REPUBBLICA.IT – 4 LUGLIO 2024
https://www.repubblica.it/cultura/2024/07/04/news/
augias_elezioni_francia_dilemma_due_france-423357071/?ref=drrt-f-3
Illuminista o reazionaria, le due anime della Francia
di Corrado Augias
C’è quella dei principi proclamati nel 1789 e l’altra sospettosa, insofferente all’autorità dello Stato
PARIGI
Fortificazioni di Vincennes – castello di Vincennes
Ad est della città, il forte di Vincennes, al margine d’una foresta, ha rappresentato un baluardo contro eventuali offensive prussiane. Nel suo fossato venne fucilata Mata Hari, nello stesso fossato, angolo Sud-est, ai piedi della torre detta “della regina” sorge, quasi addossata alle mura, una colonna mozza con una scritta misteriosa: “Hic cecidit”. Chi cadde in quel luogo allora sinistro? La colonna testimonia la fucilazione, in realtà un assassinio legalizzato (marzo 1804), del duca d’Enghien, torbido affare nel quale ebbe parte il ministro di polizia Joseph Fouché.
nota : Joseph Fouché ( 1759-1820 ), uomo di Stato protagonista della vita pubblica della Francia pre- e post-rivoluzionaria. E’ considerato il fondatore della moderna polizia politica. Costruì inoltre un’efficiente rete di agenti, informatori e spie, antesignano dei più moderni sistemi di sicurezza nazionale e modello per le successive polizie e servizi segreti
Sono sempre esistite due France, quella luminosa, razionale, coerente con i principi di Libertà, Uguaglianza, Fraternità, proclamati nel 1789 e l’altra Francia sospettosa, tentata dal ribellismo, insofferente all’autorità dello Stato pur facendone parte. Fouché la rappresenta a pieno titolo.
Non possiamo certo biasimare noi italiani queste inclinazioni avendole forse addirittura inventate fin dal nostro agitato Rinascimento, per di più esiste dovunque nel mondo una divisione tra luci e ombre, diritti e sopraffazioni, interesse generale e avidità personale.
Il caso francese però ha una connotazione aggiuntiva, probabilmente unica, la vasta rappresentazione letteraria che questa realtà politica ha sempre avuto. Joseph Fouché duca d’Otranto ne è stato la perfetta incarnazione. Chateaubriand (clericale ma di gran livello) lo disprezzava profondamente per un trasformismo politico geniale e cinico che gli consentì da servire e tradire qualunque regime riuscendo sempre a mantenere la testa sul collo anche quando bastava una parola sbagliata perché rotolasse in un cesto.
Balzac nel suo Un caso tenebroso mette questo ex giacobino estremista poi bonapartista, questo “succhia-sangue”, al centro di un processo farsa concluso con un’ingiusta condanna. Secondo lo scrittore, Fouché era l’emblema perfetto dei nuovi tempi senza onore generati dalla Rivoluzione.
La fatalità ha voluto che questo servitore d’ogni padrone, in realtà solo di sé stesso, finisse a Trieste, appendice marittima dell’impero austro-ungarico. I resti di colui che viene considerato l’inventore della polizia politica, spietato inquisitore, abilissimo manovratore d’intrighi giacciono nella basilica di San Giusto.
Muore nel 1820 poco più che sessantenne accompagnato anche lui, come ogni malvagio, da un’ultima leggenda nera. Mentre il magro corteo sale nelle prime luci dell’alba verso il camposanto di San Giusto, una violenta raffica di bora fa ribaltare la bara che nell’urto si apre sicché il cadavere rotola giù per il declivio tra le grida d’orrore dei presenti. Macabra e appropriata apoteosi, degna del Grand Guignol.
L’esercizio del potere s’è sempre accompagnato in Francia ad una certa teatralità, ne fu intriso perfino l’infame processo contro il capitano Alfred Dreyfus, accusato di alto tradimento e mandato a scontare la pena nell’infernale isoletta detta appunto del Diavolo ( Guayana Francese, costa nord- orientale del Sud America- a nord del Brasile )
Il caso Dreyfus è stato forse il più appassionante e torbido affare criminale di fine Ottocento, la prima prova che i servizi segreti, in certo modo fondati da Fouché, possono facilmente diventare “deviati”, ponendosi al servizio d’una fazione; quel processo fu anche la prima prova clamorosa che l’antisemitismo, diffuso nelle forze armate, può condurre a ingiustizie somme – nello stesso tempo però il caso segnò anche la nascita del giornalismo d’indagine e d’intervento con il famoso J’accuse di Émile Zola, risvolto positivo di una storia per ogni altro aspetto abietta.
Dreyfus prigioniero nell’ isola del diavolo, 1898 –
File:F. Hamel Stereoskopie Altona-Hamburg 1898
Alla fine l’antirazzismo, cioè la ragione, vinse e lo sventurato capitano tornò libero e fu riabilitato. Una vittoria solo momentanea perché il 4 giugno 1908, durante la solenne traslazione delle spoglie di Zola al Pantheón, un giornalista di estrema destra, Louis Grégori, sparò contro Dreyfus qualche pistolettata, ferendolo al braccio. Al processo, il giornalista dichiarò con baldanza d’aver voluto colpire non la persona, ma il rappresentante di chi voleva «glorificare il tradimento e l’antimilitarismo di Zola». I giurati lo assolsero giudicandolo «non responsabile dei suoi atti».
Editore Infinito, 2015
“Barnabà restituisce appieno alla memoria, tramite un encomiabile lavoro di ricerca, quel che fu in Francia, ad Aigues-Mortes, il 17 agosto 1893, una sorta di pogrom, più propriamente un massacro”. (Giuseppe Carlo Marino)
Una certa Francia impaurita e scontenta si rispecchia oggi in quella di ieri. La Francia che ad Aigues-Mortes nel 1893 massacrò una ventina di operai italiani che lavoravano nelle saline,
VICHY – IL SAGGIATORE 1999
«Le testimonianze mostrano che il governo di Vichy cercò attivamente di andare oltre l’accordo di armistizio per stabilire una “volontaria collaborazione” all’interno di un’Europa hitleriana.»
Per anni è stato un capitolo oscuro, da dimenticare in fretta, della storia francese.
A lungo si è creduto che quello di Vichy fosse un governo fantoccio dei nazisti, non direttamente responsabile di atrocità come la persecuzione degli ebrei. Robert Paxton, tutt’ora il massimo esperto mondiale in materia, ha dimostrato invece la forte autonomia del regime, che si avvantaggiò dell’apatia della popolazione, ma anche di un notevole consenso, per perseguire un programma coerente e concreto. Una pietra miliare della storiografia moderna, che ha scosso la coscienza dei francesi.
Nel 2009 la Francia ha insignito della Legione d’onore lo storico Robert Paxton.
quella di Vichy che soggiacque ai nazisti, i delatori che nella Francia occupata denunciarono i loro vicini ebrei
i francesi che appoggiarono il tentativo di colpo di Stato del generale Jacques Massu quando si doveva porre fine all’occupazione coloniale dell’Algeria, i francesi che, smarriti per un presente che li spaventa, rinuncerebbero volentieri alle libertà repubblicane in cambio di massicce dosi di “legge e ordine”.
sopra : il gen. Salan e a fianco a sinistra Jacques Massu
Anche in questo caso noi italiani abbiamo poco da obiettare, considerate le condizioni politiche e la bassa qualità spesso anche personale degli attuali governanti. La Francia ha comunque sull’Italia il vantaggio di una molto più robusta tradizione anche letteraria di pensiero libertario. Come capofila si può forse considerare lo storico Alexis de Tocqueville (Parigi, 1805 – Cannes, 1859 ) conservatore, tra i fondatori del pensiero liberale classico, raccontò i difetti della democrazia americana ma ne difese i principi.
Einaudi, I Millenni, 2006
Tocqueville è considerato il pensatore politico più importante del secolo XIX, ed è senz’altro quello più attuale. Molte delle sue osservazioni sui meccanismi della democrazia e sui suoi punti deboli sono al centro del dibattito politico odierno. E anche il binomio democrazia – Stati Uniti è sempre più nel fuoco delle controversie. Questo, fra i libri di Tocqueville, ha un fascino particolare perché nasce dall’esperienza concreta di un lungo viaggio durante il quale Tocqueville ha studiato, da storico e da sociologo, la realtà americana.
https://www.einaudi.it/
Nicola Chiaromonte nel 1963
Nicola Chiaromonte (Rapolla / Potenza, 1905 – Roma, 1972) –aderì a Giustizia e Libertà e nel ’35 esule in Francia per evitare l’arresto. Nel ’36 è in Spagna, ad un certo lascia il fronte per contrasto con i comunisti. Sosteneva un socialismo libertario; all’occupazione della Francia si reca a New York; si lega a filosofi come Hannah Arendt e a scrittori come Albert Camus, George Orwell e Gaetano Salvemini, con il quale collaborò al settimanale italiano a New York, Italia libera. Tornato in Italia nel 1947 una prima volta e nel 1951 una seconda, si sentì esule in patria, anche per il suo rifiuto a sottostare ai compromessi che volevano la cultura strettamente legata ai partiti politici. Nel 1956, assieme allo scrittore Ignazio Silone, fondò Tempo presente, rivista culturale indipendente, esperienza innovativa nell’Italia dell’epoca. Le sue posizioni furono improntate all’anticomunismo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Chiaromonte
su Nicola Chiaromonte, per chi volesse, consiglio questo articolo di Alessandro Banda, Nicola Chiaromonte, chi era, chi è ?
https://www.doppiozero.com/nicola-chiaromonte-chi-era-chi-è ( 27-03-2022 )
Nella storia recente figurano molti intellettuali a metà tra impegno politico diretto e attività di pensiero; Jean-Paul Sartre fonda la rivista Les Temps Modernes, Albert Camus il giornale Combat, André Malraux durante la guerra civile spagnola organizza per i repubblicani una squadriglia aerea di cui fa parte anche il fuoriuscito italiano Nicola Chiaromonte (1905-1972); al contrario di Malraux, Chiaromonte, grande intellettuale, è stato quasi dimenticato in patria. Raymond Aron, cattedra di filosofia, politicamente conservatore, è stato il lucido rappresentante di quella destra colta, democratica, antifascista (e anticomunista) che in Italia è sempre mancata.
Ernest Renan nel 1870
en.wikipedia.org
Alla ricerca di un possibile modello che rappresenti questa Francia razionale, libera in un coerente pensiero, indicherei il pensatore Ernest Renan (1823-1892). Entrato nel seminario di Saint-Sulpice nell’omonima piazza parigina spinto da una sincera vocazione al sacerdozio, si applicò con tale impegno da imparare ebraico e greco per avvicinarsi con conoscenza diretta ai testi. Proprio lo studio lo portò a constatare la quantità di errori che li costellano. Ne rimase profondamente scosso. Era un uomo in buona fede, resistette finché poté, poi cedette, perdendo la fede. Le pagine in cui descrive la sua disperata ricerca di qualche buon motivo per continuare a credere sono commoventi, però implacabili.
Esaminate alla luce della ragione, gran parte delle Scritture risultano costruzioni deludenti, scrive, richiamano l’immagine di una cattedrale gotica: «Ne hanno la grandezza, gli immensi vuoti, la poca solidità»; conclude non senza amarezza: «Un solo errore prova che una Chiesa non è infallibile; una sola parte debole prova che un libro non è rivelato».
