PIER PAOLO PASOLINI ( Bologna, 1922 – Roma, 1975 ) — ” La Resistenza e la sua Luce ” + IL FRATELLO ” ERMES “

 

 

Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie  su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce ….

Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile …
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.

 

P.P.Pasolini, Tutte le poesie, a cura di W.  Siti, vol. I, “Meridiani” Mondadori, Milano 2003, pp.944-947).

 

 

CENTRO STUDI P.P. PASOLINI DI CASARSA, 25 APRILE 2015

http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/la-resistenza-e-la-sua-luce-di-pier-paolo-pasolini/

 

 

Pier Paolo Pasolini (Bologna5 marzo 1922 – Roma2 novembre 1975)

FOTO : SteveR2

https://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini

 

 

Guido Alberto Pasolini

Guido Alberto Pasolini

nome di battaglia “Ermes” (Belluno4 ottobre 1925 – Cividale del Friuli12 febbraio 1945) è stato un partigiano italiano. Morì appena diciannovenne nei fatti legati all’eccidio di Porzûs, tragico e controverso episodio della Resistenza Italiana in cui diciassette partigiani delle Brigate Osoppo furono trucidati da un gruppo di partigiani comunisti appartenenti alle Brigate Garibaldi, per motivazioni politiche non legate alla lotta contro il nazifascismo.

 

Il problema del rapporto fra osovani e garibaldini era stato esplicitato da Guido in una celebre lettera al fratello del 27 novembre 1944 (il testo è riportato per estratto, con la punteggiatura ed eventuali errori originali secondo il metodo della trascrizione diplomatica):

 

 

LETTERA A PIER PAOLO DEL 27 NOVEMBRE 1944 — morì il 12 febbraio 1945

 

