+++ DORELLA CIANCI, Il fronte segreto della pace in Ucraina — LIMESONLINE  12 AGOSTO 2022

 

LIMESONLINE  12 AGOSTO 2022
https://www.limesonline.com/ucraina-trattative-pace-tradimento-zelensky/128910

 

Il fronte segreto della pace in Ucraina

 

 

 

Carta di Laura Canali – 2022

 

Tra smentite e reticenze, sembra che qualcosa di non rivelabile si stia muovendo per portare all’interruzione delle ostilità almeno in alcune zone del paese. Le divisioni nel cerchio magico di Zelensky e il ruolo degli ortodossi.

 

di Dorella Cianci

 

In Ucraina non si può più parlare di «Ucraina» al singolare, perché si stanno creando piccole patrie. Ucraine dalle esigenze molto diverse.


 

C’è una doppia escalation: quella della violenza sul campo e quella della tensione invisibile e degli episodi di reticenza interna. Le documentazioni internazionali circa le battaglie dal Donbas al nord fino alla fascia costiera del sud, con l’apice di Mykolaïv (Nikolaev) e l’alta tensione intorno alle centrali nucleari, sono spesso ricche di dettagli, ma il capitolo della pace è silenzioso. Secretato o dimenticato? La differenza è tutta lì.


Qualcosa si muove nelle trattative sullo scambio dei prigionieri, ma non è tutto qui. Quel che non si cita deriva dalla paura delle epurazioni. Da Kiev a Kharkiv, e non solo, si sente citare il cosiddetto «fronte segreto per la pace», in dissenso velato con il governo di Volodymyr Zelens’kyj (Zelensky).

Da chi è composto questo fronte? Non è facile dirlo o perlomeno non è facile poterlo menzionare, poiché nella gran parte dei casi si tratta di personaggi anche molto noti all’interno del «cerchio magico» del presidente ucraino.


Dal campo in alcuni momenti si raccolgono smentite e reticenze, poi dichiarazioni a mezza bocca che lasciano sempre più intendere come qualcosa di non rivelabile si stia muovendo, in maniera lenta e cauta. Alcune informazioni sono venute fuori nel colloquio ufficioso con il capo della polizia di Kiev e, in parte, con il governatore dell’oblast’ di Luhans’k Serhiy Haidai, all’indomani della caduta di gran parte della regione.


Un dato chiaro esiste, senza il bisogno di congetture. La divisione interna al governo e alla politica ucraina è notevole.

Esistono i fedelissimi di Zelensky, i quali chiedono ancora caccia multiruolo di tipo occidentale (intercettori e d’attacco), come dichiarato da Yuriy Ignat del Comando Aeronautico delle Forze armate ucraine.

Poi ci sono alcuni esponenti del cerchio magico del potere centrale; questi ultimi tentano di prendere contatto – senza l’assenso del presidente – con una parte d’Europa che naturalmente non è favorevole a questa guerra d’invasione, ma cerca di immaginare una pace «a zone» prima che arrivi l’inverno e che l’Ucraina subisca ulteriori devastazioni, impossibili da riparare sia per l’invasore che per le finanze del paese invaso.


Questa pace a zone, che riguarderebbe le aree di Kiev e Kharkiv, richiederebbe agli ucraini di digerire soluzioni dolorose, che metterebbero in imbarazzo Zelensky dinanzi al suo popolo stremato e decimato.


Le divisioni nel cerchio magico


Non è però ancora il tempo di menzionare le soluzioni di pace imperfetta che potrebbero profilarsi. Intanto è più urgente esaminare come si pone Zelensky stesso rispetto al «fronte segreto», di cui inevitabilmente è a conoscenza. Il metodo ideato da Kiev è abbastanza noto ed evidente.


È stata la volta, all’inizio, della procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, accusata di tradimento.

Poco dopo la stessa sorte è toccata al direttore del Servizio di sicurezza (Sbu) Ivan Bakanov. Da lì la decomposizione dei fedelissimi del governo ha subito un’accelerazione notevole, che ha portato all’accusa di 200 persone, fra cui intellettuali dell’Università di Kharkiv, una delle più prestigiose del paese.


Sono finiti nel calderone dei traditori docenti che fra marzo e giugno hanno tenuto lezioni da garage e bunker, mettendo a punto una difficile didattica a distanza d’emergenza per i loro tesisti. Le accuse di tradimento si sono estese fino allo studio Kvartal-95, società di produzione di intrattenimento televisivo fondata dal presidente.


