ANSA.IT — 16 NOVEMBRE 2022 – 14.47:: Nel centro di Todi la “Casa dipinta” di Brian O’Doherty. Dipinta dall’artista irlandese che ci abitò con la moglie

 

Todi è un comune italiano di 15 721 abitanti ( dati : agosto 2022 ) della provincia di Perugia. Sorge su un colle alto 411m s.l.m. (la sede del Comune è però situata a 400m s.l.m.) che si affaccia sulla media valle del Tevere.
Il territorio comunale è per lo più collinare ed è composto da una miriade di piccoli insediamenti. I centri principali, oltre alla città di Todi, sono Pantalla e la zona di Ponterio-Pian di Porto, che comprende anche l’area industriale della città.

Fu fondata tra l’VIII ed il VII secolo a.C. dagli Umbri su un colle situato sulla riva sinistra del Tevere, a circa 400 metri di altitudine e a breve distanza dal territorio abitato dagli Etruschi, col nome di Tutere, che significa “Città di confine”[6].

Secondo la leggenda, inizialmente la città doveva essere costruita ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui i fondatori stavano facendo colazione fu presa da un’aquila che, volando, la lasciò cadere sulla cima del colle. Questo accadimento venne interpretato come un segno degli dei, così i fondatori decisero di spostarsi e costruire la città in cima al colle.

https://it.wikipedia.org/wiki/Todi

 

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TODI
https://www.todiguide.com/tour-un-giorno-a-todi

 

 

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ANSA.IT — 16 NOVEMBRE 2022 – 14.47
https://www.ansa.it/umbria/notizie/2022/11/16/nel-centro-di-todi-la-casa-dipinta-di-brian-odoherty_852b69b0-30ae-446c-bf45-d8bb0b4acadc.html

 

Nel centro di Todi la “Casa dipinta” di Brian O’Doherty.

Dipinta dall’artista irlandese che ci abitò con la moglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 La “Casa dipinta” che si trova nel centro storico di Todi è l’opera capolavoro di Brian O’Doherty, l’artista irlandese morto lo scorso 7 novembre a New York all’età di 94 anni.

O’Doherty e la moglie Barbara Novak acquistarono l’abitazione del 1800, dislocata su tre piani, in via delle Mura Antiche, nel 1975.

Inizialmente era la casa delle loro vacanze in Italia, ma dal 1977 l’artista iniziò a dipingerla. Al punto da diventare un’autentica opera d’arte apprezzata a livello mondiale soprattutto da coloro che amano l’arte contemporanea.

Entrare nella grande cucina, per poi salire ai piani superiori fino ad arrivare alla camera da letto, è un viaggio unico e totalmente immersivo tra colori e forme. Le pitture di O’Doherty includono la riproduzione dell’antico alfabeto irlandese Ogham. Su alcune pareti alcune opere sono rimaste incompiute.

La “Casa dipinta” dal 2011 è aperta alle visite su prenotazione e il tutto viene gestito da CoopCulture. Ed è proprio la responsabile della cooperativa Francesca Tenti, assieme alla collega Vilma Lucaroni, ad accompagnare l’ANSA tra le stanze colorate della casa.

“Tutto è stato lasciato esattamente come si trovava l’abitazione l’ultimo giorno in cui i coniugi O’Doherty hanno vissuto qui” racconta Tenti. “In cucina, ad esempio – aggiunge -, c’è una bottiglia di vino aperta e la caffettiera sui fornelli, al primo piano uno scalandrino ( piccola scala di legno )  è appoggiato a una parete e i colori con i pennelli dell’artista sono un po’ dislocati ancora nei bagni”.

In occasione della morte di Brian O’Doherty, l’amministrazione comunale tuderte, ( = di Todi ) guidata dal sindaco Antonino Ruggiano, ha deciso di aprire gratuitamente al pubblico la “Casa dipinta” per un’intera giornata, in omaggio proprio al grande artista che aveva scelto l’Umbria per lasciare realizzare la sua opera più importante.

 

 

 

Artribune

Una casa per Brian O’Doherty. A Todi

 

Una casa per Brian O’Doherty. A Todi

  

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NON SOLO SCRITTORE E ARTISTA CONOSCIUTO IN TUTTO IL MONDO, O’DOHERTY È ANCHE AUTORE DI UN’OPERA DAVVERO ORIGINALE, AL CONFINE TRA PITTURA E DETTAMI ARCHITETTONICI. UNA PAINTED HOUSE NEL CUORE DI UNO DEI BORGHI ITALIANI PIÙ AFFASCINANTI.

 

Brian O'Doherty, Il Dizionario dell'Io, La Casa Dipinta, Todi, 2015 - photo Todiguide.com

Brian O’Doherty, Il Dizionario dell’Io, La Casa Dipinta, Todi, 2015 – photo Todiguide.com

 

THE PAINTED HOUSE

 

Inside the white cube. L'ideologia dello spazio espositivo - Brian O'Doherty - copertina

Inside the white cube. L’ideologia dello spazio espositivo

“Inside the white cube” è una raccolta di saggi di Brian O’Doherty pubblicati per la prima volta nel 1976 sulla rivista Art forum. Il loro impatto sul mondo dell’arte fu immediato e scatenarono una discussione critica sul ruolo della galleria nel sistema dell’arte che dura ancora oggi, divenendo un riferimento fondamentale per chiunque si confronti con questo mondo. Nel volume O’Doherty affronta, primo tra tutti, un momento di particolare crisi nell’arte del secondo dopoguerra ed esamina i presupposti su cui si fonda lo sviluppo dello spazio espositivo, privato (galleria) o museale. In un’analisi che si confronta con le complesse e delicate relazioni tra economia, contesto sociale ed estetica condensate all’interno di una galleria d’arte, O’Doherty si pone il problema di come gli artisti debbano concepire il proprio lavoro in relazione allo spazio espositivo e, più in generale, al sistema dell’arte.

 

Tutto ha inizio con la lettura di Inside the White Cube di Brian O’Doherty (County Roscommon, 1928), saggio d’arte tra i più significativi del XX secolo, che spiega in modo chiaro e immediato l’evoluzione semantica dello spazio espositivo, di come il white cube diventi “una camera di trasformazione” che rende arte qualsiasi cosa vi acceda.
Il testo risulta così interessante e coinvolgente che approfondire la conoscenza dell’opera di O’Doherty – irlandese di nascita, americano d’adozione – sembra necessario. La scoperta che, scrittore e artista di fama internazionale, egli abbia realizzato una delle sue opere più esclusive in Italia, e più precisamente a Todi, in Umbria, spinge chi scrive a visitare la sua The Painted House (La Casa Dipinta).
L’artista acquista nel 1975, con la moglie Barbara Novak, storica dell’arte, una casa nel centro storico di Todi, in Via delle Mura Antiche 25. La casa è vissuta periodicamente dai suoi proprietari, che decidono di inaugurarla e aprirla al pubblico su prenotazione dal 2011.
O’Doherty realizza un’opera d’arte immersiva, iniziando a dipingere, intorno al 1977, con colori acrilici, le pareti dell’intera casa, sviluppata su tre piani.

 

TRA POLITICA, STORIA E CREATIVITÀ

La Casa Dipinta è un “work in progress” che sintetizza i quarant’anni di carriera artistica di O’Doherty, salito alla ribalta nel 1972 con il nome di Patrick Ireland, in segno di protesta contro l’efferata strage di tredici pacifisti disarmati uccisi dall’esercito inglese, che, domenica 30 gennaio 1972, occupava la città di Derry nell’Irlanda del Nord (la celebre Bloody Sunday).

L’artista abbandonò il nome di Patrick Ireland solo nel 2008, con la commemorazione della pace in Irlanda del Nord e la proclamazione della sua indipendenza dall’Inghilterra. La sua effigie fu solennemente sepolta davanti a un pubblico internazionale a Dublino, nel parco dell’IMMA (Irish Museum of Modern Art) sotto una lapide su cui è incisa la scritta Patrick Ireland, 1972-2008 e le parole NOW, HERE, NOW in Ogham.
Per trasmettere la sua poetica, O’Doherthy sceglie il codice Ogham, inventato dai Celti Irlandesi nel VII secolo d.C., per il suo minimalismo segnico e per la sua elevata pregnanza di significati.
L’Ogham traduce le venti lettere dell’alfabeto romano in altrettanti caratteri composti da quattro serie di linee, in progressione da 1 a 5, che si intersecano con una linea orizzontale di riferimento.

 

Brian O'Doherty, Trecento, La Casa Dipinta, Todi, 2015 - photo Miranda Driscoll
Brian O’Doherty, Trecento, La Casa Dipinta, Todi, 2015 – photo Miranda Driscoll

 

UNA CASA AD ARTE

All’interno della Casa Dipinta, il primo piano, composto da cucina e sala da pranzo, evoca un tempio Ogham a partire dalle tre parole chiave del linguaggio artistico di O’Doherty: OneHereNow (Uno, Qui, Ora) che sovrastano l’ingresso della sala insieme alla trascrizione dell’intero codice antico.
Sulle altre pareti, con grandi dipinti composti da linee, geometrie e colori, sono poi rappresentate le vocali.
A sinistra delle scale che portano al piano superiore si può apprezzare il Dizionario dell’Io, un elenco di tutte le possibilità che l’artista ha sperimentato per riprodurre il numero 5 e la lettera I che in inglese è “io”. Ogni dipinto ha un’anima ludica, ovvero la volontà di coinvolgere lo spettatore che si sente parte integrante dell’opera.
Sette gradini dipinti con i colori dell’arcobaleno conducono al secondo piano. Qui l’opera che immediatamente attrae lo sguardo è Trecento, omaggio alle pale d’altare del primo Rinascimento, realizzata con fili sottili fissati alla parete che delimitano, seguendo una corretta prospettiva, l’altare dipinto con i tre colori primari: rosso, giallo, blu. Solo cogliendo il punto di vista ottimale, lo spettatore può apprezzare la tridimensionalità del dipinto che estrude ( = esce fuori ) dalla parete.
Sul muro di fronte Il canto delle vocali rappresenta una griglia quadrata, composta da 5 riquadri per 5, in cui ogni vocale è formata da linee, da 1 a 5, con colori sempre diversi. L’ennesimo divertissement che strizza l’occhio al visitatore.
All’ultimo piano della casa, a cui si può accedere mediante una ripida scaletta, si trovano la camera da letto e il bagno.  Sulle pareti della camera sono dipinte alcune finestre, sempre mediante il sistema di fili fissati a parete, che l’artista realizza per esaudire il desiderio della moglie Barbara di poter godere del suggestivo paesaggio umbro, sebbene la casa non abbia aperture con vista sul panorama circostante.

 

 

Brian O'Doherty e Barbara Novak, Casa Dipinta, Todi, 2015 - photo Todiguide.com
Brian O’Doherty e Barbara Novak, Casa Dipinta, Todi, 2015 – photo Todiguide.com

IL LEGAME CON LA MOGLIE

L’artista ha così omaggiato la moglie con la rappresentazione dei quattro momenti che scandiscono la giornata: la Notte, a fianco della finestra, l’Alba, a destra della porta del bagno, la Mattina a sinistra del letto e il Mezzogiorno, sul letto. Proprio quest’ultimo dipinto risponde alla suggestione di scorgere il mare all’orizzonte sotto un cielo blu cobalto. Su entrambi i lati del lavoro vi sono le sagome dell’artista e della moglie, al cui amoroso sodalizio è dedicata l’intera opera d’arte.
La relazione sentimentale che lega Brian e Barbara dura da più di cinquant’anni e si percepisce in ogni angolo della casa, alle cui pareti germogliano qua e là ritratti, parole e messaggi a lei rivolti.
Anche per questo la visita alla Casa Dipinta è una parentesi emozionante, suggestiva, un’opportunità di condivisione del sentire, riservato e intimista, di un grande artista contemporaneo.
Una sosta tra le strade dell’Umbria (e non solo) è quindi d’obbligo.

Elena Inchingolo

www.todiguide.com

 

 

 

 

 

L’ARTISTA BRIAN O’DOHERTY

Brian O’Doherty

Brian O’Doherty (4 maggio 1928-7 novembre 2022) è stato un critico d’arte , scrittore, artista visivo e accademico irlandese-americano. Ha vissuto a New York City per oltre 50 anni, prestando servizio come critico d’arte per il New York Times e la NBC , nonché come editore per Art in America   Ha usato una serie di alter ego , tra cui Patrick Ireland

Molto influenzato da Marcel Duchamp, è un artista essenzialmente interrogativo, che mette costantemente in discussione le convenzioni artistiche e i presupposti su cui basiamo i nostri giudizi estetici. ( David Scott – in The modern art collection, Trinity College Dublin )

segue :
https://en.wikipedia.org/wiki/Brian_O%27Doherty

 

 

foto molto belle della casa di Brian O’Doherty  da :

VOGUE, 16 SETTEMBRE 2022

https://www.vogue.it/news/article/casa-dipinta-todi-peter-odoherty

 

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1 risposta a ANSA.IT — 16 NOVEMBRE 2022 – 14.47:: Nel centro di Todi la “Casa dipinta” di Brian O’Doherty. Dipinta dall’artista irlandese che ci abitò con la moglie

  1. DONATELLA scrive:

    Che bella questa casa! Sembra molto allegra e aperta.

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