numero uno è alimentarsi con cibi freschi e, se si desidera perdere peso in modo ragionato, valutare un consulto da un medico specialista, in grado di analizzare ogni aspetto legato all’alimentazione e al metabolismo dei soggetti che richiedono di intraprendere un regime dimagrante.

 

DA :

http://www.consiglidietetici.com/salute/una-dieta-ricca-di-grassi-potrebbe-provocare-il-diabete/

 

 

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2 risposte a ANSA.IT –16 AGOSTO 2021 :: Scoperta la molecola che aiuterebbe nella lotta all’obesità. A individuarla uno studio statunitense condotto sui topi + NOTA sul palmitato

  1. ueue scrive:

    Grazie per l’articolo che passerò a chi di dovere.

  2. ueue scrive:

    Riprendiamo la gloriosa rubrica “Non c’entra niente, ma proprio niente”:

    E’ da qualche giorno che mi zunzuna nella testa questa parola. Ho controllato sul vocabolario sanremasco-italiano e ho visto che esiste: è una voce onomatopeica che vuole dire “ronzare”. Mi zunzuna una parola, un’idea. Anche un mal di denti o un mal di testa può zunzunare, se non è troppo acuto, ma comunque dà fastidio.

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