«Pier Paolo Carissimo: (…) ti metto senz’altro al corrente della nostra situazione come si presenta alla data di oggi 27 novembre. (…) Si riorganizza la brigata: in breve tempo raggiungiamo i 600 uomini nella vallata Attimis-Subit. Si entra in contatto con i mandanti delle 2 brigate Garibaldi che fiancheggiano il nostro schieramento: si forma la divisione Garibaldi-Osoppo, si firma un patto di amicizia con gli sloveni che, slealmente hanno cominciato la propaganda slovena nel territorio da noi occupato. (…) In quegli stessi giorni giunge una missione slovena inviata da Tito: si propone l’assorbimento della nostra divisione da parte della Armata slovena: ci fanno capire fra l’altro che qualora facessimo parte dell’esercito sloveno eviteremmo il disarmo. Il comandante di divisione Sasso (un garibaldino) tentenna, il vice comandante Bolla (Osoppo) pone un energico rifiuto. Gli sloveni se ne vanno scontenti. Il comandante Sasso promette solennemente a Bolla (…) che della questione non si sarebbe più parlato. (…) I presidi garibaldini fanno di tutto per demoralizzarci e indurci a togliere le mostrine tricolore (A [Memino] un commissario garibaldino mi punta sulla fronte la pistola perché gli ho gridato in faccia che non ha idea di che cosa significhi essere “Uomini liberi”, e che ragionava come un federale fascista [infatti nelle file garibaldine si è “liberi” di dire bene del comunismo], altrimenti sei trattato come “Nemico del proletario” (Nientemeno!) oppure “Idealista che succhia il sangue del popolo” (senti che roba!)) A fronte alta dichiariamo di essere italiani e di combattere per la bandiera italiana, non per lo “straccio” russo. (…) Gli sloveni frattanto approfittano della situazione ed entrano in trattative col comando garibaldino (si riparla dell’antico progetto di assorbimento delle nostre formazioni da parte slovena) Bolla strepita: ma oramai non ha più l’autorità che novecento uomini pronti a tutto gli davano … Il delegato sloveno fa comprendere a Bolla che la sua presenza non è gradita ai colloqui, Bolla raccoglie i suoi uomini e si allontana dignitosamente. Raggiungiamo la zona Prosenicco-Subit-Porzus e quivi ci riorganizziamo. Passano una ventina di giorni. Frattanto Enea (lasciato a Codromaz come osservatore) ci fa sapere che i garibaldini lo hanno rassicurato (la notizia dell’accordo con gli sloveni viene solennemente smentita) … Ci raggiunge a Porzus: siamo al 2 novembre. Il giorno dopo giunge al nostro comando il comandante della divisione “Garibaldi” Sasso. Ha un lungo colloquio con Bolla (smentisce di nuovo solennemente la notizia dell’accordo con Tito e promette che mai più ne riparlerà) tenta di riconciliarsi con la brigata Osoppo oramai riorganizzata… Il 7 novembre, anniversario della rivoluzione russa per tutti i reparti garibaldini si festeggia l’avvenuta unione con le truppe slovene. L’accordo era stato firmato prima delle famose solenni smentite!!! Gran parte però dei garibaldini non voleva l’accordo (deciso da pochi uomini) molti piangono di rabbia e non vogliono sostituire la stella rossa alla stella tricolore. Alcuni ottengono di passare nelle file dell’Osoppo e ci raccontano che i commissari garibaldi hanno iniziato una propaganda di intimidazione fra i reparti… Una delle clausole dell’accordo con gli sloveni è la seguente: I reparti garibaldini si impegnano di effettuare una leale propaganda in favore degli sloveni e di mobilitare la popolazione maschile nelle zone sotto il loro controllo. I mobilitati non possono far parte di formazioni italiane ma devono entrare in reparti sloveni! Quattro giorni fa si presenta al nostro comando il famigerato commissario Vanni: dichiara al nostro comandante Bolla: “Per ordine del maresciallo Tito la prima brigata Osoppo deve sgomberare la zona (territorio di influenza slovena) a meno che non acconsenta ad entrare nelle formazioni slovene” Siamo arrivati dunque al vertice della parabola: come andrà a finire? Udine è a 12-16 km di distanza. La nostra parola d’ordine per ora è di rispondere ad una sleale propaganda anti-italiana con una propaganda più convincente.(…) dovresti scrivere qualche articolo che fa al caso nostro (…) con qualche poesia magari, in italiano e friulano (…) Negli articoli cerca appena di sfiorare gli argomenti suaccennati: devi essere un italiano che parla agli italiani. Mi dimenticavo: i commissari garibaldini (la notizia ci giunge da fonte non controllata) hanno intenzione di costruire la repubblica (armata) sovietica del Friuli: pedina di lancio per un la bolscevizzazione dell’Italia!! Ti mando una copia del programma del partito d’azione al quale ho aderito con entusiasmo (…) è bene che tu sappia com’è la situazione anche perché ho bisogno se non altro dei tuoi consigli. Comprendo perfettamente che molto probabilmente tu non hai avrai né tempo né voglia di compilare gli articoli su accennati comunque se hai intenzione di farli: falli al più presto (…) Se non altro almeno scrivi a me qualche riga … Ti bacio con grandissimo affetto. Guido (…)»

 

Guido Pasolini al fratello Pierpaolo, 27 novembre 1944

DA : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Pasolini

 

 

 

 

 

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1 risposta a PIER PAOLO PASOLINI ( Bologna, 1922 – Roma, 1975 ) — ” La Resistenza e la sua Luce ” + IL FRATELLO ” ERMES “

  1. DONATELLA scrive:

    Questo episodio terribile, la strage fatta dai partigiani iugoslavi contro i partigiani italiani dell’Osoppo, ci fa capire la tragedia dei nazionalismi, delle ideologie senza ragione, delle brutte storie di fascismo pregresse che pesavano in quelle zone di confine.
    Indicibile il senso di perdita e il dolore che suscita la memoria di quelle povere vittime.

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