YVAN SAGNET – Facebook – ROBERTO ROSANO, «Mai così dura per i braccianti per loro meno lavoro e diritti» –IL MANIFESTO DEL 9 AGOSTO 2022

 

 

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IL MANIFESTO DEL 9 AGOSTO 2022
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«Mai così dura per i braccianti per loro meno lavoro e diritti»

 

«Mai così dura per i braccianti per loro meno lavoro e diritti»

Alcuni lavoratori del Gruppo Megamark di Trani mentre raccolgono i pomodori a Foggia – Foto Ansa

 

INTERVISTA A YVAN SAGNET. Il fondatore camerunense dell’associazione No Cap: la siccità riduce la produzione ma non le ore di chi sta nei campi. Il caporalato non si può sconfiggere con soli 5 mila ispettori del lavoro che devono controllare un milione di imprese agricole

 

Abbiamo chiesto ad Yvan Sagnet, attivista e scrittore camerunense, fondatore e presidente dell’Associazione No Cap, attivo contro lo sfruttamento e il lavoro nero nel settore agroalimentare, come sta trascorrendo l’estate dei braccianti agricoli nel nostro Paese.

 

Dottor Sagnet, in questi giorni si è parlato, sicuramente non abbastanza a livello nazionale, di una associazione per delinquere finalizzata al caporalato, che aveva a capo un cittadino indiano, e che la Finanza di Padova ha disarcionato, mostrando una fitta «metastasi», con ramificazioni in molte città del centro-nord …

In quell’area, stretta principalmente tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, il caporalato si organizza intorno alle cooperative spurie, da una parte, e intorno a gruppi di stranieri, che svolgono funzioni di tramite con le aziende agricole. Esse adoperano grossomodo le stesse modalità che riconosciamo nei caporalati del centro-sud Italia. È una modalità, però, molto più subdola, che dà molti più problemi agli organi inquirenti. Spesso la “sede legale” è lontana dal luogo di sfruttamento.

 

Lo scorso 6 luglio è morto un bracciante agricolo di origini calabresi, Antonio Lombisani, stroncato dal caldo. Perché le ordinanze, messe in campo da molte regioni d’Italia allo scopo di rivedere gli orari di lavoro dei braccianti, non riescono ad avere seguito nella realtà?

Quest’anno le condizioni climatiche sono davvero drastiche. Noi abbiamo lanciato un allarme molto prima che ciò accadesse, ma siamo rimasti inascoltati. Questo problema sembra apparire come un fantasma ogniqualvolta si verifichi un decesso, per poi sparire senza imporsi davvero mai all’attenzione delle istituzioni.

 

Immagino che la «mancanza di attenzione» che denunciata possa essere letta in termini di una mancanza di controllo …

Esattamente. Le ordinanze non mancano, ma queste non servono a nulla se mancano i controlli. Soprattutto nelle zone che vanno dal Metapontino al sud della Puglia, nella zona di Taranto o nella Pianura di Sibari, con grande domanda di manodopera e alta probabilità di violazioni, i controlli devono essere più stringenti. In questo particolare momento in cui le condizioni climatiche non accennano a migliorare ma sembrano invece andare sempre peggiorando, lo stato non può dimenticare questi lavoratori che non devono più giocare in un “campionato di serie b” nel mercato del lavoro italiano. Nelle misure messe in campo dal governo c’è poco per i lavoratori agricoli e mi riferisco agli incentivi e alle misure di assistenza. Questo è un grave errore che incrementerà il lavoro illegale nelle campagne e avrà ripercussioni non facili da gestire.

 

L’inefficacia dei controlli è dovuta ad inadempienza o all’insufficienza degli ispettori?

Soprattutto alla seconda. Non è possibile che un paese come l’Italia, col suo alto tasso di irregolarità, abbia soltanto 5 mila ispettori in tutta Italia a fronte di un milione di imprese agricole. Il numero, in questo caso, parla da solo. In Puglia, a fronte di circa 30 mila aziende agricole ci sono solo 99 ispettori. È chiaro che l’attenzione che ci aspettiamo da parte delle istituzioni non possa prescindere dall’assunzione di nuove figure volte ad assicurare il rispetto delle norme. Facciamo un appello affinché una parte dei fondi del Pnrr serva al reclutamento di nuovi ispettori.

Ne va della vita dei tantissimi Antonio Lombisano che lavorano nelle serre e nei campi alle temperature che conosciamo.

 

E per migliorare la qualità delle ispezioni, invece? Aumentare soltanto il numero degli ispettori potrebbe non bastare …

Certamente, ma occorre partire da lì: dall’assunzione del personale. Poi bisogna porsi il problema della qualità di queste ispezioni, ma se il numero rimane insufficiente, la qualità e il buon coordinamento tra questi ispettori e le forze dell’ordine non può bastare. Molto importante è anche la selezione degli ispettori, perché spesso questi non sono abbastanza edotti sulle dinamiche e le strategie che le aziende agricole hanno messo a punto nel tempo per aggirare le leggi. La formazione è indispensabile per smantellare tutte le aree di sfruttamento. In estrema sintesi: formazione, coordinamento e assunzione del personale.

 

La siccità disastrosa che stiamo vivendo, quanto sta influendo sulle condizioni di lavoro dei braccianti agricoli?

Più di quanto si possa pensare. Spesso si pensa soltanto al danno di mercato e in effetti c’è. Quest’anno la produzione del pomodoro sarà molto più bassa rispetto agli anni precedenti. C’è stato un ritardo nella produzione, un regresso nella qualità del prodotto, che non sta maturando nelle condizioni appropriate, ma sta marcendo nei campi. Ma la siccità sta procurando anche un danno sociale. Se c’è poco prodotto in campo, c’è meno lavoro. Molte aziende chiedono ai braccianti di operare anche nelle ore più proibitive per recuperare questo danno. E i braccianti che rimangono senza un’occupazione cosa faranno? Dove lo cercheranno?

 

Ci dia un dato evidente …

Noi Cap stimiamo una diminuzione delle giornate lavorative dei braccianti di almeno un quinto. Se questo dato è messo a confronto con la crisi in corso, con l’inflazione e le dure ripercussioni della situazione internazionale sull’Italia, direi che gli ultimi anelli della catena, cioè i lavoratori agricoli pagheranno il prezzo più alto.

 

 

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1 risposta a YVAN SAGNET – Facebook – ROBERTO ROSANO, «Mai così dura per i braccianti per loro meno lavoro e diritti» –IL MANIFESTO DEL 9 AGOSTO 2022

  1. DONATELLA scrive:

    Si può parlare a ragione di vera e propria schiavitù.

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