Don Riboldi, Il coraggio tradito @libro_riboldi – 20.22 — 20 gennaio 2023

 

#mafia, lavoro, #Sud A Don Riboldi era già tutto chiaro molti decenni fa: era stato parroco di #Castelvetrano, il paese di #MessinaDenaro e Santa Ninfa, lo mandarono nel Napoletano quando i morti ammazzati si contavano a centinaia. E noi stiamo ancora a discutere

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Chi era Don Riboldi, il vescovo anti-camorra che volle stare ...
Addio a mons. Antonio Riboldi, vescovo anti-camorra ...
E' morto monsignor Antonio Riboldi - Ultima Ora - ANSA

Antonio Riboldi (Tregasio16 gennaio 1923 – Stresa10 dicembre 2017) è stato un vescovo cattolico italiano, noto per il suo impegno a favore della legalità e giustizia, sperimentato negli anni del suo ministero pastorale vissuto prima come parroco e poi come vescovo.

Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1951. Inviato nel 1958 in una parrocchia di Santa Ninfa, nella Valle del Belice e Diocesi di Mazara del Vallo, si trovò nel 1968 a fronteggiare lo stato d’emergenza causato dal terremoto che sconvolse la terra trapanese, fronteggiando assieme ai suoi parrocchiani le prepotenze della mafia, organizzando la loro lotta per ottenere una casa e abitando per anni, come loro, in una baracca di legno.

In quegli anni partecipò a cortei e manifestazioni davanti al Parlamento in difesa delle richieste dei suoi concittadini e collaborò con diverse persone legate alla vita politica e istituzionale del paese, fra questi il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e il Presidente della Regione Siciliana on. Piersanti Mattarella.

Il 25 gennaio 1978 papa Paolo VI lo nomina vescovo di Acerra.
Ad Acerra, terra di complicazioni sociali, monsignor Riboldi concentrò il suo impegno contro la camorra.

Negli anni ottanta ha svolto il suo apostolato anche in diverse carceri italiane, dove ha incontrato numerosi “pentiti” della lotta armata.

In occasione del compimento dei suoi 90 anni di vita, la casa editrice Mondadori, pubblica nel gennaio 2013, un libro dal titolo ‘Ascolta si fa sera. Brevi pensieri oltre gli affanni della giornata’: nel testo sono racchiusi i suoi interventi alla trasmissione “Ascolta, si fa sera“.

da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Riboldi

 

Nel 2022 è uscito il libro :

Don Riboldi. 1923-2023. Il coraggio tradito - Pietro Perone - copertina

Don Riboldi. 1923-2023. Il coraggio tradito

 di Pietro Perone (Autore) – è giornalista de Il Mattino di Napoli

 

Novembre 1982: in diecimila marciano dietro al Vescovo di Acerra, mons. Riboldi. Manifestano con lui, con coraggio, contro la Camorra e contro il suo potere. Molti, oggi, lo ricordano come il loro “25 aprile”. Tra questi, l’autore. A cento anni dalla nascita di questo grande uomo di Chiesa, il libro ripercorre le tappe essenziali del suo impegno per la legalità e per la dignità umana. La sua fu una voce che si fece sentire in Parlamento, in dialogo (e in polemica) con i politici, faccia a faccia con i criminali che volevano imporre la propria autorità su ogni aspetto della vita sociale. La lotta di mons. Riboldi fu un successo? Non del tutto. Essa avviò una presa di coscienza che fu indispensabile per i successi giudiziari contro la Camorra, ma restò anche, in parte inascoltata, perché egli voleva una riforma del vivere civile di Acerra, di Napoli, di tutta la Campania. E questa non è ancora venuta. Un libro per conoscere un eroe del passato, ma anche per scoprire quanto resta da fare. Prefazione di Mons. Antonio Di Donna ( Vescovo di Acerra, suo successore )

 

SUL LIBRO :

 

AVVENIRE —   mercoledì 9 novembre 2022

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/i-40-anni-della-piccola-marcia-di-don-riboldi-contro-la-camorra

 

L’anniversario. I 40 anni della «piccola marcia» di don Riboldi contro la camorra


Marco Iasevoli 

Nel volume “Il coraggio tradito”, il giornalista Pietro Perone ripercorre i mesi delle manifestazioni giovanili nel regno di Raffaele Cutolo, ispirate e guidate dall’allora vescovo di Acerra

 

I 40 anni della «piccola marcia» di don Riboldi contro la camorra

Ansa – DON RIBOLDI

C’è stato un tempo, breve, in cui la gioventù napoletana ha pensato di poter sconfiggere la camorra. E a capo di questo movimento c’era un vescovo rosminiano, don Antonio Riboldi, un brianzolo (era nato a Tregasio il 16 gennaio 1923) trapiantato ad Acerra dopo aver lasciato una traccia significativa nel Belice (era parroco a Santa Ninfa dal 1958 quando nel 1968 la valle fu devastata da un violento terremoto).

A ricostruire quella stagione è Pietro Perone, giornalista de Il Mattino,la storica testata di Napoli e provincia. Perone fu testimone e protagonista del movimento studentesco e a nome degli studenti degli istituti superiori parlò dal palco al termine della storica marcia del 17 dicembre 1982, quando oltre 10mila ragazzi “occuparono” Ottaviano, il regno del boss Raffaele Cutoloche in quel giorno, però, divenne luogo della memoria di una figura più grande e luminosa: Mimmo Beneventano, medico e consigliere comunale del Pci a Ottaviano, credente ucciso dalla camorra il 7 novembre 1980 per quelle che oggi chiameremmo “battaglie ambientali”.

Ma pochi sanno che un mese prima della manifestazione-simbolo un migliaio di studenti, per tastare il polso alla città-polmone della Nuova camorra organizzata, animarono un’assemblea proprio nel liceo Diaz di Ottaviano: era il 12 novembre 1982 e don Riboldi era già lì, mentre i luogotenenti della potente malavita cutoliana scrutavano il corteo con gelida e ostentata indifferenza. È proprio a ridosso del 12 novembre, quarantennale della prima “piccola marcia” a Ottaviano, che Perone ha scelto di portare in libreria Don Riboldi 1923-2023, Il coraggio tradito (San Paolo edizioni, pp. 222, euro 18), con prefazione di monsignor Antonio Di Donna, attuale vescovo di Acerra che prosegue molte delle battaglie del suo predecessore. Non una biografia del vescovo anticamorra, ma la ricostruzione del rapporto causa-effetto tra le parole e i moniti di don Riboldi e l’iniziativa degli studenti.

Un titolo che è anche un’ammissione: il movimento per la legalità tenne duro per pochi mesi e fu via via imbrigliato e burocratizzato da quella stessa politica che inizialmente aveva dato una spinta: il Partito comunista e la sua Federazione giovanile.

Don Riboldi è il punto d’inizio e il punto d’arrivo del racconto di Perone. Il giornalista individua l’origine di ogni cosa in una serata estiva del 1982, festa patronale di San Cuono e figlio. Ad Acerra, come nel resto della provincia napoletana, si sparava ogni giorno. Solo in quell’anno, la guerra di camorra contò 284 morti. Contro don Riboldi (che era stato nominato vescovo di Acerra da Paolo VI il 25 gennaio 1978) furono affissi dei manifesti, per invitarlo a «parlare dei missili», insomma a dare ragione di questioni geopolitiche.

In Cattedrale, il vescovo spiazzò: « Io vi dico che siamo insidiati da missili che sono qui, dentro casa nostra. È la pace in casa nostra che è violata. Io intendo parlare di camorra». Le parole risuonarono anche oltre i confini regionali e a settembre gli studenti di Acerra, Pomigliano e dei comuni limitrofi partirono in quarta, sognando e poi realizzando la “grande marcia” di Ottaviano.

Come detto, ben presto il movimento giovanile perse la scia delle motivazioni iniziali. Non perse mai le motivazioni originarie, invece, don Riboldi. Che nel 1985 fece un gesto destinato a fare scuola: vietare l’intera parte “laica” della festa patronale, da tempo infiltrata dalla malavita. « Basta tangenti sui santi, quest’anno faremo a meno di cantanti e fuochi d’artificio, svolgendo soltanto funzioni religiose », disse il vescovo.

E non perse lo spirito delle origini, don Riboldi, nemmeno nell’ultima sua incompresa, complessa e controversa battaglia: quella per dare una veste giuridica alla “dissociazione” dei camorristi, un’idea che portò avanti mentre si inspessiva il confronto in carcere ed epistolare con lo stesso Raffaele Cutolo. Il vescovo Riboldi lascerà poi la guida della diocesi il 7 dicembre 1999. Perone inserisce anche quest’ultima fase, generatrice di sofferenze e incomprensioni, nella cornice di una storia d’amore tra un pastore e il suo popolo.

 

NOTA :

Il  boss Raffaele Cutolo volle incontrarlo durante la sua detenzione per potersi confessare.

da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Riboldi

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1 risposta a Don Riboldi, Il coraggio tradito @libro_riboldi – 20.22 — 20 gennaio 2023

  1. DONATELLA scrive:

    Beata la terra che non ha bisogno di eroi!

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