Donatella D’Imporzano, Due filastrocche delle sue… + Cinque ” Pillole di poesia.. a infradito “

 

bardelli,  2014

 

Son depressa, sono ossessa
da una noia saturnina.
Non so più che cosa fare
dalla sera alla mattina.
Lente passano le ore
grigio nero il mio umore.
Se mi stendo un po’ sul letto
nel mio sogno sto sul tetto.
Da lì vedo tutto il mondo:
non mi piace così tondo,
lo vorrei un po’ più quadrato,
fatto come un grande prato
ma di soffice erba fina
o di piume, ancora meglio,
per far salti di livello
che mi portino alle stelle
e da lì vedere sotto
tutto il mondo bell’e rotto.

 

Quand’ero giovane

fui conquistata

dalla speranza

d’una grande ondata:

pace, benessere

in abbondanza,

amore , gioia e fratellanza.

Abbasso i padroni,

viva la gente;

non più barriere

ma solidi ponti,

che ci congiungano

senza più affronti.

Niente più guerre,

abbasso i “caimani”,

mettiamo su un mondo

con le nostre mani.

Dicevano in tanti:

spargiamo fiori,

non più violenze,

non più oppressioni,

che l’uomo diventi

per l’altro uomo

un buon fratello

e chieda perdono

per tutti i delitti

e le cose cattive

che in tanti secoli

hanno fatto soffrire.

Che la natura

ci sia sorella,

che la gallina

non cuocia in padella;

che gli alberi siano

nostri amici

insieme a ginestre,

rose e lombrichi.

Di tutto questo

ben poco rimane,

ma nel mio cuore

e nella mia mente

penso che quello

era un mondo decente.

 

 

 

Vassily Kandinsky, Blu cielo, 1934, Centre Pompidou, Paris.

 

Pillole di poesia ( vorrei chiamarle poesie a infradito, perché si possono mettere e levare con estrema facilità e vanno su tutto):

 

Tremule foglie

siamo esposte

ai venti.

Invano guardiamo

al cielo

che non ci risponde.

 

 

 

Mostra '68 - foto 1

 

Non c’era niente di sovversivo:
volevamo solo una vita migliore,
una libertà del cuore.
Indifesi e puri,
amiamo ancora quei tempi.
In essi ci rispecchiamo.

 

 

 

 

Homo sapiens

 

USA Map Night at Light HD by rodionova | VideoHive

 

Non posso
lasciar cadere Pinelli
da una finestra.
Non posso far nascere
il bambino in una grotta.
Sono sangue
del mio sangue-
Non posso contare le file
degli affamati
davanti al panettone.
Non posso amare
il bue e l’asinello
che scaldano il bambino,
che poi diventano carne da macello.
Non posso, non posso.
Siamo noi che contiamo le stelle,
le chiamiamo per nome.
Brillano per noi nella notte.
Ci riscaldiamo il cuore
e siamo soli
in questo universo tremendo.
Sconfiggiamo la morte
che festeggia i suoi riti.
Siamo noi che guardiamole stelle,
siamo noi
che le amiamo.
Non posso, non posso
essere indifferente
a questo universo crudele.

 

 

 

 

Non ho patria

e neppure il mondo intero lo è.

Vorrei trovare parole

che si incidano nel cuore.

Ho solo una matita:

mi sento naufraga

in un mare infinito.

Vorrei trovare pace

ma ho solo un fiore

che sta sfiorendo.

 

Canzone / Consolazione n. 3 di Liszt

 

Immag004

 

Canzone

 

Quando sugli alberi

della notte

fiorisce la mia canzone,

profili di colli lontani

io vedo

ed aria pura

trasparente come vetro.

Frutti maturi

di generosa estate

profumano di bellezza

la terra scura

e dolcemente

si addormenta

il mare.

 

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1 risposta a Donatella D’Imporzano, Due filastrocche delle sue… + Cinque ” Pillole di poesia.. a infradito “

  1. DONATELLA scrive:

    Mi sembra bello e utile affrontare il mondo gettandogli in faccia una filastrocca, meglio se con gli infradito ai piedi.

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