JOSE’ MARTI è nato a L’Avana in questa casa dai bellissimi colori in Calle Paula 41
– Opera propria
José Marti (L’Avana, 28 gennaio 1853 – Rio Cauto, 19 maggio 1895), José Martí nacque a L’Avana nell’allora Cuba spagnola, primogenito degli otto figli (lui e sette sorelle) di Mariano Martí Navarro e di Leonor Pérez Cabrera ambedue emigranti spagnoli originari, rispettivamente di Valencia (nella Comunità Valenzana) e di Santa Cruz de Tenerife (nelle isole Canarie). All’età di quattro anni si trasferì con la famiglia in Spagna nella città natìa del padre per poi far ritorno sull’isola caraibica dopo soli due anni, dove frequentò una scuola pubblica del posto.
Un cartello nella piazza del Miracolo del Mocadoret, Valencia (Spagna), dove José Martí trascorse la sua infanzia
– Opera propria
José Marti muore in battaglia, l’indipendenza di Cuba dalla Spagna è stata ottenuta tre anni dopo, nel 1898.
il Memoriale di José Marti a Cuba @Giàm
https://www.viaggiarecuba.com/memoriale-a-jose-marti-vedado
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IL FATTO QUOTIDIANO – 28 GENNAIO 2023
BLOG DI FABIO MARCELLI, GIURISTA
MONDO– 28 GENNAIO 2023
José Martì, gigante rivoluzionario di Cuba: il suo concetto di libertà dei popoli è ancora attuale
Ho sempre ritenuto che José Martì, il grande rivoluzionario cubano di cui si celebra in questi giorni il centosettantesimo anniversario della nascita, abbia dato un contributo inestimabile alla dottrina, oggi più che mai necessaria alle classi oppresse per demolire il vecchio ordine capitalistico e consentire finalmente all’umanità di uscire dalla Preistoria nella quale si trova tuttora immersa fino al collo.
Martì, nato per l’appunto il 28 gennaio 1853 all’Avana e morto combattendo a Boca de Dos Rios il 19 maggio 1895, ha unito nel corso della sua breve vita teoria e prassi come pochi altri unendo un’elaborazione teorica rigogliosa, approfondita e feconda, a una militanza coerente fino all’estremo sacrificio della vita. A Martì dobbiamo, sul piano propriamente teorico, varie fondamentali intuizioni che integrano il marxismo, frutto dell’opera creatrice di pensatori a lui contemporanei come Karl Marx e Friedrich Engels, arricchendolo di un approccio non eurocentrico. Studiando la vita e l’opera di Martì possiamo scoprire motivi ispiratori destinati ad acquisire importanza sempre maggiore nel corso degli anni. Centrali sono nella sua elaborazione filosofica e politica concetti come quello di dignità umana, oggi spesso ipocritamente celebrato dal pensiero giuridico occidentale.
Esse infatti, grazie allo sviluppo di lotte spesso sanguinose, si traducono in autodeterminazione interna ed esterna, sovranità, anche e soprattutto sulle risorse naturali come patrimonio collettivo del popolo, indipendenza dello Stato e del governo, democrazia interna e internazionale. In questo Martì è stato un promotore ante litteram di processi storici che hanno trasformato a fondo il volto della comunità internazionale, come le lotte per l’indipendenza dei popoli e la decolonizzazione. E’ davvero impressionante verificare come questa eredità concettuale trovi un puntuale riscontro in tutti i passaggi della storia cubana dalla Rivoluzione a oggi.
Il popolo cubano, infatti, ha conquistato la propria sovranità e l’indipendenza del proprio Stato mediante una lotta armata senza quartiere che ha spodestato il governicchio di Fulgencio Batista asservito, come molti di quelli che lo avevano preceduto, all’imperialismo statunitense, che fin dai tempi della guerra ispano-americana e dell’emendamento Platt aveva voluto con tutte le proprie forze fare di Cuba una propria colonia.
In seguito il popolo cubano, sempre seguendo gli insegnamenti di Martì, ha costruito una società informata al principio della dignità umana e della necessità di soddisfare i bisogni umani costruendo apparati e servizi destinati a realizzare i diritti umani non solo a parole, ma nei fatti. Ciò è avvenuto portando avanti nello stesso tempo una ferrea resistenza ai tentativi di destabilizzazione e intromissione dell’imperialismo, che si è avvalso di vari strumenti, dal bloqueo alla guerra al terrorismo criminale e assassino, senza tuttavia riuscire a piegare il popolo cubano.
La sua vocazione decisamente umanista e universalista si riflette oggi d’altra parte nell’operato delle brigate mediche cubane che sono presenti in moltissimi Paesi, anche in Italia ai tempi del Covid e oggi nuovamente per garantire il diritto alla salute nella disastrata situazione calabrese, mentre le stupefacenti conquiste della ricerca e dell’industria biomedica riflettono al tempo stesso questo ideale e la capacità di Cuba di contare sulle proprie forze alimentando in modo efficace il progresso scientifico a beneficio proprio e dell’umanità intera.
