REDAZIONE ANSALONDRA: 21 -02- 2023 :::Roald Dahl ‘vittima del politically correct’, la polemica monta. Salman Rushdie insorge ma per Philip Pullman sarebbe bene non leggerlo affatto.

 

 

Artribune

Roald Dahl ‘vittima del politically correct’, la polemica monta.

Salman Rushdie insorge ma per Philip Pullman sarebbe bene non leggerlo affatto

 

Redazione ANSALONDRA

 

IL MIO FILM D’ANIMAZIONE ::  Il film di animazione ‘Fantastic Mr Fox’ tratto da Roald Dahl

 

 

 

 

>>ANSA/ Dahl ‘vittima del politically correct’, polemica monta — COPYRIGHT ANSA,IT

 

 

Si fa di giorno in giorno più rovente, nel Regno Unito come negli Usa, la polemica innescata dalle ‘correzioni’ imposte in nome del politicamente corretto ai libri di Roald Dahl: scrittore britannico di origini norvegesi reso celebre – al di là delle non poche controversie suscitate a posteriori attorno alla sua persona – dalla pubblicazione di titoli per l’infanzia di enorme successo planetario.

Polemica che contrappone anche nomi celebri della letteratura anglosassone contemporanea, dopo la decisione annunciata nei giorni scorsi nel Regno Unito dall’editore Puffin, branca del colosso Penguin, e condivisa dai familiari: titolari dell’eredità legale dell’autore morto 74enne a Oxford nel 1990.

 

A dar fuoco alle polveri del dibattito, dopo un primo attacco contro il presunto caso di “cancel culture” scagliato fra gli altri sulla faccenda dal Daily Telegraph, giornale ideologicamente conservatore, è stato Salman Rushdie: in via di recupero – oltre Oceano – dalle conseguenze dell’agguato di matrice islamico-radicale subito a New York l’anno scorso e costatogli un occhio nonché l’uso della mano sinistra.

“Dahl non era un angelo, ma questa è un’assurda censura, Puffin Books e gli eredi di Dahl dovrebbero vergognarsene”, ha tuonato su Twitter l’autore di ‘Versetti Satanici’, simbolo nel mondo occidentale di libertà d’espressione minacciata. Parole raccolte fra gli altri dall‘umorista liberal inglese David Baddiel, che ha radici ebraiche e che in passato ha scritto pagine severe sull’antisemitismo e gli atteggiamenti snob manifestati in vita da Dahl; ma che ha a sua volta denunciato come fuori luogo l’idea di apportare episodiche correzioni post mortem di parole ritenute qua e là offensive verso certe sensibilità contemporanee. Non senza notare con sarcasmo come alcuni aggettivi delle versioni autentiche siano stati censurati e depurati, mentre altri no; e come se si pretendesse d’essere coerenti fino in fondo con un simile approccio “le pagine bianche” si moltiplicherebbero a dismisura nella storia letteraria.

Altri intellettuali, tuttavia, hanno reagito in tono diverso. E’ il caso di Pullman, maestro riconosciuto del romanzo fantasy inglese e battagliero alfiere da anni del “diritto dei bambini a una letteratura di qualità”, secondo il quale rivedere le parole di Dahl che facciano riferimento a razza, difetti fisici, genere sessuale non ha senso. Ma si dovrebbe comunque lasciar “andare fuori catalogo” i suoi libri in genere. Libri liquidati alla stregua di “un peso commerciale” in dichiarazioni alla Bbc riprese dal progressista Guardian; e che, nelle parole di sir Philip, sarebbe cosa buona e giusta archiviare fra i sottoprodotti del passato: magari a beneficio di “opere di meravigliosi autori attuali (specializzati nella letteratura per l’infanzia) come Malorie Blackman, Michael Morpurgo o Beverly Naidoo”.

Sia come si voglia, restano i dubbi di molti sulla scelta dell’editore Puffin – e della Roald Dahl Story Company – di sostituire nei testi originali vocaboli quali “grasso”, “nano” o altre parole giudicate oggi “non inclusive” con termini più graditi al bon ton corrente. Ritoccando ad esempio da ‘ciccione’ a ‘enorme’ o da ‘piccoli uomini’ a ‘piccole persone’ alcuni personaggi del popolarissimo ‘La fabbrica di cioccolato’; o ancore da ‘femmina formidabile’ a ‘donna formidabile’ la Miss Trunchbull di ‘Matilde’, altro racconto del prolifico autore britannico che, fra i suoi lavori, fu pure il soggettista di ‘Gremlins’: film scritto in origine per Walt Disney, ma poi prodotto trionfalmente nel 1985 da Steven Spielberg.

“Quando si ripubblicano libri scritti anni fa, non è insolito rivedere il linguaggio usato… il nostro principio guida è stato tuttavia quello di mantenere le trame, i personaggi, l’irriverenza e lo spirito tagliente del testo originale”, si sono difesi da parte loro i responsabili della casa editrice e i rappresentanti degli eredi di Roald Dahl. Assicurando che “le modifiche sono state piccole e attentamente valutate”: ammesso che questo valga come attenuante. 

 

ANSA.IT –21 FEBBRAIO 2923 — PUBBLICO UN PEZZO DELL’ARTICOLO CHE, VOLENDO, TROVATE INTERO NE LINK DELL’ANSA

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/02/21/renzi-censurare-dahl-e-da-talebani-minaccia-liberta_86e94e89-b73f-482f-bad2-6dbaf64c699f.html

 

PARLA RENZI:

Ha ragione Michele Serra: giù le mani da Roald Dahl. Le censure, ancor più quelle retroattive, sono illiberali, negano quel rispetto delle differenze che vorrebbero affermare”. Lo scrive la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo del Pd nella Commissione Istruzione.

RAI CULTURA– 12-2028  – 24/ 25 minuti — durata dello spettacolo

https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2018/12/Roald-Dahl-con-Antonio-Faeti-e-Roberto-Piumini-3698d6a1-d697-4432-bce8-4b3fc73c2d0d.html

 

Le straordinarie invenzioni narrative di Roald Dahl.

L’alleanza con i bambini.

 

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

2 risposte a REDAZIONE ANSALONDRA: 21 -02- 2023 :::Roald Dahl ‘vittima del politically correct’, la polemica monta. Salman Rushdie insorge ma per Philip Pullman sarebbe bene non leggerlo affatto.

  1. DONATELLA scrive:

    Trovo demenziale il “politicamente corretto”, soprattutto applicato ad opere il cui autore, non essendoci più, non può dire la sua. Mi sembra che ci sia una grande ipocrisia su questo argomento: un conto è la critica che si può fare ad un’opera artistica, un conto è la censura. Nel corso dei tempi, bisognerebbe applicare chissà quante censure, mutevoli ad ogni cambiamento ideologico predominante. Proviamo a pensare al “politicamente scorretto” della “Divina Commedia”: dovremmo riscriverla chissà quante volte.

  2. DONATELLA scrive:

    Oltre alla sciocchezza del “politicamente corretto, Dahl è un grandissimo autore che, secondo me, si schiera dalla parte dell’infanzia. Purtroppo so poco o niente delle sue malefatte come persona, ma come scrittore è un grande, dalla parte della fantasia e dei bambini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *