IN COPERTINA
Testa di divinità barbuta adorna di una tiara a corna; periodo neosumerico, terzo millennio a.C. (sito archeologico di Telloh, Iraq).
louvre/rmn grand palais/franck raux/dist. foto scala, firenze
Gilgamesh
Edizione a cura di Andrew George
Traduzione di Svevo D’Onofrio
Biblioteca Adelphi, 7242021,
pp. 308,
28 illustrazioni
isbn: 9788845936104
Temi: Mitologie, Poesia, Civiltà arcaiche
€ 24,00 -5% € 22,80
in libreria dal 7 ottobre 2021
Emersa dalla tradizione orale dei Sumeri nel terzo millennio a.C., e tramandata per migliaia di anni da molti popoli del Vicino Oriente su tavolette d’argilla scritte in caratteri cuneiformi, l’epopea di Gilgamesh si pone alle origini stesse della letteratura mondiale. Re di Uruk, Gilgamesh è infatti il primo eroe a partire in cerca di avventure, a uccidere mostri, sfidare gli dèi, viaggiare ai confini della terra deciso a conquistarsi con le sue gesta un nome imperituro. Ma quando la morte gli strappa Enkidu, il compagno per eccellenza, Gilgamesh, atterrito e ormai solo, affronta l’impresa che travalica ogni altra: la ricerca del segreto della vita eterna – un segreto che solo Utnapishtim, l’unico sopravvissuto al Diluvio Universale, può insegnargli. Farà infine ritorno a Uruk a mani vuote, ma ricco di una nuova consapevolezza: la morte è il destino ineluttabile che gli dèi hanno assegnato all’uomo, e nel godimento di questa vita effimera risiede la sua sola saggezza.
RISVOLTO dell’edizione Adelphi del 1986
Con Gilgameš, almeno millecinquecento anni prima di Omero, si manifesta la figura dell’eroe nella letteratura, una volta per sempre. Campeggiante fra cielo e terra, confitto in una macchina cosmica che appunto in Mesopotamia venne perfezionata, è il primo personaggio, la prima voce di singolo che ci parla. Per due terzi divino, per un terzo umano, Gilgameš re di Uruk vuole ciò che vorranno tutti gli eroi: vincere il mostro. Ma l’eroe evoca naturalmente un doppio, un rivale che diventerà il compagno per eccellenza: e allora appare Enkidu, l’uomo che lascia la vita selvaggia per seguire l’eroe e trovare la morte. I mostri che i due amici avevano ucciso insieme non erano dunque i soli, né i più forti. Dietro di essi, si propone un’altra sfida: la morte. Così Gilgameš affronta, ormai solo, l’impresa di là da ogni impresa: la conquista dell’immortalità. Tutti gli episodi di questa epopea – i viaggi, gli scontri, le seduzioni, gli inni, i lamenti – rimangono come modello per ogni letteratura. Ogni volta che qualcosa di simile ci viene raccontato, sentiamo dall’oscurità la voce della storia di Gilgameš, il «re che conosceva i paesi del mondo». E ricordiamo: «Egli era saggio: vide misteri e conobbe cose segrete: un racconto ci portò dei giorni prima del diluvio. Fece un lungo viaggio, fu esausto, consunto dalla fatica; quando ritornò, su una pietra l’intera storia incise».
GILGAMESH PER RAGAZZI
La storia di Gilgamesh. Yiyun Li
illustrazioni di MARCO LORENZETTI
LA STORIA E’ RACCONTATA DA YIYUM LI
di Yiyun Li
Ci sono domande nella vita che, quando trovano risposta, vengono accantonate come conoscenze ormai acquisite: qual è l’organo che fa circolare il sangue nel corpo delle persone, quale organo serve a digerire il cibo, quale a pensare e a provare sentimenti? Ci sono domande che ci poniamo in un altro momento della nostra vita, e per le quali non troviamo mai risposte del tutto soddisfacenti. Quando ero bambina, come tutti, ero tormentata dalla questione della morte: continueremo a vedere cosa succede nel mondo, dopo che saremo morti? Quale parte di noi dormirà, e quale parte resterà sveglia per riuscire a vedere, ascoltare o sentire? La stessa questione adesso tormenta i miei bambini, e sebbene io oggi sia una madre, non ho trovato una risposta per pacificare me stessa, figuriamoci per consolare e rasserenare i miei giovani figli.
L’Epopea di Gilgamesh ci è stata lasciata dagli antichi Sumeri. Poema epico composto tra il 1300 e il 1100 avanti Cristo, e inciso su dodici tavolette d’argilla, è tra le opere letterarie più antiche del mondo. È stato scoperto nel diciannovesimo secolo, e da allora, generazioni di ricercatori e traduttori hanno lavorato all’interpretazione della storia, ne hanno studiato le origini e le diverse edizioni. Ogni grande storia è grande perché non riguarda solo i suoi protagonisti ma anche tutti noi, e questa è la ragione per cui la storia di Gilgamesh, sebbene sia ambientata quattromila anni fa, non è diversa dalla nostra. Gilgamesh ama la sua famiglia; ha sete di avventura. Quando incontra Enkidu, un vero amico e un compagno per il suo cuore, lo ama e lo include in tutti i suoi sogni. Quando perde Enkidu, il suo dolore riflette il nostro dolore di perdere i nostri cari. Ciò che tormenta Gilgmesh più di ogni cosa, nel viaggio che lo porta da essere un giovane uomo a diventare saggio e maturo, è la questione della morte. La morte è come un sonno che, sebbene lungo, conserva ancora la speranza per quando verremo svegliati e ci ritroveremo uguali a prima, o la morte è, come nella descrizione dell’aldilà nel poema, un posto dove il passato reca poco conforto e il futuro non esiste? La ricerca dell’immortalità di Gilgamesh gli porta scarsi risultati, eppure il suo viaggio alla scoperta del segreto della vita eterna di Utnapishtim lo trasforma in un uomo saggio. Lo stesso viaggio è stato ripetuto nei secoli, una ricerca che ciascuno di noi deve affrontare da solo, piuttosto che affidarsi alla saggezza e agli insegnamenti altrui. Ecco perché la storia di Gilgamesh non morirà mai, e verrà letta da generazioni di lettori, giovani e vecchi. Quello che conta molto per me nella storia è l’amicizia tra Gilgamesh e Enkidu. Gli amici occupano un posto speciale nelle nostre vite: il legame con gli amici non deriva dal sangue come accade tra familiari, e non richiede il voto come avviene tra sposi. Eppure la vera amicizia ha le stesse caratteristiche della famiglia e del matrimonio: un vero amico, come dice Gilgamesh, è un compagno per il tuo cuore.
REPUBBLICA / SAVE THE STORY
http://temi.repubblica.it/iniziative-save-the-story/2011/10/19/da-dove-vienegilgamesh/
+++della collana ne è uscito uno ieri, si compra anche separato dal giornale, forse usciranno di nuovo tutti !
Gilgamesh e Ulisse, tornati in patria, aprirono delle agenzie di viaggi che ebbero molto successo. Anni dopo si unì alla società un tale Colombo di Genova, che però fu presto estromesso perché le sue navi erano poco sicure e troppo lente.