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IL MANIFESTO 24 GENNAIO 2024
https://ilmanifesto.it/leducazione-rivoluzionaria-di-jose-marti
CULTURA
L’educazione rivoluzionaria di José Martí
pittore : Jorge Arche ( 1905, Santo Domingo, Cuba /1956, Cadice, Spagna )
PODCAST. Nato il 28 gennaio 1853, José Martí è stato scrittore, giornalista, poeta, educatore. Ma è stato soprattutto un rivoluzionario che ha dedicato la sua vita a lottare per l’indipendenza del popolo cubano, il diritto alla libertà, all’educazione, al lavoro
Perché José Martí? È una di quelle figure che ci insegna che la morte non è invano. Chi, durante la vita, lotta per la giustizia sociale, per un’educazione all’umanità, per la liberazione dalle strutture di colonialismo, oppressione, discriminazione, lo fa anche dopo la morte lasciandoci insegnamenti profondi e sempre in trasformazione. Insegnamenti che si fanno testimonianza e in Martí si incarnano nella parola, vere e proprie radici di una poesia che non solo influenza il pensiero politico dell’America Latina, ma i più profondi settori della cultura, dell’arte e perfino della musica cubana. Basti pensare alla celebe Yo soy un ombre sincero e altri brani in cui Pablo Milanes in cui da musica ai versi di Martí.
Scrittore, giornalista, poeta, educatore, José Martí– quest’uomo sincero – è stato soprattutto un rivoluzionario che ha dedicato la sua vita a lottare per l’indipendenza del popolo cubano, il diritto alla libertà, all’educazione, al lavoro. Nato a La Habana il 28 gennaio del 1853, a 15 anni pubblicava il primo numero del settimanale La Patria Libre e si univa alle lotte contro il colonialismo spagnolo. Giovanissimo ha sofferto le pene del carcere, delle catene, delle condanne, ma l’inchiostro – nonostante le violenze subite – ha una leggera linfa di amore, è la corrente che trascina il suo viaggiare, studiare, ricercare, scrivere parole impregnate di colori della rivoluzione contro il sistema coloniale e per l’abolizione della schiavitù.
La morte, e quindi la vita, non è invano. La vita non passa inutilmente. Scorre come acqua, ma si ferma nei luoghi, nelle persone: mette radici, dà i suoi frutti, prima, durante e dopo. Così la vita, e la morte di Martí, si rendono testimonianza di tutte quelle vite, quelle storie, quelle biografie di chi, credendo nella giustizia sociale, non si è semplicemente adattata al mondo, ma ha cercato di trasformarlo a partire dalle radici più profonde. E questo a costo di prigione, esilio, continue persecuzioni, o sofferenze che non fermano la vita, non fermano la morte e si fanno luce. Ed è la luce, chiarissima, che viene da opere come Nuestra America, suo manifesto politico, di pensiero, di prassi rivoluzionaria, di liberazione dell’America latina che diviene “nostra” – degli oppressi, dei colonizzati.
La Edad de Oro – rivista per l’infanzia da lui ideata in una narrativa che non fugge le contraddizioni laceranti del sistema sociale. Intrecciando articoli, narrazioni, poesie, illustrazioni, cronache, integra traduzioni di opere classiche occidentali con racconti di lotta per l’indipendenza dell’America Latina. Parte dall’idea – in fondo naturale – ma poco praticata che i bambini siano fruitori e soggetti di letteratura. Sarà lui a scrivere ne La revolución de la ensenanza che “Le scuole devono essere capovolte: dal banco dove ci si siede bisogna fare il banco del fabbro o del falegname, dalla lavagna si dovrebbe creare un aratro”. E quindi c’è un mondo da capovolgere attraverso la scuola. Poi la critica teatrale, e le meravigliose poesie.
Versos sencillos – semplici, apparentemente semplici, ma profonde e complesse; penso a La perla de la mora: una donna stanca di vedere la sua perla, la getta in mare per poi dire al mare – «O mare! O mare mio! Ridammi la mia perla!” Cose a cui non diamo valore finché non le perdiamo. Il senso della perdita, ma anche la caducità di tutto ciò che è materiale. Martí esprime così profonda spiritualità. “La lacrima, fonte del sentimento eterno” sempre alla ricerca dei valori morali di giustizia, a qualsiasi costo.
José Martí è autore di un’opera sconfinata (parliamo di 29 volumi nell’opera completa). Raccontarlo vuol dire avventurarsi navigando tra le onde di valori, parole, esperienze, colori, e cercare una direzione. Una direzione che sa andare oltre la vita, e oltre la morte e che le unisce in un senso di ricerca continua di giustizia. Quella perla nel mare in fondo non è persa. È nelle sue parole, in chi le vorrà ascoltare, in chi le vorrà cercare.