Tutti politici pagati e corrotti da Mosca, al fine di tradire la propria gente? Difficile da ipotizzare, soprattutto quando a smentirlo sono fonti dirette. I sospettati di (pseudo-)tradimento sono aumentati e, fra detti e non detti, il capo della polizia di Kiev e il governatore di Luhans’k hanno voluto evidenziare una realtà sotto gli occhi di tutti: esiste un’intera generazione ucraina totalmente decapitata, composta da giovani studenti che avrebbero certamente contribuito al futuro del paese.


Di certo nel bel mezzo della guerra non si possono tirare le somme. Oltre i numeri (incerti) delle vittime, senza abbandonarsi a semplificazioni e senza dimenticare l’evidente ingiustizia subita dall’Ucraina con l’aggressione russa, è quasi inevitabile chiedersi dove sia il limite per gli ucraini.

Il limite di Putin non esiste, perché questa aggressione è destinata a sciogliersi in una guerra lenta, dai contorni volutamente sfumati. Esiste, invece, il limite di Zelensky?


Carta di Laura Canali - 2022

Carta di Laura Canali – 2022


Le richieste degli ortodossi ucraini


 

A Kiev alcuni si chiedono dove e come fissare il limite per riprendere con urgenza le trattative di pace, oltre il capitolo del grano. Questo inoltre sta assumendo caratteristiche controverse.


È doveroso menzionare i sacerdoti ortodossi che, sin dall’inizio del conflitto a febbraio, sono entrati coraggiosamente in contrasto con le provocazioni, non prive di interessi, del patriarca russo Kirill. Ora però anche fra loro ci si interroga se non si possano raggiungere quegli accordi di pace a zone che sarebbero poi garantiti (e protetti) dalla visita di papa Francesco, attesa con fiducia e speranza da molti sacerdoti, in particolare nei luoghi del massacro di Bucha, già visitati dall’alto clero cattolico.


Le nuove posizioni degli ortodossi ucraini, impegnati per la costruzione del dialogo di pace, sono in parte emerse nell’incontro di luglio nel palazzo del metropolita presso la storica cattedrale di Santa Sofia, emblematico luogo di dialogo tra le delegazioni della Chiesa ortodossa ucraina autocefala (Pzu) e quelle della Chiesa ortodossa di Ucraina del patriarcato di Mosca (Upz).


Il «ministero della pace»


Lo scenario è confuso, ma anche concreto e – forse – già in via di realizzazione. Così è accennato dalle maggiori ong di Mykolaïv, che citano il cosiddetto «ministero della pace», non pensando al dopoguerra ufficiale ma alludendo alla costruzione di piccole zone dove regga una tregua sostenuta dalla diplomazia francese, se le intenzioni dovessero rivelarsi adottabili.


Fonti interne rivelano che questo fronte segreto della pace, di cui nessuno parla o vuol parlare, non è approvato dagli ortodossi di Odessa, che sono vicini alle esigenze del governo di Kiev.

Non mancano molti dubbi, soprattutto perché dopo i colloqui, anche diretti, giungono smentite. Si respira un clima teso. Per paura di finire fra i traditori della patria del metodo Zelensky? Possono essere considerati tali coloro che tentano di uscire dalle categorie del terrore e della minaccia per entrare nell’idea di pace?


Il governatore di Luhans’k non ha fatto ulteriori dichiarazioni sul tema della pace e della stanchezza dei soldati ucraini, ma ha contribuito a far circolare il documento di Kherson, dove i soldati russi si dichiarano sfiniti, senza beni primari, in attesa di aiuti e sostituzioni dai capi del Cremlino.

Padre Viktor, sacerdote ortodosso a Kiev, cita ironicamente un libro dal titolo La guerra di Troia non si farà, precisando che questo non è il momento di rimpolpare le difficoltà citando Dio, la religione o le varie posizioni ortodosse nei confronti della Chiesa ucraina.


È inevitabile ricordare quanto detto dal sindaco di Sjevjerodonec’k, prima della caduta in mano russa della città: «La pace prevede, da sempre, rapporti contrattuali che regolano la coesistenza fra nemici o ex nemici».


 

Carta di Laura Canali - 2018

Carta di Laura Canali – 2018

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a +++ DORELLA CIANCI, Il fronte segreto della pace in Ucraina — LIMESONLINE  12 AGOSTO 2022

  1. DONATELLA scrive:

    Lo spirito religioso potrebbe essere una forte spinta verso la pace ( pensando in generale e da chi, come me, non conosce la situazione reale di quelle terre).

Rispondi a DONATELLA Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *