Non uno di meno è un film del 1999 diretto da Zhang Yimou. Il film ha ottenuto il Leone d’oro alla 56ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Interpreti e personaggi
- Minzhi Wei: Wei Minzhi
- Huike Zhang: Zhang Huike
- Zhenda Tian: Capo del villaggio
- Enman Gao: Maestro Gao
- Zhimei Sun: Sun Zhimei
- Yuying Feng: portinaia
- Fanfan Li: giornalista TV
TRAILER
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Trama
Una ragazzina di 13 anni viene assunta per una breve supplenza nella scuola di una zona rurale e misera della Cina, in cui anche i gessetti sono un bene prezioso. Affronta completamente impreparata le difficoltà dell’insegnamento e stenta a imporre attenzione e ordine ai piccoli scolari. L’assenza di uno degli alunni, costretto dalla situazione familiare a lavorare in città, la costringe ad affrontare un viaggio disagevole e un’affannosa ricerca.
La giovanissima maestra è spinta dalla promessa di una ricompensa in denaro, fatta dal maestro che la ragazzina è incaricata di sostituire – a condizione che al suo ritorno, non ci sia neppure uno di meno degli alunni – ma anche dalla necessità di non deludere le aspettative del maestro unita a una certa caparbietà di carattere e – si intuisce solo alla fine – a un sincero interessamento per la sorte del ragazzino, solo e affamato nella sconosciuta città.
L’avventura sarà coronata da un imprevedibile successo grazie alla paziente insistenza della maestra e all’intervento “salvifico” della “televisione verità”. La piccola maestra cerca il suo studente e dopo essere apparsa in televisione lo trova; al villaggio verranno donati soldi e nuovi gessetti di tutti i colori. I soldi verranno utilizzati soprattutto per ricostruire la scuola, che ormai ha più di 50 anni.
Riconoscimenti
56ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
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- Leone d’oro al miglior film
RECENSIONE :
CINEMA DEL SILENZIO.IT
RIVISTA DI CINEMA
ANDREA OLIVERI
FATTO BENE– NEL LINK
https://www.cinemadelsilenzio.it/index.php?mod=film&id=256
“Una bella storia dal sapore neorealista, su sfondo di miseria ma con una grande voglia di credere nel futuro e nel lieto fine tipo new deal: ma senza retorica, parlano sentimenti autentici con volti autentici di attori per caso (….) la bellezza del film, da non perdere, è nei suoi moti interiori (battaglie, avvisaglie, ripicche, rimorsi, armistizi), la felicità della annotazioni, i sorrisi minorenni non stereotipati che nascono e si comunicano in platea con la forza vera di un regista che crede nella forza morale del cinema. Se si può ancora dire, con una certa poesia. (Maurizio Porro, Corriere della sera, 29.01.2000).
” In questo film ho scelto un lieto fine, ma desidero che il pubblico sappia che le cose in Cina vanno diversamente e che molti dei nostri bambini non conoscono il lieto fine. Il film è dedicato a loro”. (Zhang Yimou, Catalogo della 54° Mostra del Cinema di Venezia, Editrice Il Castoro, 1999).
DA :
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/non-uno-di-meno/36146/
Zhang Yimou ( Xi’an, 2 aprile 1950) è un regista, sceneggiatore, attore, direttore della fotografia e produttore cinematografico cinese considerato uno dei cineasti più importanti di quella che viene comunemente chiamata ‘quinta generazione’ e ha ricevuto tre candidature agli Oscar nella categoria miglior film straniero per Hero, per Ju Dou e per Lanterne rosse.
Dopo aver lavorato nelle campagne e in una fabbrica tessile durante il periodo della Rivoluzione culturale, nel 1978, con la riapertura della Beijing Film Academy di Pechino in seguito alle riforme di Deng Xiaoping, Zhang partecipò ad un concorso per l’ammissione all’Istituto, superando l’esame ma venendo escluso per limiti d’età; dopo un ricorso venne ammesso al Dipartimento di fotografia dello stesso Istituto. Lui stesso ha dichiarato:
«La vita da operaio era dura e ho voluto cercare una scappatoia. Per questo sono entrato all’accademia, non perché avessi un qualche interesse specifico per il cinema (…) Ho pensato di avere più speranze di essere ammesso all’Istituto di cinematografia perché avevo fatto alcune fotografie, qualcosa che si avvicinava di più a questo campo, ma prima di entrarvi non avevo la minima idea di quali materie avrei studiato, di cosa avrei potuto fare una volta diplomato, né di cosa fosse veramente il cinema»
(F. Merkel, Zhang Yimou, p. 9)
Zhang si diploma alla Beijing Film Academy nel 1982, insieme ai compagni e amici compatrioti Chen Kaige e Tian Zhuangzhuang. Inizia allora a lavorare come direttore della fotografia per i Guangxi Film Studios. Il suo primo lavoro avviene nel film One and Eight, realizzato nel 1984.
Collabora poi con Chen Kaige, sempre come direttore della fotografia, per uno dei più importanti film della cinematografia cinese degli anni ottanta, Terra gialla (1984), più tardi considerato come il film d’esordio della cosiddetta ‘quinta generazione’ di registi cinesi. Zhang continua a lavorare con Chen anche per il film seguente, La grande parata (1986)
segue :
https://it.wikipedia.org/wiki/Zhang_Yimou#cite_note-notanomezh-1
E’ uno dei maggiori esponenti della “Quinta generazione”, che comprende quei registi cinesi raccoltisi intorno agli studi Xi’an fautori di un cinema animato dall’esigenza di libertà e di critica di un sistema politico totalitario fondato sulla repressione. Un cinema in cui la coraggiosa volontà di rinnovamento, descrizione e denuncia di una realtà schiava di tradizioni e precetti si fondono con la drammaticità, spesso sotto traccia ma sempre ben presente, del rapporto fra il singolo individuo e il potere. Il tutto in nome di un rigore estetico senza concessioni, improntato a una ricchezza cromatica mai gratuita in grado di catturare quasi magicamente lo sguardo e di comporre affreschi di folgorante densità umana.
Nella filmografia del regista vale vedere sia le opere più acerbe che le più recenti. Partiamo da Sorgo rosso (1987), secondo lungometraggio del regista che ha vinto l’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino nel 1988, per passare a Ju Dou (1990), presentato a Cannes. Del 1991 il film che lo ha consacrato Maestro del cinema, Lanterne rosse.
Ancora i premiati La storia di Qiu Ju (1992), Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia e Vivere! (1994), Gran prix della giuria al Festival di Cannes; Keep Cool (1997); Non uno di meno (1999), Leone d’oro a Venezia e, dello stesso anno, La strada verso casa.
Poi le opere del XXI secolo, da La locanda della felicità (2001) e Hero (2002), passando per La foresta dei pugnali volanti (2004) e Mille miglia… lontano (2005), arrivando a pellicole più recenti come La città proibita (2006), Sangue facile (2007) – remake giapponese di Blood Simple dei fratelli Coen – e Lettere di uno sconosciuto (2014).
da : https://www.teatrionline.com/2018/08/il-cinema-di-zhang-yimou/
da wikipedia – link sopra:
- The Great Wall (2016)
- Ying (影S) (2018)
- One second (Yi miao zhong) (2019)
- Cliff Walkers (2021)
Altro
- Giochi della XXIX Olimpiade (2008): Regia della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici
Guardando questo bellissimo film viene da pensare a “Lettera ad una professoressa” di Don Milani, solo ambientato in un villaggio cinese.