RACHELE GONNELLI : :: Storia delle tasse da Machiavelli a Ocasio-Cortez – SBILANCIAMOCI, 18 GENNAIO 2023 – se vuoi, tre note

 

 

Sbilinfo

18 Gennaio 2023

 

Storia delle tasse da Machiavelli a Ocasio-Cortez

 

Storia delle tasse da Machiavelli a Ocasio-Cortez

 

La mobilità della ricchezza delle famiglie fiorentine dall’epoca dei Medici al 2011, la storia delle tasse in America e le riforme abortite in Italia, catasto incluso. Il libro Tax the Rich e la battaglia sulla patrimoniale.

 

Le tasse non godono di grande fortuna come argomento di discussione in Italia, specialmente in politica. Neanche adesso che a febbraio è in agenda la delega fiscale. Ed è un peccato, perché dallo studio dei contribuenti possono emergere storie avvincenti e squarci di realtà. Due ricercatori della Banca d’Italia, Guglielmo Barone e Sauro Mocetti nel 2016 hanno preso in esame le famiglie più influenti della Firenze del 1427, ai tempi dei Medici e del Machiavelli, e hanno scoperto che a sei secoli e 20 generazioni di distanza, nel 2011, la mobilità socioeconomica è stata un fremito o poco più (qui il dossier).

Tra gli pseudo discendenti delle 10 mila famiglie più importanti censite nella Firenze del 1427, l’elasticità dei guadagni è stata soltanto dello 0,04. Gli eredi degli eredi degli eredi, passando dalla società pre industriale del Rinascimento all’età della robotica e dell’Intelligenza artificiale, non hanno perso status, anzi. “Troviamo – scrivono i due ricercatori – un ruolo ancora più forte per l’eredità della ricchezza reale e la persistenza nell’appartenenza a determinate professioni d’élite”.

La ricerca, che avrebbe fatto felice il sociologo francese Pierre Bourdieu nella sua analisi sulla riproduzione delle classi dominanti, non è stata divulgata al grande pubblico ma è stata trovata, e citata, nel libro di Pippo Civati e Davide Serafin “Tax The Rich” del 2021. Si tratta di uno dei pochi volumi divulgativi sul tema del fisco editi in Italia, al quale si affianca ora “Se la classe inferiore sapesse” di Giulio Marcon, edito dal febbraio 2023 per la stessa casa editrice, People. 

 

Il libro di Civati e Serafin può essere visto anche come un prequel di quello fresco di stampa di Marcon, perché contiene varie storie di tasse e di riforme e controriforme fiscali, sia in Italia che negli Stati Uniti d’America, patria tra le infinite cose anche della campagna internazionale per la tassazione dei Paperoni del mondo con lo slogan “Tax the Rich”, che ha visto Alexandra Ocasio-Cortez come testimonial e punta di lancia e che può essere vista come il lascito del movimento Occupy Wall Street.

 

In effetti il dibattito sulle tasse, chi le paga e quanto, ha sempre appassionato gli americani. Per uscire dalla crisi del 1929 e poi per finanziare la guerra il governo di Washington non ha esitato ad applicare tasse molto alte sui grandi patrimoni. Poi, a partire da Reagan, è stata presa la china opposta.

“E ora AOC e Bernie Sanders vogliono ribaltare la piramide e sono sparatissimi nelle loro affermazioni – sottolinea Civati – perché vogliono fissare delle idee regolative del sistema opposte a quelle che hanno creato in America cocenti diseguaglianze”.

L’idea regolativa che invece vogliono affossare è quella “dello gocciolamento” – o trickle-down economics – teoria d’impronta reaganiana ma in realtà risalente a Hoover e al 1932 secondo la quale meno tasse si faranno pagare ai ricchi più questi compreranno e investiranno con benefici dell’intera collettività.

Il libro civatiano ricorda a questo proposito che Reagan fu ammaliato da questa teoria che gli dimostrò il suo consulente Arthur Laffer a cena scrivendo su un tovagliolo di carta. Leggenda o realtà quel pezzo di carta da naso ha dominato il mondo per mezzo secolo resistendo come dettame a tutte le sue confutazioni.

 

Un’altra immagine distorta che si è fissata e che si cerca di decostruire è che l’Italia sia il Paese delle tasse.

Bourdieu l’avrebbe rubricata come esempio eclatante della violenza simbolica delle classi dominanti e dei loro attaché, perché piuttosto è il paese europeo con la più forte diseguaglianza sociale. Come indice Gini è infatti surclassata solo da Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania.

La campagna di Sbilanciamoci! Tax the Rich e i libri di Civati e Marcon si pongono proprio questo obiettivo: tornare ad una tassazione realmente progressiva sia sui redditi ma ancor di più, perché lì niente è stato fatto, sui grandi patrimoni per ridurre la forbice sociale e trovare risorse per aumentare la spesa pubblica, quella sì che crea un volano di crescita.

“Quando io e Marcon eravamo in Parlamento – racconta Civati – e andavamo a parlare agli altri parlamentari del centrosinistra di patrimoniale o di interventi per aumentare la progressività delle tasse, si giravano tutti dall’altra parte. Eppure proprio lo studio sulla Firenze del XV secolo fa cadere uno degli argomenti cardine di Berlusconi e della destra. Berlusconi dice che non vuole pagare più tasse perché le ha già pagate lavorando per arricchirsi. Ma se le stesse famiglie che erano abbienti sei secoli fa lo sono ancora, l’argomento cade. Noi non vorremmo espropriarle, vorremmo soltanto che pagassero una piccolissima quota, pari allo 0,5 per cento oltre il milione di euro di patrimonio, che per lo più hanno ereditato da generazioni precedenti, per sostenere il welfare, la sanità, gli adattamenti al cambiamento climatico.

Si tratterebbe solo di un piccolo contributo alla società spalmato in un arco di tempo molto lungo, qualche decina di migliaia di euro per chi ha una ricchezza consolidata di milioni”. Per Civati convincere la politica e i cittadini della possibilità di questa richiesta è soprattutto “una battaglia culturale”.

 

Nelle proposte che vengono lanciate si parte dalla patrimoniale “perché si vuole recuperare risorse non dal capitale che serve all’economia viva ma a quello legato alla rendita”. E per fare questo secondo la sua versione civatiana del problema bisognerebbe partire da una riforma del catasto.

Il catasto immobiliare è rimasto lì dal 1936, spesso non il cartaceo non è stato neanche “meccanizzato” figuriamoci “digitalizzato” e così gli estimi non hanno più alcun rapporto con il valore della ricchezza immobiliare. Civati ricorda il tentativo abortito durante il governo Renzi condotto, “senza troppo convinzione” dal deputato del Pd Marco Causi. Perché – c’è da chiedersi – le forze politiche, anche quelle progressiste, non se la sentono mai di portare avanti la battaglia per la riforma del catasto degli immobili? “O meglio – risponde Civati – si potrebbe chiedere perché il proprietario di un appartamento, che si è sudato quella casa risparmiando tutta la vita, e magari è proprietario anche di una casetta al mare, si sente minacciato da un provvedimento che non lo riguarda affatto”. La risposta alla prima domanda, sui politici, è comunque da vedere come la cartina da tornasole della subalternità allo status quo. Tutto immobile negli immobili e non si parla di tasse, come di morte. Quanto al fatto che la patrimoniale si innesti soprattutto sulla ricchezza immobiliare dei grandi patrimoni familiari, la spiegazione è presto detta: “Arrivare a tassare le ricchezze mobiliari, finanziarie, è molto più difficile. Inoltre la ricchezza immobiliare è più facilmente verificabile e meno esposta alla fuga di capitali”.

Quindi per ristabilire la logica di proporzionalità nel pagamento delle tasse si dovrebbe partire da un’imposta di successione, che oggi avvantaggia enormemente i grandi lasciti, oltre alle piccole eredità in franchigia. Si tratterebbe di portare la franchigia a un milione di euro e – secondo Marcon e le più articolate proposte di Tax the Rich! formulate da Sbilanciamoci! – inserire poi tre scaglioni a 10, 50 e 100 milioni.

Certo, pur se ingenti non sono molti i grandi patrimoni, quelli dello 0,1 o 0,01 per cento dei contribuenti, tanto che Civati vorrebbe destinare i proventi del gettito a una tassa di scopo, cioè a finanziare ad esempio il reddito di cittadinanza. Ma si tratta in ogni caso di un provvedimento improntato alla giustizia fiscale e alla logica di progressività che si vuole riaffermare. Se tornasse in vita, anche Lorenzo de’ Medici, signore illuminato, probabilmente approverebbe.

 

 

NOTE :  LIBRI

 

1.

TAX THE RICH

EDITORE PEOPLE, 2021

CIVATI E SERAFIN

TAX THE RICH

€ 15,00Prezzo

Le tasse sono il «presupposto del vivere civile», le fondamenta del patto sociale, il costo necessario per garantire quel principio costituzionale del «contribuire ciascuno secondo le proprie capacità». In questo senso, l’introduzione di un’imposta patrimoniale favorirebbe la redistribuzione della ricchezza – e quindi del potere – intaccando le disuguaglianze crescenti e salvaguardando i rapporti sociali. Si tratta di una questione culturale, che abbraccia anche progressività, riforma del catasto e contrasto all’evasione. Dagli Stati Uniti del 1942 all’Italia dei giorni nostri, Giuseppe Civati e Davide Serafin raccontano il dibattito contemporaneo, i suoi protagonisti, le sue idiosincrasie, e le tappe della legislazione in materia fiscale, fino a formulare una proposta concreta e puntuale: perché in questi anni di crisi, con nuove e difficili sfide all’orizzonte, quella sul patrimonio è «un’imposta vincolata al futuro», per tutelare i più fragili oggi e preservare le generazioni di domani.

 

«Con questo libro vorremmo contribuire a destarvi da un inganno. L’inganno di chi racconta l’Italia come il Paese delle tasse, il Paese dello Stato opprimente che sottrae molta parte del vostro prezioso reddito. Se davvero lo fosse, se davvero questo vi stesse succedendo e vi sentiste vessati, allora dovreste considerare che l’unica ragione per cui ciò accade è che vi sono altri, cittadini come voi, che invece le tasse non le pagano, o le pagano in misura irrisoria rispetto alla loro effettiva ricchezza.»

 

Giuseppe Civati – Dottore di ricerca in filosofia, già deputato e segretario di Possibile. Ha scritto numerose pubblicazioni tra cui Qualcuno ci giudicherà (Einaudi 2014) e Voi sapete (La nave di Teseo 2018). Per People ha curato Liliana Segre. Il mare nero dell’indifferenza (2019), Il piano Langer (2019), Una meravigliosa posizione (2020) e Laico (2020). Con Marco Tiberi ha scritto il romanzo Fine (2019).

 

Davide Serafin – Autore per People di Senza più valore. Indagine sui salari e le retribuzioni in Italia (2019), Schiavi elettrici (2020) e Politica! (2021). Attivista politico, si occupa delle materie economiche e del lavoro nell’ambito del comitato scientifico di Possibile.

 

 

2.

 

 

SE LA CLASSE INFERIORE SAPESSE

SE LA CLASSE INFERIORE SAPESSE

RICCHI E RICCHEZZA IN ITALIA

EDITORE PEOPLE, 2023

AUTORE : GIULIO MARCON

€ 16,00Prezzo

Una fotografia della ricchezza e dei ricchi in Italia, attraverso la ricognizione delle principali fonti (Istat, Banca d’Italia e Agenzia delle Entrate) e quasi trenta interviste a super ricchi, da Oscar Farinetti a Luigi Abete, da Beatrice Trussardi a Emma Marcegaglia, da Alessandro Profumo a Lapo Elkann, da Alberto Bombassei a Marco Tronchetti Provera, e tanti altri. Giulio Marcon ricostruisce non solo i veri numeri della ricchezza in Italia, ma anche i suoi tratti distintivi: le modalità di accumulazione e di trasmissione, il rapporto con il potere e la politica, gli stili di vita, la formazione nelle scuole e università d’élite, gli interessi nascosti della filantropia, l’evasione e i paradisi fiscali.

Se la classe inferiore sapesse aiuta a comprendere le dinamiche economiche e sociali del Paese, come si esercita il potere economico e finanziario, come si formano le élite, come mai in Italia ci sono tante diseguaglianze e tanta povertà. Perché l’eccesso di ricchezza in poche mani può essere un problema non solo economico e sociale, ma anche per la democrazia e la politica.

«Sapere di più sulla ricchezza è un modo per conoscere meglio questo Paese e quali sono le sue dinamiche economiche e sociali. Per capire come si esercita il potere, come si formano le élite e il ruolo spesso nefasto che esprimono. Per comprendere che in Italia le diseguaglianze sono un problema drammatico e che le classi sociali esistono ancora. Non siamo tutti sulla stessa barca: alcuni hanno i panfili e vanno a tutta velocità, altri hanno delle barchette e stanno affondando. Una ricchezza concentrata in poche mani e fonte di privilegi fa male alla società. Non è una questione ideologica e non è solo un dilemma morale. È un problema economico, sociale e politico. Questo libro cerca di spiegare perché.»

 

 

Immagine

FOTO DAL SUO TWITTER : Giulio Marcon @GiulioMarcon1

 

Giulio Marcon, laureato in Filosofia e portavoce di Sbilanciamoci!, è autore di diversi saggi tra cui: Le ambiguità degli aiuti umanitari (Feltrinelli 2003), Come fare politica senza entrare in un partito (Feltrinelli 2006), con Mario Pianta Sbilanciamo l’economia (Laterza 2013), Enrico Berlinguer. L’austerità giusta (Jaca Book 2014), Alex Langer. La conversione ecologica (Jaca Book 2015), con Giuliano Battiston La sinistra che verrà (minimum fax 2018), Il giovane Marx (Jaca Book 2021).

 

 

 

A. 1 — AUTORI

 

Il sociologo francese Pierre Bourdieu

FOTO : da : sociologicamente.it–
https://sociologicamente.it/pierre-bourdieu-20-anni-dalla-sua-scomparsa/

 

Pierre Bourdieu (Denguin ( dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione della Nuova Aquitania ) 1º agosto 1930 – Parigi23 gennaio 2002) è stato un sociologo e antropologo francese.

Nuova Aquitania - Wikipedia

Nuova Aquitania, capitale Bordeaux

https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Bourdieu

 

Il 23 gennaio 2002 è morto Pierre Bourdieu. Sono, quindi, trascorsi pressoché 20 anni dalla morte del sociologo, filosofo, accademico ed antropologo. Il francese è considerato come uno dei sociologi più importanti della seconda metà del Novecento. Bourdieu ha criticato il primato attribuito ai fattori economici da parte dell’analisi marxista. La sua opera fu contraddistinta da un’analisi dei meccanismi di riproduzione delle gerarchie sociali ed ha sottolineato l’importanza dei fattori simbolici e culturali all’interno della riproduzione stessa. Secondo l’accademico a giocare un ruolo fondamentale nei rapporti sociali di dominazione sarebbe la capacità degli agenti sociali in posizione di supremazia ad imporre le proprie produzioni culturali e simboliche. Uno dei suoi concetti principali riguarda la violenza simbolica e la definì come la capacità di nascondere l’arbitrarietà di queste produzioni simboliche e, di conseguenza, ammetterle come legittime agli attori sociali dominati.

 

segue nel link :

Ferdinando Capicotto

 

SOCIOLOGICAMENTE.IT
https://sociologicamente.it/pierre-bourdieu-20-anni-dalla-sua-scomparsa/

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.