Renan non è stato certo un condottiero di popoli, però nell’implacabile logica delle sue deduzioni può essere considerato un esponente della Francia amante della razionalità cartesiana, quella per la quale vale il principio che la sola prova reale dell’esistenza, il suo valore, sta nell’esercizio del pensiero. Cogito ergo sum.
C’è anche un altro suo aspetto propriamente politico qualche volta citato in maniera grossolana. È quello contenuto nella famosa conferenza tenuta nel 1882. La data è importante; nel 1870-71 eventi catastrofici avevano scosso il Paese. Non è improprio paragonarli a quanto avvenne in Italia dopo l’8 settembre 1943. Il crollo di Napoleone III a Sedan aveva significato non solo la fine del “secondo impero”, ma l’umiliazione d’una Francia invasa, le truppe prussiane martellavano con i loro stivali gli Champs Elysées, la perdita delle regioni sul Reno, il collasso morale della nazione, la più profonda incertezza sull’avvenire. Il pensatore prende in esame vari elementi in grado di definire una nazione: la storia, la razza (come allora si diceva), la lingua, importanti ma non sufficienti.
Alsazia e Lorena erano state aggregate al nuovo Stato tedesco proprio per ragioni di “razza” e di lingua. Renan elabora una tesi opposta stabilendo che una nazione si fonda soprattutto sul consenso. Scaturisce da qui la celebre formula secondo la quale l’appartenenza a una nazione «è un plebiscito che si rinnova ogni giorno».
In base agli attuali criteri di valutazione, la sua era una tesi di “destra” o di “sinistra”? Può valere l’una e l’altra possibilità anche se aiuta a calibrarla la conclusione alla quale il pensatore arriva: «le nazioni non sono qualcosa di eterno. Hanno avuto principio, avranno fine. La confederazione europea probabilmente le sostituirà».
Sono queste due France che domenica si confronteranno nelle urne, compresa un’idea di Europa come sbocco naturale della concezione ottocentesca di nazione. Dall’esito delle scelte dipenderà buona parte del futuro del continente.
una bellissima casa : è la casa di Renan a Tréguier in Bretagna, oggi Museo.
QUALCHE IMMAGINE DI TREGUIER:
foto di GIRAUD Patrick
La cattedrale di Tréguier
wikipedia
un dettaglio della cattedrale
dallo stesso link sopra
la navata principale della cattedrale gotica
Wikipedia
le 9 province storiche della Bretagna
les plus beaux villages de Bretagne– cartina + altre immagini
Tréguier è una città portuale ( Trecorum ), che risale al VI secolo, si sviluppò attorno a un monastero fondato da san Tudwal (morto intorno al 564).
Gli abitanti di Tréguier sono chiamati trécorrois in francese. La popolazione nel 2021 era di 2401 abitanti.
Nel 2008, l’11,78% dei bambini della scuola primaria frequentava scuole bilingue.
Il porto e la darsena sono pittoreschi, con molti graziosi ristoranti e crêperie sul lungomare. Ci sono viste spettacolari della banchina.
Se la guglia della cattedrale è decorata con i motivi delle carte da gioco, è perché la sua costruzione è stata finanziata con il denaro raccolto dalle lotterie di Parigi.
La fama spirituale di Tréguier si deve tanto a Tugdual che a Saint Yves. Nato nel 1253 a Minihy-Tréguier, il giudice Yves Helory è divenuto il patrono dei Bretoni e degli avvocati dopo aver dimostrato il suo spirito di giustizia e rettitudine difendendo i poveri e gli umili. La terza domenica di maggio il grande perdono di Saint-Yves raccoglie molti fedeli.
https://www.bretagna-vacanze.com/
video, 1.08 — Il perdono di Sant’Ivo a Tréguier
Gli avvocati portano le reliquie del santo patrono
Folla del maggio 2023
video e foto da :
https://actu.fr/bretagne/treguier_22362