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PAOLO VITTORIA, LA SUA PRESENTAZIONE IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI POLITICHE 2022:
DA AVELLINO TODAY- link al fondo
“Sono Paolo Vittoria: pedagogista, docente universitario, editorialista. Ho vissuto a lungo in Brasile insegnando dal 2010 al 2017 Educazione Popolare e Movimenti Politici e Filosofia dell’Educazione presso l’Universidade Federal do Rio de Janeiro. In Brasile c’ero andato per la prima volta qualche anno prima come volontario. Ero educatore a Napoli – alla Casa dello Scugnizzo – e mi recai presso un progetto a Recife nel nordest del Brasile. Questa esperienza è stata fondamentale nella formazione politico-culturale dando vita in particolare agli studi su Paulo Freire e l’educazione popolare. Tra i miei libri sul tema “Narrando Paulo Freire. Per una pedagogia del dialogo” – pubblicato in italiano (2008) Rumeno (2009) Portoghese (2011) Spagnolo (2014) Inglese (2016) Turco (2018). Il lavoro e l’attività politica-educativa nell’università in Brasile è stata in dialogo con movimenti politici come Il Movimento dei contadini Sem Terra, la scuola nazionale Florestan Fernandes, i movimenti di alfabetizzazione comunitaria, i gruppi di teatro politico, estendendosi poi in Europa al gruppo internazionale di pedagogia critica, impegnato a costruire in campo educativo alternative al neoliberismo. Nel 2017 sono tornato in Italia, come docente di pedagogia di comunità presso l’Università Federico II di Napoli. Tornare è più difficile di partire, ma nel rincontro col sistema accademico italiano cerco di portare la mia esperienza di tanti anni di impegno all’estero. Nel 2019 ho organizzato la IX International Conference of Critical Education, che aggrega movimenti, studenti, docenti, ricercatori non allineati al sistema capitalista. Sul tema (Vittoria P., Mayo P. Saggi di Pedagogia Critica, tradotto come Critical Education in international perspective, 2020) L’allora sindaco Luigi de Magistris è stato tra i relatori e da quel momento abbiamo iniziato un dialogo politico e culturale, poi approfondito mediante il Fronte Popolare Internazionale, fondato insieme ai compagni di diversi Paesi dell’America Latina, Stati Uniti ed Europa. Le interviste con de Magistris sono pubblicate su Jornal GGN in Brasile, Diaria di Uruguay oltre a Il mondo di Suk. Da qualche anno collaboro con le pagine culturali e gli esteri del Manifesto. Tra le interviste recenti, quella all’ex (e speriamo prossimo) presidente Lula, oltre a Frei Betto, Manon Aubry, Peter Mayo ed altri. Sul Manifesto ho recentemente pubblicato un ciclo di podcast per il centenario di Paulo Freire con la collaborazione speciale in uno di essi di Zulù dei 99 Posse – disponibile su https://open.spotify.com/show/3xH4Bdf3HSOCtyABbhMsYN.
Insieme a vari compagni nel 2010 abbiamo fondato la rivista Educazione Democratica: dopo dieci numeri abbiamo rilanciato il progetto con Educazione Aperta. Rivista di Pedagogia Critica di cui attualmente sono direttore insieme a Mariateresa Muraca www.educazioneaperta.it.
Durante la pandemia, insieme a mia moglie e i figli, ci siamo trasferiti a Teora, nell’Alta Irpinia. La scelta, dovuta alla necessità di un contesto più tranquillo, essenziale, non colpito dalla continua corsa al consumo, mi ha posto di fronte a uno scenario che richiama ripensare alcune questioni politiche su cui ho lavorato nella mia traiettoria. Dall’educazione popolare, all’agroecologia, ai beni comuni, alla condizione giovanile continuamente indotta all’emigrazione dalla mancanza di infrastrutture: tra tutti, trasporti e università. L’attività politica con Unione Popolare spero possa essere l’opportunità per approfondire tali questioni e farne emergere altre dagli incontri nei territori”.
Paolo Vittoria Candidato Uninominale alla Camera con Unione Popolare
DA : AVELLINO TODAY
https://www.avellinotoday.it/politica/elezioni-paolo-vittoria-24-agosto-2022.html
NOTA :
EDUCAZIONE APERTA – n. 13 / 2023
https://www.educazioneaperta.it/
Il manifesto di educazione aperta
Immagine di Cristina Chiappinelli
apri qui
https://educazioneaperta.it/manifesto.html
Quante persone, istituzioni, realtà che si danno da fare per un mondo migliore! Vogliamo essere ottimisti, anche se il momento storico attuale è pessimo: